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Il punto di Alberto Belloni: "Il Vicenza dai due volti chiede fiducia"

Partire da quanto di buono visto nel primo tempo con il Giana, per correggere le ombre emerse nel resto della partita. Con lo sguardo verso il “Mario Riboldi” di Renate

La prima al Gran Teatro del Calcio chiamato Romeo Menti ha avuto due volti. Il primo, iniziato con la sorpresa di un nugolo di simpatiche sgallettate in green e minishort neri, ha visto il Lane stradominare un avversario apparso quasi intimidito da tanto palcoscenico e da una squadra biancorossa che correva, giocava e convinceva. In questa fase, durata per tutti i 45’ minuti d’apertura, le trame di gioco hanno funzionato a dovere.

MANCA LA CATTIVERIA 

Se il risultato è rimasto ancorato allo 0-0 la responsabilità va attribuita solo alla mancanza di “cattiveria” della prima linea, la quale ha creato molte occasioni di pericolo per il Giana, senza però mai trovare l’affondo spietato per sbloccare il risultato. In particolare, a mio avviso, è mancato il tridente della trequarti. Quando, come nel 4/2/3/1 di Colella, al bomber viene chiesto di muoversi molto, senza rimanere statico in area, la linea delle mezze punte deve sapersi inserire negli spazi resisi liberi. Ieri Arma ha svolto bene il suo compito, muovendosi a 360°, cercando l’uno/due e spizzando di testa molti palloni aerei. Se vogliamo, forse non ha dato nemmeno lui un sufficiente contributo alla conta delle occasioni da gol, ma la sua interpretazione tattica del ruolo è stata quasi perfetta.

La montagna di lavoro prodotta nel primo tempo, tuttavia, ha però partorito il classico topolino. Giacomelli si è intestardito nella ricerca della conclusione personale, anche quando sarebbe stato più produttivo un passaggio ai compagni, Curcio si è molto impegnato, andando però troppo spesso a cercare la giocata più difficile, perdendo di vista la concretezza e Laurenti ha cercato un paio di volte la conclusione dalla distanza, andando però progressivamente a perdere la sua verve offensiva.

LA CONFUSIONE DEL SECONDO TEMPO

A fronte di un primo tempo nel quale c’è comunque stata una sola squadra in campo (appena un tiro impegnativo in porta per gli ospiti) la ripresa ha purtroppo avuto un altro copione. Perso Salvi a centrocampo per un affaticamento muscolare, il Vicenza ha smarrito campo e ridotto le idee sicchè, come spesso avviene nel calcio, questo calo si è accompagnato con la presa di coraggio e convinzione degli avversari. I lombardi hanno trovato fiducia, prendendo via via in mano il pallino della gara e nel Lane la carica di entusiasmo (trasmessa in campo per dal primo all’ultimo minuto da un pubblico stupendo) s’è pian piano tradotta in un correre confuso, pasticcione e velleitario.

Anche la gestione dei cambi è sembrata far pendere il piatto della bilancia dalla parte degli uomini di Bertarelli: le sostituzioni hanno infatti migliorato il rendimento della squadra in casacca verde, mentre quelli operati in casa berica non hanno di fatto modificato il quadro tattico e atletico della partita. Margini di miglioramento vanno attesi, oltre che sul fronte avanzato, anche nella zona nevralgica del campo, dove Salvi (prima) e Zonta (poi) hanno fatto il loro mestieraccio ma De Falco non sembra ancora all’altezza del tasso fosforico per cui è stato portato alla corte dei Rosso. Quanto alla difesa, ha sostanzialmente tenuto, anche se talora è apparsa in qualche imbarazzo sulle giocate trasversali di un attacco avversario che viveva praticamente solo sulla fisicità di un marcantonio come Adriano Marzeglia.

ASPETTANDO IL RENATE...

Concludendo, un incontro inaugurale dal quale bisogna estrarre quanto di buono prodotto, soprattutto nella prima fase  e trarre subito profitto da una riflessione sulla parte meno convincente della domenica sportiva. Naturalmente, nell’analisi, va tenuto conto che la squadra non è di sicuro al 100% (da questo punto di vista il Giana è apparso più avanti) con alcuni giocatori costretti al sacrificio per necessità e altri ai box (l’acciaccato Stevanin ha fatto rimpiangere il sin qui ottimo Solerio, la mancanza della lucidità tattica di Nicolò Bianchi s’è fatta sentire in mediana e anche la personalità di Bizzotto sarebbe stata utile in difesa).

Già dal prossimo impegno, contro un Renate che ha fatto il gran botto nella prima giornata, andando a sbancare il difficilissimo campo della Sambenedettese, sarà certamente un Lane più continuo e più maturo. Colella l’ha promesso: dateci fiducia e vi ripagheremo sul campo. Per il momento,  nell’attesa della prima vittoria, l’obiettivo resta quello di superare quota 7.000 nella campagna abbonamenti. Ecco, forse il rimpianto maggiore per il risultato ad occhiali maturato ieri, è proprio l’occasione persa per assicurare uno slancio potente alla sottoscrizione delle tessere. Una vittoria sonante sarebbe stata un carburante potentissimo verso il firmamento di una quota 10.000 che, se non è attualmente raggiungibile, è obiettivo non impossibile in una piazza come quella della Nobile Provinciale. Ma andiamo per gradi…

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