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Crack Vicenza, intervista a Marco Milioni: "Decenni di ombre, indaghino la Magistratura e la Finanza"

Il noto inchiestista vicentino disegna uno scenario inquietante che parte da lontano

«Perché è da troppi anni che non si conoscono i veri proprietari del Vicenza. Quanto all’era Franchetto-Pastorelli debbo dire che non mi sono mai preso la briga di guardarci dentro. Per cui potrebbero essere pure loro. Io non capisco perché i colleghi che seguono lo sport non indaghino in questo senso. In generale però una persona può essere il proprietario di una società, magari di una squadra di calcio e al contempo non esserlo».

Ma che dici?

«Facciamo finta che io sia il padrone di un club che ha tanti debiti. Ora la mia esistenza è garantita da alcuni creditori che possono essere banche, finanziarie o altre società. Che sono di fatto i veri padroni. Se poi a far da garante è una società che a sua volta è schermata dietro una fiduciaria o dietro una finanziaria registrata alla Cayman, si capisce che il filo di Arianna diventa lungo da riaggomitolare. In realtà è da troppo tempo che una parte consistente della tifoseria non si interessa dei destini finanziari della squadra o a quelli legati alle partite immobiliari».

Pure questi?

«Ma sì. Ma perché nessuno si domanda come mai certi guai arrivino qualche anno dopo che è sfumata l’operazione stadio a Vicenza est? Che tra l’altro di tanto in tanto faceva capolino sulla politica urbanistica cittadina generando risse da bar sport. E che dire di quell’altra storia per nulla chiara che partita ad inizio degli anni Duemila portò alla controversa lottizzazione Grumello a Isola vicentina sulla quale è stato poi insediato il centro tecnico del Vicenza assieme a una vagonata di cemento in formato bifamiliare?».

Che cosa accadde all’epoca?

«L’allora sindaco azzurro di Isola, Valter Baruchello, il manager Aronne Miola, legato al Vicenza calcio e l’allora big di Confindustria Massimo Calearo, furono contestati duramente dall’allora opposizione e soprattutto dall’altra ala di Fi che nel piccolo comune faceva riferimento al consigliere Giobattista Gasparella. Durante un incontro aperto alla stampa Baruchello andò in escandescenza. Da cronista del Gazzettino ricordo che a quella partita, che apparentemente sembrava relegata alla provincia, erano collegati destini politici che giungevano sino al capoluogo. Ne successero di tutti i colori, ci furono addirittura manifestazioni sotto il Menti».

Chi potrebbe fare luce su questi avvenimenti?

«La magistratura. Ma anche la Guardia di Finanza, da sola ha le forze. Ovviamente mi riferisco agli assetti proprietari. Da quelli si capiscono tante cose».

Perché le Fiamme gialle, che tra l’altro sono andate recentemente a fare visita agli uffici del club, hanno questo potere?

«Perché la GdF e l’Agenzia delle entrate sono gli unici soggetti che con un clic possono vedere chi c’è dietro una società schermata, che in gergo si chiama fiduciaria. Sempre che la filiera si limiti alle società di diritto italiano. In caso contrario le cose si complicano».

E come mai?

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