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Il punto di Alberto Belloni: "Cerchiamo di non parlare di cose delle quali sappiamo poco"

Intervista a Giovanni Giglioli sulla delicata situazione del Vicenza, alla vigilia dell'udienza di martedì

Tra gli appunti mossi al curatore, c’è stato chi gli ha rimproverato di non aver individuato e denunciato al magistrato i responsabili dello sfascio della società berica. E’ corretto?

“Direi proprio di no. Perché è vero che tra i compiti del curatore c’è anche l’individuazione sulle responsabilità della cattiva gestione, ma questo lavoro viene effettuato attraverso una relazione secretata che il professionista passa al giudice. Un documento che non è alla portata di chiunque. Posso immaginare che il dr. De Bortoli lo stia preparando o addirittura l’abbia già consegnato al Tribunale. Quindi chi fa questa accusa parla proprio del nulla…”

Un altro rimprovero gli viene fatto per aver chiesto ai giocatori una riduzione dell’ingaggio. Ha sbagliato?

“Non solo non ha sbagliato, ma era tenuto a farlo. Il suo lavoro consiste da un lato nel procurare nuove forme di finanziamento alla società e dall’altro di tagliare (ove possibile) qualsiasi costo eliminabile per difendere il patrimonio aziendale a beneficio dei creditori. Ci ha provato e ha ricevuto risposta negativa. Qual è lo scandalo? Vorrei fare un esempio terra terra per cercare di far capire ai tifosi la situazione che lui sta affrontando. E’ come un forno pieno di croissant in cottura: il pasticcere deve salvare i dolci e quindi non può spegnare il forno, ma d’altra parte è obbligato a risparmiare il gas. Il Vicenza Calcio attualmente costa circa 17.000 euro al giorno e la risposta alle richieste di aiuto dall’esterno sappiamo come sta andando. De Bortoli ha il dovere di controllare l’indebitamento, perché se non lo facesse il giudice potrebbe ritenerlo responsabile personalmente!”

Altro rilievo da parte dei tifosi: avrebbe “salassato” i supporter biancorossi con le richieste di contribuzioni volontarie.

“Ridicolo. Se qualcuno sostenesse davvero una cosa del genere sarebbe addirittura passibile di querela. Chi ha aderito lo ha fatto spontaneamente, per dare una mano alla gestione. Un gesto solo morale perché non sono certo le poche centinaia di migliaia di euro raccolti con queste iniziative che salveranno il Lane.”

Un’ulteriore accusa nei suoi confronti riguarda la scelta di vivere il suo ruolo istituzionale in modo colorito, assieme ai tifosi e con la sciarpa al collo. Che ne pensa?

“Fossi stato io al suo posto, avrei scelto di stare più comodo in Tribuna. Scherzi a parte, sono convinto che la sua sia stata una scelta di cuore, motivata dal desiderio di costituire un elemento di unione e non di suddivisione. Il suo lavoro poteva anche essere svolto in modo più burocratico, ma il dr. De Bortoli ha voluto partecipare in prima persona. Anche in questo caso permettetemi di fare l’esempio di una pasticceria in fallimento. Se uno è chiamato a prenderne in mano la gestione, ritengo che la prima cosa da fare sia presentarsi di persona in negozio e starci qualche giorno, per controllare se le paste sono buone, se si vendono sottocosto, se qualcuno ruba ecc. Da dietro una scrivania è difficile fare qualsiasi valutazione. La sciarpa al collo è un segnale, un simbolo, non una presa in giro.”

Altra cosa. C’è chi protesta perché non vigilerebbe abbastanza sulla presenza al Menti o a Isola di personaggi sgraditi alla piazza. Che ne dice?

“Se queste persone disturbassero la regolare attività dei giocatori avrebbe non solo l’opportunità ma persino il dovere di intervenire affinchè il loro operato non diventi lesivo degli interessi generali. Non so se questo sia avvenuto. ma se il problema è solo l’emotività dei tifosi, capisco la rabbia di vedere in giro persona che hanno fatto del male al Vicenza, ma non è rilevante per la sua attività istituzionale. Lui deve agire a garanzia dei creditori, rispondendo al giudice della gestione. Non ritengo gli spetti il ruolo di poliziotto…”

Ultimo. Una cosa che ha fatto indispettire molti è il mancato allontanamento dai ranghi della società del figlio dell’ex presidente del Lane Sergio Cassingena. Qual è il suo punto di vista?

“Qui devo correggere un’inesattezza contenuta nel suo ultimo pezzo, dr. Belloni e cioè quando lei parla di penali da riconoscere in caso di licenziamento. In realtà non ci sono oneri di questo tipo nel corso di una procedura fallimentare, la quale per legge è essa stessa motivo di legittimo licenziamento. Detto questo, se il curatore ha deciso di non farlo, arguisco che la persona per il momento è ritenuta utile alla continuazione della gestione provvisoria. Non c’è altra spiegazione…”

Una sua valutazione complessiva su tutta la questione del fallimento biancorosso e del fallimento provvisorio. Le pare che il dr. De Bortoli abbia sin qui svolto bene il suo compito?

“Per quel che se ne sa direi proprio di sì. Personalmente Le confesso che sono felice che il Tribunale non abbia affidato a me l’incarico. Si tratta di una rogna colossale, nella quale è più facile prendersi le critiche che i complimenti. La situazione attualmente è così grave che se il curatore non riuscirà a fare il miracolo, rischia di chiudere la gestione addirittura con un passivo più alto di quello ereditato. E non per sua colpa…”

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