Jack e Dige: 4 ragioni per il Sì e per il No
Nuntio vobis gaudium magnum. Habemus papam: eminentissimus et reverendissimus dominus Stefanus Jack Giacomellus
Eh si, ora è ufficiale, Urbi (Vicenza) et Orbi (resto del Mondo). Il folletto dei lanieri resta in biancorosso anche in B, con opzione per il 2021/2022. Stessa durata di Meggiogol, insomma. Eccovi quattro buone ragioni per aver detto si.
- 1) si tratta di un giocatore ancora integro fisicamente. Ha spigoli caratteriali spiacevoli, ma nell’ultima stagione è sembrato migliorato quanto a proteste e polemiche in campo.
- 2) conosce benissimo l’ambiente e con i suoi 9 anni di militanza potrà sicuramente essere uno dei trascinatori in spogliatoio (come ha fatto sin qui)
- 3) piaccia o non piaccia, resta comunque uno che nel tabellino marcatori fa sempre la sua porca figura e che ha dimostrato, ove serva, di poter entrare in corsa e spaccare le partite.
- 4) è molto amato da una parte consistente del pubblico (quella cui piacciono ancora i “giocatori bandiera”) e non si sottrae al contatto con la gente. Sembra un particolare irrisorio ma è parte integrante del mestiere di calciatore, specie in una piazza come la nostra che sente molto l’aspetto romantico del calcio.
Continuiamo. Se Di Carlo ha dato il suo placet al nuovo contratto, vuol dire che ritiene di avere ancora bisogno di lui, forse non proprio come trequartista ma certo in alternativa a Nalini sulla fascia mancina. L’allenatore ha spesso parlato della necessità di uomini all’altezza della nuova categoria. E’ dunque evidente che, tra i “vecchi” della C, Mimmo considera Jack un elemento che può stare con dignità anche nella serie maggiore (che peraltro lo spoletino conosce già).
E veniamo ai 4 no, che sbattono la porta in faccia a Davide Di Gennaro.
- La forma. Parliamo di un giocatore che anche in passato, quand’era in auge, si è dimostrato un po’ fragile fisicamente. Col passare di anni questo aspetto non è migliorato: sia a Castellammare di Stabia che a Salerno ha spesso lamentato problemi muscolari.
- L’ingaggio. Il centrocampista ha percepito sin qui circa mezzo milione di euro. Anche riducendosi il compenso, è difficile immaginare che riesca a scendere ai livelli programmati dal Vicenza, società che come sappiamo è molto attenta alla prospettiva di trascinamento degli ingaggi.
- Il rendimento. Negli ultimi due anni ha giocato poco, pochissimo (appena 530 minuti, cioè il 13% del tempo totale, con un costo per le casse del patron Lotito qualcosa come 1162 euro per ogni minuto in cui è sceso in campo) con una sola gara per intero, appena 1 gol segnato e 1 assist.
- L’età. Ha 32 anni (compiuti) ma non fa più parte stabilmente di un gruppo dai tempi di Cagliari (2016). Sappiamo bene che nel periodo di Marino Davide è stato un valore aggiunto decisivo ma mai un uomo spogliatoio. Quest’anno gli toccherebbe entrare in un gruppo rodato e con precise gerarchie. Gli sarebbero indispensabili tanta umiltà e disponibilità a fare anche il gregario. Doti che a mio avviso non fanno parte del suo DNA.
Ed è proprio un peccato, perché Di Gennaro è uno di quei giocatori quasi introvabili che sarebbe perfetto nello scacchiere del mister: una mezzala avanzata, dotata di lancio millimetrico nonchè capacità di andare in porta se si aprono spazi. E tira magistralmente le punizioni, come ben ricordiamo. Un profilo che si trova con enorme difficoltà sul mercato, in quanto il ruolo di “regista” poco si sposa col calcio moderno. Ma col sentimento non si fanno le squadre e non si consolida la serie B. Forse è meglio, quindi, ricordarselo in biancorosso, magari nel gol del 2-1 che decretò la vittoria al Menti sul Frosinone, nel maggio 2015. I sogni, spesso, è meglio lasciarli dove sono… Nel cassetto.
Chiudiamo il pezzo odierno con qualche flash nei dintorni del mercato. Proprio da fonte salernitana arriva l’indiscrezione per cui il Vicenza non solo non avrebbe mollato la pista dell’esterno d’attacco Jallow ma continuerebbe seguirebbe la punta Giannetti. E per finire un accenno al golden boy del Lane, Leonardo Zarpellon. La società continua a ripetere di avere piena fiducia nel ragazzo, ma resta dubbio se il talentino bassanese possa trovare spazio nella Cadetteria. Le sue caratteristiche tecniche sono note, ma si sposano col nuovo modulo di Di Carlo? In sintesi, vale la pena di confermarlo, facendogli fare panchina su un palcoscenico prestigioso oppure sarebbe opportuno darlo in prestito ad un buon club di C che garantisca di farlo giocare con continuità, mantenendone la proprietà in via Schio. Passo il quesito ai miei fedeli lettori...