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Picco fantastico alla Dakar 2022

E' finita la gara più dura del mondo nel deserto, il pilota vicentino porta a casa il risultato, foto e video

Missione compiuta, il leone del deserto Franco Picco, campione inossidabile a 66 anni in sella alla trevigiana Fantic oggi ha tagliato il traguardo della Dakar 2022 in Arabia Saudita, la corsa era partita il 1 gennaio, le tappe sono state 12, i km affrontati 8.375, 4.258 dei quali di durissime prove speciali.

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Nessuna sorpresa nell’ultima giornata l'inglese Sam Sunderland ha mantenuto il comando nei 163 chilometri della dodicesima tappa ed è il nuovo campione della categoria moto con la squadra GasGas, nella classifica degli italiani, Picco con il 72 posto nella generale è il terzo, davanti anche al pilota dellla Moto GP Danilo Petrucci che in alcune frazioni è andato velocissimo. Soddisfatto il pilota vicentino che per la prima volta ha corso da ufficiale con la squadra della Fantic Motor, unica moto italiana in gara.

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«La dakar è fatta! Oggi sono 28 candeline dakariane per me e la nuova stella Fantic XEF Rally 450 che brilla!!!
Grazie a tutti, grazie ragazzi, grazie ai miei meccanici, grazie Mariano Roman e tutta la Fantic, grazie agli sponsor, grazie a chi a casa ha fatto il tifo!! La tappa 11 corsa ieri è stata la più dura di tutte. Doveva essere mortale e così è stata: gli interminabili 500 chilometri mi hanno messo a dura prova, dune con sabbia come borotalco e grandi difficoltà di navigazione
ma grazie alla perseveranza e regolarità ho guadagnato alcune posizioni nella classificazione generale. Una tappa da ricordare davvero dura. Sono arrivato esausto. La moto mi ha aiutato molto perchè è bella, leggera, maneggevole e facile da guidare. Oggi grande soddisfazione per aver portato a termine l'impresa» - ha detto Picco, felice al traguardo di Jeddah. 

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Quindici gli italiani in gara nelle moto, dal pilota Danilo Petrucci con una KTM ufficiale arrivato 70°, Gritti 45° primo degli italiani, Zacchetti 66° conquista il secondo posto e il mitico Franco Picco 72° il terzo della classifica tricolore.

«La Dakar per me è la gara più importante e impegnativa di tutte, la gara della vita. Richiede una preparazione minuziosa sia per la tecnica sia per la forma fisica, ma anche – e soprattutto – mentalmente. Bisogna essere decisi e determinati. La giornata tipo alla Dakar è decisamente impegnativa, spesso si parte per i trasferimenti quando è ancora buio e con un freddo pungente, poi si entra nella vera e propria speciale e bisogna dare il 100% per diversi chilometri, si sta in moto per otto o dieci ore per fare seicento o ottocento chilometri, si lavora più di testa che di fisicità.»

Fantic ha realizzato una bella organizzazione logistica, con un camion di assistenza e un meccanico, e a rimetterlo in senso ogni sera il fisioterapista thienese Luca Filippin, alla fine il battesimo sulle dune è stato positivo, la moto è agile e ben bilanciata. 

Picco è un veterano della sabbia, la divora fin da giovanissimo, dagli anni '80, è stato tra i primi piloti italiani ad innamorarsi delle gare di endurance estreme.

«Sono nato il 4 ottobre 1955 a Vicenza, la mia carriera di agonistica è iniziata nel motocross, dove ho vinto il Campionato Italiano Juniores 250 nel 1976 e Seniores 500 nel 1978 con la Villa.
Il mio debutto nelle corse africane è avvenuto quasi per caso: ero pilota ufficiale Yamaha, quando mi poroposero di partecipare a questa lunga corsa tra le dune per affinare la mia guida sulla sabbia. Noi italiani nelle piste sabbiose di motocross pativamo sempre un po’ di inesperienza rispetto ai nordici, e questa pareva l’occasione giusta per un buon allenamento!
Era la Paris-Dakar del 1985: stupii subito tutti, inclusi i francesi che non si aspettavano una gara d’attacco da questo crossista italiano a totale digiuno di corse d’Africa
Rimasi in testa per molte tappe, e conclusi la gara in terza posizione assoluta.
Da qui la Yamaha decise che il mio futuro di pilota ufficiale sarebbe stato tra le dune.
Nella mia storia di corse ed avventure, oltre ai numerosi piazzamenti di vertice nella Dakar ho collezionato due importanti vittorie al Rally dei Faraoni.»

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