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Al Menti ultima spiaggia o no?

Partita col Cosenza che può essere decisiva anche solo col pari

L’aveva detto Contini in settimana, presentandosi ai vicentini. L’ha ribadito oggi il mister nella conferenza stampa pre Cosenza. E’ come un mantra che sentiamo ripetere da settimane, tanto da essere diventato persino noioso. “Giocheremo ogni partita come se fosse una finale”.

D’altra parte che diavolo volete che ci dicano, poveri Cristi in biancorosso, immersi come sono nel guano di una situazione disperante. Perché per continuare ad inseguire il miraggio della salvezza non basterà battere domani il Cosenza, né prossimamente la Spal, il Pordenone, la Reggina, il Crotone o l’Alessandria. Sarebbe bello che fosse così, ma bisognerebbe che le altre stessero ferme ad aspettarci. Servirà andare a portare a casa punti su campi impossibili, già a Pisa martedì prossimo. E poi a Parma, a Monza, a Brescia, a Benevento…

Perché un po’ tutti, anche le concorrenti dirette alla lotteria dei disperati, si sono rafforzati sul mercato (o almeno così pensano). Perché l’ultima parte del campionato tradizionalmente offre una serie di risultati che vanno contro logica e buon senso. Perché il distacco dalla comfort zone resta pesante, mentre le gare diminuiscono. E perché incombe sempre il rischio dei 5 punti di distacco che staccherebbero la spina anche all’illusione dei play out. Insomma, in questo quadro da ritirata di Russia, che cosa ha detto Brocchi parlando della “madre di tutte le partite”? Ha gettato acque sul fuoco dell’epos calcistico: “Non esistono ormai partite più importanti. Questa che arriva è esattamente come quella con l’Alessandria. Non serve caricarla di ansia anche se sappiamo benissimo la valenza di un successo. Psicologicamente abbiamo recuperato bene dopo il passo falso di Frosinone anche se è ovvio che in queste condizioni non si può pretendere una totale serenità. Sto lavorando su questo, perché un giocatore spaventato è un giocatore che può incappare in errori e questo non ce lo possiamo permettere…”

Poi arriva un altro getto di idrante sulla situazione fisica del gruppo: “Saremo in emergenza in attacco. Teodoro è rientrato da un paio di giorni ma ovviamente non è al massimo: forse potrà fare uno spezzone. Idem per Meggio, che si è allenato in settimana ma non è certo nella condizione migliore e per Diaw che addirittura si è aggregato al gruppo solo oggi dopo la forte contusione. Arruolabile al 100% c’è solo Mancini.” Le parole dell’allenatore farebbero intuire un utilizzo di Da Cruz come “falso nueve” nel 4/2/3/1 annunciato. Ma chi alle spalle dell’unica punta? “Tra Giacomelli e Dalmonte non so chi giocherà, magari nessuno dei due… Ranocchia sta passando un periodo di affaticamento, dopo aver tirato tanto la carretta. Dubito che possa fare tutte e tre le partite che ci aspettano, dovrò risparmiarlo. E in difesa continuiamo ad essere in crisi sugli esterni. Ci mancheranno infatti sia Lukaku, che è non è ancora pronto ma spero di recuperare per martedì e Cappelletti che starà fuori più del previsto per il doppio infortunio alla gamba”.

Il Cosenza non è tra le big, ma il tecnico dimostra di averne molto rispetto: “I calabresi sono una formazione che sa difendere bene e sono capaci di ripartire fulmineamente. Bisognerà stare molto attenti quando siamo noi in possesso palla, perché subendo un break potremmo pagare un caro prezzo”.

Tra i pali giocherà ancora Contini? “Si. In un ruolo cos’ delicato io preferisco che ci siano delle chiare gerarchie. Stimo tanto Grandi, che secondo me ha fatto un soddisfacente girone di andata, ma il portiere deve andare in campo senza troppe pressioni, con attenzione ma anche spensieratezza.”

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