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Lane, le pagelle impossibili

Salvezza matematica dopo una partita a Frosinone giocata all’insegna del vogliamoci bene. Nomination in tono dimesso solo per Perina e Beruatto 

E qui mi fermo, perché cercare di dar voti e giudizi ai giocatori biancorossi dopo il non gioco visto oggi pomeriggio allo Stirpe è come dover raccontare la Corazzata Potemkin avendola guardata in versione ungherese, sottotitolata in russo. Una partita soporifera e surreale, con il brevissimo sussulto legato al gol su punizione di Vandeputte (casuale e propiziato da una netta deviazione della barriera) e al successivo pareggio ciociaro (appena un paio di minuti dopo, grazie ad una colossale dormita della difesa berica). Qualcuno prima e durante la gara aveva parlato di una sponsorizzazione dell’incontro da parte della Galbusera. Non arrivo a tanto. Di certo le due formazioni in campo hanno badato più che altro a non farsi del male.

Al Vicenza serviva un punto ed un punto è arrivato. Senza onore né gloria. Resta la soddisfazione per aver difeso la categoria e con essa la possibilità di poter dar corso alla programmazione. Ma niente di più… C’è obiettivamente poco d’altro da festeggiare. Stagione sofferta fino al penultimo capitolo. Lancio dei giovani rimasto a quota zero (oggi in campo nessun green, ad esclusione di Beruatto che non è nostro e ormai tanto green non è più). Squadra completamente da reinventare sia dal punto di vista anagrafico (11 giocatori avrebbero nel 2022 più di 30 anni: Valentini, Bruscagin, Cappelletti, Padella, Cinelli, Nalini, Lanzafame, Rigoni, Giacomelli, Meggiorini e Longo) che da quello sanitario (grossi punti interrogativi su Ierardi, Lanzafame, Nalini, Vandeputte e, ahinoi, lo stesso Dalmonte). Allenatore e DS in discussione da parte dei tifosi. Insomma, ce n’è abbastanza per prefigurare una stagione entrante molto delicata, nella quale peraltro la Cadetteria si arricchirà non solo con un Perugia e (forse, ma non è detto) un Padova, ma anche con le nobili retrocesse dalla A (Parma, Crotone più due tra Fiorentina, Torino, Spezia, Cagliari e Benevento). Roba da far sembrare il torneo appena disputato una specie di canicolare al campetto del Patronato.

Per rispettare il piano quinquennale sbandierato da via Schio occorrerà innanzitutto procedere all’operazione fallita or ora: la creazione cioè di una spina dorsale di squadra sulla quale aggiungere, pian piano, gli altri pezzi pregiati destinati a far lievitare la qualità del Lane. Senza far nomi e cognomi (di quelli parleremo magari dopo lunedì): un portiere, un centrale di difesa, un play metodista, un centrocampista fosforico con grande visione di gioco e un top player a doppia cifra come punta. Tutti relativamente giovani, perché non si costruisce una squadra di medio periodo con giocatori in età avanzata. Una bella sfida, per un team tecnico che quest’anno ha obiettivamente toppato. Il raggiungimento dell’obiettivo minimo della salvezza non può infatti far dimenticare le numerose scelte sbagliate distribuite in corso di mercato (estivo, soprattutto, ma anche invernale). Rispondendo magari alle domande che la piazza pone con sempre maggiore insistenza. Chi ha voluto Jallow e Longo e sulla base di quali risultanze, visto che i loro tabellini (soprattutto quello dell’ex veneziano) parlavano piuttosto chiaro? Chi ha verificato le condizioni fisiche dei giocatori che sono stati così spesso assenti nel 2020/21? Quale budget assicurerà da maggio in poi la famiglia Rosso?

E a chi sarà affidata la spesa al supermercato del calcio? Ancora al duo Di Carlo/Magalini? A uno solo dei due oppure a nessuno di loro? Difficile, a mio avviso che si cambi a breve termine. Entrambi sono sotto contratto e se conosco un pochino la politica di cassa in via Schio ho forti dubbi che il patron metta in bilancio un doppio stipendio per lo stesso ruolo. Insomma, di carne al fuoco ce n’è molta. La vita ci insegna che chi lavora può sbagliare, ma ci insegna anche che gli errori devono servire a mettersi in discussione e riflettere sulle proprie scelte. Operazione che, a quanto si è visto, non è precisamente nelle corde della dirigenza berica.

Ma speriamo di sbagliare. Speriamo che, archiviata la fondamentale pratica del mantenimento di categoria, si possa far tesoro di quanto avvenuto sin qui per costruire un club più forte e determinato. Lo sapremo presto prestissimo. Per intanto aspettiamo di archiviare il confronto coi gemellati della Regia, purtroppo declassati alla serie minore. La mia personale speranza è che, in caso di una bella sonante vittoria lunedì, non si approfitti dell’occasione per scaricare nel firmamento biancorosso stelle filanti, mortaretti e triccheballacche. Davvero non mi sembrerebbe il caso. Un po’ di pudore non guasta, in certe occasioni.

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