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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Legge sugli stadi, "vince" De Laurentis: niente nuovo stadio a Vicenza

Il patron del Napoli aveva tuonato contro l'emendamento alla legge di stabilità che avrebbe previsto facilitazioni per la costruzione di nuovi impanti. Quello approvato previlegia le ristrutturazioni

Sì ai nuovi stadi, anzi no. In pochi giorni il governo ha cambiato rotta, modificando l'emendamento alla legge di stabilità, detto comunemente "legge sugli stadi". La norma approvata favorisce la ristrutturazione degli impianti esistenti, anzichè l'edificazione di nuovi, come era previsto da una prima stesura. Contro questa impostazione, aveva tuonato più forte di tutti, il patron del Napoli, lamentandosi che non avrebbe potuto rinnovare il San Paolo, in modo da renderlo all'altezza dei grandi impianti inglesi o tedeschi. E' stato accontentato. 

SONDAGGIO: NUOVO STADIO O MENTI RISTRUTTURATO?

LA LEGGE Della prima proposta resta ferma la previsione di un Fondo di garanzia gestito dall’Istituto per il credito sportivo, pensato per “favorire l’ammodernamento o la costruzione di impianti sportivi, con particolare riguardo alla sicurezza degli impianti e degli spettatori, attraverso la semplificazione delle procedure amministrative e la previsione di modalità innovative di finanziamento”. Per richiedere il contributo del Fondo di garanzia, i club dovranno presentare al Comune interessato uno studio di fattibilità in qualità di progetto preliminare, corredato da un piano economico-finanziario.

La novità è quella di aver eliminato la possibilità, per i soggetti che intendono realizzare gli impianti sportivi, di inserire “altri tipi di intervento (leggasi: centri commerciali ed abitativi) se non quelli strettamente funzionali alla fruibilità dell’impianto ed al raggiungimento del complessivo equilibrio economico-finanziario dell’iniziativa e concorrenti alla valorizzazione in termini sociali, occupazionali ed economici del territorio e comunque con esclusione della realizzazione di nuovi complessi di edilizia residenziale”.  

Il testo dell’emendamento conclude con una dichiarazione programmatica, nella quale si legge che gli interventi in oggetto, laddove possibile, saranno realizzati “prioritariamente mediante recupero di impianti esistenti o relativamente a impianti localizzati in aree già edificate”.

VICENZA Variati, quindi, dovrà dire addio al suo (e non solo suo) sogno di regalare alla città uno stadio degno di questo nome. Il Menti, per quanto teatro "sacro" alla tifoseria dal 1935, mostra da anni segni del tempo difficili e costosi da guarire, nonostante interventi annuali, a carico del Comune, più o meno consistenti. 

 

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