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Lane, ma quale salus: stato preagonico

Sprofondo biancorosso: le pagelle del Baffo

Ricompaiono a Legnago gli zombies visti a Fiorenzuola. Passano su rigore i padroni di casa veronesi, che però avrebbero potuto battere il Vicenza con punteggio assai più largo. Ora tutti in discussione, a partire dal mister, inchiodato non solo dalla classifica ma soprattutto dal non gioco biancorosso visto al Sandrini. E adesso il solo accennare ad una ipotetica rimonta su Mantova, Triestina e Padova diventa una presa in giro per i poveri tifosi berici, attanagliati dal solito ritornello: MAI UNA GIOIA. I protagonisti della disfatta non meriterebbero nemmeno le pagelle, tanta la pochezza vista in campo. Si potrebbe liquidare la cosa con un 3 generale. Ma in attesa di distribuire 8 a profusione (quando mai lo meriteranno) proviamo lo stesso ad andare di insufficienze sanguinose… Sprofondo biancorosso.

I VOTI DEL BAFFO AL FILM DELL’ORRORE

CONFENTE 4,5: niente da dire sul rigore. Salva un gol con una bella parata al 54’. Ma in un paio di uscite va a farfalle e di piede i suoi rilanci sono spesso inguardabili. Non è il principale responsabile della brutta figura, ma la partita vive anche nel raffronto tra i due portieri, nettamente a favore di Fortin.

SANDON 4: anche per lui un orribile revival. Ecco il Sandon dell’anno passato, timido nelle ripartenze e imbarazzato nel contenimento. Al 69’ Giani lo beve in progressione e il giovane difensore berico una volta in area non trova di meglio che andargli sulle gambe da dietro. Penalty ineccepibile.

(GRECO) n.g.: poco più di 10 minuti, giusto per mostrare un minimo di buona volontà. Ingiudicabile.

GOLEMIC 6+: il migliore (si fa per dire) di un pacchetto arretrato che, orfano di Laezza, è apparso lento, intimidito e macchinoso. Nel finale, quando al Lane sere spinta, lui almeno ci prova, sia al 77 che all’86’, andando anche vicino al bersaglio.

IERARDI 4-: la controfigura di Supermario entra di diritto nell’album dei Walkin Dead. Il suo recupero dopo il vecchio incidente si rivela molto più lungo del previsto. Era un’Iradiddio ma oggi è un giovanottone dai grandi mezzi fisici che vagola per il campo senza sapere bene cosa fare. Nell’aria avversaria, dove in passato è stato spesso protagonista, non si vede praticamente mai.

DE COL 3,5: probabilmente se qualcuno l’ha preso al mercato estivo, significa che in passato era un buon elemento, a Chiavari e a Bolzano, si è imposto come dominatore della fascia. Purtroppo qui a Vicenza questo è un film di fantascienza. Difficile immaginare che si possano giocare peggio 97’ minuti come quelli di cui è stato protagonista a Legnago. Una pena vederlo in azione…

TRONCHIN 5: nella parte iniziale del primo tempo si mette in evidenza per la tanta legna che si impegna a fare. Non è un fine dicitore, ma quando la squadra gira lo trovi sempre al suo posto. Poi pian piano sparisce dal taccuino del cronista e si adatta mestamente al canovaccio dell’incontro. Peccato.

RONALDO 4,5: dopo averci deliziati con una super gara contro la Pro Patria, non si ripete in terra veronese, facendo purtroppo mancare al Vicenza il suo fosforo brasileiro. Troppo compassato il suo gioco e in rare occasioni si vede il suo lancio illuminante col contagiri. Anche nei calci da fermo (ne ha avuti almeno due, da posizione piuttosto ghiotta) mostra una mira sbilenca. Al 68’ un erroraccio suicida che poteva costare caro sul quale i veronesi ci graziano.

(ROSSI) n.g.: se ha cercato di dare ordine e profondità alla manovra nei pochi minuti a disposizione, nessuno se n’è accorto. Forse non è ancora al 100%, ma oggi è sembrato l’ombra di sè stesso.

SCARSELLA 4: ecco un altro che è sembrato il fratello brutto dell’elemento decisivo contro i bustocchi. Si muove in grande confusione, cercando di ritrovare gli spazi perduti e l’estro per infilare la difesa azzurra. Praticamente non tocca un solo pallone interessante e pericoloso per Donati.

(PROIA) n.g.: anche per lui un ingresso assolutamente anonimo. Uno scampolo di match, giusto per sfiorare in area la decapitazione in scivolata di un avversario. Difficile dargli un voto…

COSTA 5- ci mette la solita verve e nei primi 20 minuti è anche convincente, specie quando coglie la grande traversa su punizione al 2’. Diciamo che all’appello mancano quasi tutti i suoi proverbiali traversoni tesi dalla sinistra. Il doppio cartellino giallo, uno rimediato al 59’ per fallo tattico e l’altro (assai più colpevole) al 75’ per proteste. Così l’ultimo quarto d’ora, un Vicenza nel pallone deve disputarlo anche in inferiorità numerica. Anche per lui un pesante “non ci siamo…

DELLA MORTE 5-: anche lui veniva da una prestazione egregia, ma oggi ha disputato una gara con troppe ombre e pochissime luci, nella quale, oltre a non rendersi mai pericoloso (che dovrebbe essere il suo mestiere) non riesce nemmeno a ritagliarsi un ruolo di interditore avanzato. Il che vale una bocciatura indiscutibile.

(FERRARI) 4,5: ora i molti che lo volevano sempre titolare, capiscono perché è relegato in panchina in attesa di ritrovare la condizione perduta. Così com’è serve a poco. Non vince un contrasto, non salta l’uomo e non riesce a creare gli spazi per concludere a rete, alla maniera del Loco. Al 74’ avrebbe un pallone sporco a tu per tu col portiere. Il bomber che conosciamo l’avrebbe messa nel sacco. Il Franco di oggi, no… 

PELLEGRINI 3,5: spiace dover trattare male un ragazzo cui non si può certo rimproverare la dedizione alla maglia. Tuttavia sin qui è stato la controfigura del non rimpianto Longo del Trio Meravigliao. Aimo Diana l’ha sempre tenuto in grande considerazione, ma purtroppo nel calcio contano i fatti non le parole.

(ROLFINI) n.g.: anche stavolta, chiamato a fare il miracolo finale, il Cobra si è dimostrato il solito innocuo “orbettino”… Incredibile come al degrado della squadra nessuno riesca a sfuggire.

All. DIANA 4: continuo a pensare che si tratti di un buon allenatore e il palmares parlerebbe a suo favore. Ma figuracce orrende come quella di Fiorenzuola e adesso di Legnago non possono lasciar fuori il Mister. Le sue scelte iniziali pagano al massimo per una ventina di minuti. Poi la sua truppa si squaglia e si impantana in nella palude delle poche idee ma confuse. Non solo. Ma nemmeno sul piano della “garra”, dell’intensità e della cattiveria sportiva si vede una risposta da gruppo vincente. E’ inutile che qualcuno esibisca nei gesti i gioielli di famiglia, se poi questi ammennicoli sono solo immaginari. Ora anche l’allenatore è nel mirino. Il suo Lane si sta avviando all’ennesimo campionato anonimo, alla sagra del vorrei ma non posso, alla fiera delle recriminazioni che hanno ormai esaurito la pazienza anche dei più accaniti sostenitori. Cambiarlo? Potrebbe succedere, certo. Ma prima bisognerebbe capire qual è il cancro che sta divorando la Nobile Provinciale da una ventina d’anni. E non so se nelle secrete stanze di Largo Paolo Rossi c’è chiarezza su questo. Temo di no…

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