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Il punto di Alberto Belloni: Pablito e i leoni da tastiera

Se il Lane resisterà fino alla partita con le galline, sarà fatta. I leoni da tastiera, please, si occupino del Padova, che ne ha tanto bisogno...

Ieri ero alla festa di Pablito. L'ho visto per una trentina di secondi, ma in realtà non avevo niente di particolarmente intelligente da chiedergli. Non in mezzo a quel casino comunque. Quando uno ti guarda con occhio confuso, sbattottato com'è in mezzo a centinaia di persone che vogliono toccarlo, stringergli la mano, farsi un selfie o che altro...

Lo ringrazio qui pubblicamente per quanto sportivamente ci ha dato. Ho preferito starmene in disparte. Ho discusso serenamente con Sergio Vignoni e Gianni Grazioli sull'opportunità persa (secondo loro) dal Vicenza di portare a casa un attaccante da doppia cifra. Ho ricordato con un protagonista di allora la banda di ragazzini del Torneo di Viareggio e il loro mister, il sior Berto. Ho fatto due chiacchiere, dopo tanti anni con l'ex presidente Romano Pigato, ancora lucido e felice di parlare di calcio. Ho abbracciato una bella tifosa che ha appena festeggiato i cinquantanni filati di abbonamento al Lane. Insomma, non ho buttato il mio tempo.

Ma  adesso, celebrato com'era dovuto un grande campione, oggi anche concittadino, sono già con la testa a Cesena e al trittico impegnativo che aspetta il mio Vicenza. Ognuno tenga pure le sue opinioni sulla caratura della squadra e sugli eventuali errori commessi. Ora è tempo, come facevano le schiere di Sparta, di far quadrato alle Termopili del campionato. Se il Lane resisterà fino alla partita con le galline, sarà fatta. Ma c'è bisogno di tutti. Ovvero, criticare è legittimo, a patto però che poi si stia tutti, spalla a spalla, a tifare per i colori biancorossi. In casa e fuori. I leoni da tastiera, please, si occupino del Padova, che ne ha tanto bisogno...

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