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Un vice Rigoni e un "santo" brasilero

Tutte le novità sul mercato del Lane nell'analisi di Alberto Belloni

Quella volpe di Giuseppe Magalini sta dedicando in queste ore la sua attenzione ad un altro settore chiave del nuovo Vicenza. Ci riferiamo alla zona nevralgica del gioco ed in particolare al ruolo di centrocampista basso, per il quale l’interesse biancorosso sembra rivolto a Lorenzo Lollo, toscano trentenne, di mestiere mediano incontrista. La notizia è stata confermata anche dalla stampa di Venezia, società proprietaria del cartellino fino al 30/6/2021.

Per la posizione di centromediano metodista il Lane si è affidato lo scorso anno quasi sempre a Luca Rigoni. Assente lui, la zona del campo è stata coperta con adattamenti delle mezze ali, a volte Pontisso, o Cinelli o lo stesso Scoppa. Nessuno di questi, tuttavia, ha mostrato caratteristiche tecniche adatte a giocare davanti alla difesa. Ecco dunque gli sforzi attuali di via Schio per trovare un elemento che in serie B possa sostituire, al meglio, il giocatore di Cogollo. Lollo è un cagnaccio molto versatile, che ha vestito in carriera la casacca spezzina (4 stagioni), carpigiana (altre 4), empolese (2) e patavina/lagunare. Una carriera quasi tutta in B, salvo un’esperienza nella massima serie con il Carpi cinque anni or sono (27 presenze, condite da 3 gol).

Si tratta di un elemento molto affidabile, se è vero che con tutte le maglie è stato sempre titolare, giocando con continuità (169 gare negli ultimi 8 anni, con 9 centri personali). Come abbiamo riferito parliamo di un giocatore adatto al vertice inferiore del centrocampo, anche se nel Carpi mister Castoldi l’ha fatto giocare persino da trequartista, dietro ad Mbakogu , segno che i piedi non sono due ferri da stiro. Questo è quanto, a livello di rumors.

Segnaliamo, en passant, che Emanuele Valeri, terzino sinistro accostato al Lane in questa campagna acquisti, è praticamente già della Salernitana. Quanto all’attacco, in un’intervista a Biancorossi.net, l’ex bomber biancorosso Stefan Schwoch ha consigliato di tenere monitorato Valter Junior Messias, punta brasiliana attualmente in forza al Crotone. Conosciamolo meglio. Ventinove anni, soldato di Dio (ricordate Marco Aurelio?) e un curriculum calcistico che inizia dal Casale e dal Chieri in D, prosegue nel Gozzano per arrivare poi alla B con la società calabrese, per la quale l’anno scorso è andato tre volte a centro. Mancino naturale, tatticamente è un’ala destra (il che lo rende interessante come vice Vandeputte) ma ha giocato anche come seconda punta in un 4/4/1/1. La sua è una bella storia di calcio, iniziata con la classica palletta di stracci nelle favelas.

In Italia è arrivato come signor nessuno, lavorando come fattorino di elettrodomestici e giocando nello Sport Warique, formazione di immigrati sudamericani del quartiere Barriera di Milano. Il salto di qualità lo deve ad Ezio Rossi, che l’ha scoperto. Una bella storia di calcio, ma niente di facile, nella sua vita, visto che a Crotone è incappato anche nel coronavirus, superandolo brillantemente. “Non è solo un funambolo. Ha una capacità straordinaria di trovare la posizione e dare linee di passaggio. In più ha forza e capacità aerobica.” Ha detto di lui proprio l’ex bandiera del Toro. 

Chiudiamo la chiacchierata di oggi con una parentesi riguardante la linea verde della società di RR. Per il settore giovanile si stanno perfezionando i dettagli per tre acquisti di spessore. Ci riferiamo a un difensore centrale del 2004, Andrea Bonetto del Montebelluna, al centrocampista del 2005 Gabriele Sellati, pure lui dalla cantera biancoceleste e a Cosimo De Marco, di cui vi avevamo già parlato, terzino sinistro del Cassino, anno 2003. Si lavora con questo a potenziare un vivaio che, prima di raccogliere i frutti delle future leve (cioè i ragazzi che hanno oggi 12/13 anni o anche meno) dovrà attendere almeno 4 o 5 anni di maturazione.

L’obiettivo, ovviamente, è di arrivare ad inserire nel giro della prima squadra qualche giovane talento prodotto a chilometri zero, sulla falsariga di quanto già fanno oggi le provinciali più lungimiranti, come Atalanta, Empoli, Brescia o lo stesso Genoa, che provinciale non è per bacino ma lo è invece per investimento sui giovani. La strada è obbligata. E quando inizieremo a vedere sul green del Menti i primi adolescenti biancorossi DOC, beh, allora potremo davvero dire che un’era nuova è iniziata. Come ai tempi delle vittorie nel Torneo di Viareggio, quando giocatori del Lane si parlavano tra loro in dialetto, “sceto, sceto”… Schietto, schietto.

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