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Verso Monza - LR Vicenza: Ultima trincea per l'armata Brancaleone

Il Vicenza si smarrisce ma ci sono ancora obiettivi da raggiungere: la stagione passa per il Brianteo, mercoledì, alle 20.30

Come i miei lettori certamente sanno, io sono tra coloro che apprezzano il lavoro di Giovanni Colella. Così come ho apprezzato lo stile con cui Michele Serena ha attraversato la sua avventura vicentina. In entrambi i casi rimango saldamente convinto che i problemi fondamentali del Lane targato 2018/2019 non stiano nella conduzione tecnica.

Il post partita

E tuttavia ieri a Bolzano, nel dopopartita, le dichiarazioni del mister mi hanno lasciato un po’ perplesso. Capisco la necessità di non sbracare in mezzo alle difficoltà, con tante partite ancora in calendario. Capisco l’importanza di tutelare psicologicamente i giocatori rispetto alle critiche spietate degli osservatori. E capisco anche l’opportunità di segnalare puntualmente le qualità intrinseche dell’avversario (nella fattispecie il SudTirol) Capisco ogni cosa. Ma anche il mister dovrebbe sforzarsi di capire che esiste il confine del buon senso comune, oltre il quale difendere l’indifendibile diventa in qualche misura diventarne compartecipe.

Un copione già visto

La squadra biancorossa è un rebus arduo da decifrare: competitiva nella prima parte del campionato, è poi entrata in una spirale involutiva dalla quale non è più uscita, nonostante l’avvicendamento degli allenatori e nonostante la campagna acquisti/vendite di gennaio. Ma oltre al dettaglio tecnicotattico, quello che continua a meravigliare in negativo è l’aspetto caratteriale e di concentrazione. Il Vicenza riesce a perdere, incomprensibilmente, partite che potrebbe facilmente gestire in modo positivo (e invece butta alle ortiche con ripetuti black out suicidi).

Il film del Druso è una pellicola già vista non solo con la Triestina . E la genesi del gol del 1-2 è illuminante, in questo senso. Nella prima ora di gara gli avversari fanno poco o nulla e i nostri portacolori, pur non giocando in modo memorabile, tengono saldamente il controllo della gara, concedendo ai bolzanini solo un tiro sull’esterno della rete. Il gol del raddoppio di Guerra sembra dunque aver creato le premesse per un successo esterno, da tenere in cassaforte nell’ultimo quarto d’ora con una condotta di gioco giudiziosa.

Riguardiamo invece assieme quell’orribile minuto 60. Gli uomini di Zanetti guadagnano un tiro dalla bandierina. Lunetta corre sull’angolo e lo batte in tutta fretta. La sequenza è allucinante, vi prego davvero di andarvela a rivedere. Battuto il corner, nessuno del Vicenza va in fascia a pressare gli avversari, che possono così crossare comodamente al centro di un’area in cui i giocatori berici stanno evidentemente dormendo il sonno dei giusti. Svetta così Romero (sin lì inguardabile) sovrastando Mantovani e rimettendo così in discussione un match che appariva già segnato. E’ questa marcatura, non tanto la seconda, nella quale conta molto anche il “numero” di Lunetta, a compromettere il risultato. Il Lane fa “seppuku” e lascia poi almeno altre due/tre volte l’opportunità a padroni di casa di segnare il punto della vittoria.

Roba da distruggere il fegato degli oltre 500 tifosi berici che, sfidando ogni logica, occupano gli spalti dell’impianto atesino.

I tifosi

Ecco, questo mi piacerebbe far capire a Giovanni Colella. Proprio per rispetto nei confronti di questi supporters occorrerebbe chiamare le cose col loro nome. Il Vicenza è in questo momento un’armata Brancaleone. Cerchiamo di restare uniti, sforziamoci di rincorrere comunque gli obiettivi rimasti, salvaguardiamo il tentativo di RR di dare una prospettiva nuova alla società, ma non prendiamo in giro la gente con inutili giochi di parole.

L’ultimo quarto d’ora di Bolzano è stata una Waterloo vergognosa, un peccato originale dal quale la squadra non riesce a liberarsi. Dire pane al pane e vino al vino diventa così operazione salutare, non inutile sfascismo. Ammettere che qualcosa nella costruzione della squadra è stato sbagliato, costituirebbe il viatico migliore per non perdere la fiducia dell’ambiente.

Gli errori

Abbiamo rinunciato a due buoni giocatori come Andreoni e Solerio ed ora ci si ritrova con quattro terzini in evidente difficoltà. Si è scelto di puntare su alcuni elementi che in stagione avevano giocato poco o nulla e per questo si sta pagando un prezzo pesante. La difesa del Bassano non sta ripetendo il buon campionato scorso e in attacco Arma sta scrivendo un canovaccio dèja vu: bene nella prima parte del torneo e deludente nella seconda.

Io però ho ancora fiducia. Spero sempre che questa primavera possa dare un senso alla stagione. E credo con tutto il cuore che mercoledì faremo una buona figura al Brianteo. Però, attenzione. Se i miei sogni si avverassero e il nostro Vicenza passasse il turno di Coppa. O se anche la corsa per i play off stesse per riservarci qualche soddisfazione, la cosa più sciagurata fa fare sarebbe approfittarne per dimenticare quanto emerso nelle 32 partite sin qui disputate e cioè tutti i limiti di questo organico.

Se il primo anno della gestione Diesel dovrà servire per porre il primo mattone della programmazione sportiva, meglio che la dirigenza parta da un salutare autodafè. Giovanni Colella ha il contratto in scadenza. Difficile pensare che possa essere lui il prossimo timoniere scelto dal Patron ma se conosciamo l’uomo, vedrete che cercherà di giocare le sue carte fino all’ultimo. I tifosi non lo molleranno nell’ultimo tratto di strada, lo so per certo. Lui li ricompensi dicendo loro la verità, tutta la verità e nient’altro che la verità. E chissà che alla fine non salti fuori il miracolo.

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