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Fermate la macchina delle illusioni

Non ci sono nè Di Carlo nè Zanetti nel futuro dell'LR Vicenza e il probabile nuovo ds è uomo di serie C pregiudicato per Scommessopoli

L'anno 0 dell'LR Vicenza si è chiuso come da oggettive aspettative: piazzamento nei primi 10 e veloce eliminazione nei play off. Il primo a fare la realistica previsione era stato proprio il patron, appena preso il timone in via Schio. E non era scaramanzia, era la valutazione di un uomo di business, avezzo a bilanci e proiezioni. Una posizione poi cambiata via via nel corso del campionato, un passo a destra e uno a sinistra,  ma la sensazione che Rosso avesse capito che il tiro andasse aggiustato era chiara. 

Ma al cuor non si comanda, e il popolo biancorosso, scampato in qualche modo al pericolo di uscire dalla galassia dei professionisti (ma non approfondiamo il tema), aveva creduto anima e corpo al miracolo, dimostrando un commovente attaccamento alla maglia e dando lezioni di tifo non solo in categoria. Ovvio quindi che, metabolizzata la delusione annunciata, gli occhi si levino speranzosi verso l'anno 1, auspicando una svolta. 

La prima doccia gelata, e forse sarebbe il caso di ascoltare meglio quando i vertici parlano, è arrivata già la settimana scorsa a Rigorosamente Calcio, quando il presidente Stefano Rosso, pur rifiutando sdegnosamente di parlare di mercato a stagione ancora in corso, ha detto che di rivoluzioni non ce ne saranno, sicuramente non dal punto di vista degli investimenti e che l'aspettativa del salto di categoria è dai 3 ai 5 anni. E qui un passo indietro è stato fatto rispetto a "Serie A in 5 anni" messo sul tavolo in precedenza. Ma va bene così. 

Ma voci dall'origine sconosciuta già cominciano a circolare. Sulla direzione tecnica, per l'ennesima volta, ma con anticipo rispetto agli anni scorsi, è tornato l'ever green Di Carlo: il sogno proibito resterà proibito, mettiamocela via. Chi crede che un allenatore nel giro della massima serie metta da parte il portafoglio per abbandonarsi a un sogno biancorosso merita affetto ma non credito. Più papabile poteva essere il nome di Paolo Zanetti, il più giovane vincitore della Panchina d'oro, ex biancorosso, vicentino di Valdagno e, soprattutto, coriaceo e scaltro mister del Sud Tirol. Invece no: tra le molte chiamate ricevute, nessuna è partita da Vicenza. 

Per quanto riguarda la direzione sportiva, chiesta la testa di Seeber, i tifosi potrebbero avere Giuseppe Magaglini. Questa la sua bio su Wikipedia: 

Inizia la carriera da direttore sportivo nel settore giovanile del Chievo Verona. Nella stagione 2003-2004 arriva al Mantova che porta dalla C2 in serie B, che lascia alla fine della stagione sportiva 2009-2010, quando la squadra retrocede in C1. Con il Mantova sfiora la promozione in A, perdendo lo spareggio con il Torino. Nell’estate 2010 va al Portogruaro, neo-promosso in B, dove si dimette prima dell'inizio della stagione e va alla Cremonese.

Condannato nel 2011 a 3 anni e 3 mesi di sospensione (per una vicenda di Scommessopoli), nell'arbitrato con il TNAS gli vengono riconosciute delle ragioni e la sua pena scende a 15 mesi. Finita la squalifica il 19 settembre 2013 diventa d.s. del Grosseto, appena retrocesso dalla B.

Nella stagione 2014-2015 arriva all'Unione Sportiva Alessandria Calcio 1912, che nel 2016 disputa la semifinale di Coppa Italia contro il Milan, e dove viene esonerato il 1º maggio 2017. Nel giugno 2017 diviene Ds del Trapani Calcio, appena retrocesso in Lega Pro, rinunciando però all'incarico dopo pochi giorni. Il 1º luglio firma un biennale con la Reggiana e nel luglio 2018 passa alla Viterbese, che non raggiunge i play off ma accede alla final four grazie alla vittoria di Coppa Italia.

Insomma, un profilo di categoria. 

Non ci piace farci prendere per il naso, a noi vicentini: boni sì ma no mona. Uscire dal limbo della C è quasi una mission impossible, si sa: ma almeno lo si dica. 

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