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Il Lane "Balza" sul carro della riscossa?

"C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, per dirla col Pascoli", il punto di Alberto Belloni

Alle porte tre fondamentali partite (sul green di Lecce e con Alessandria e Cittadella al Menti) nei prossimi 10 giorni, per capire il futuro del Vicenza. In attesa di poter contare sui rinforzi di mercato predisposti dal management biancorosso. Dopo Teodoroczyk e Boli, chi?

Ma più che il totonomi circa i giocatori che faranno compagnia al Papa polacco Luca 1° e al coloured del Lens Charles Boli, a me sembra molto interessante il nuovo clima che si respira attorno a Largo Paolo Rossi. Evidentemente ci si è resi conto che il lungo arroccamento difensivo attorno a Magallini/Di Carlo, oltre che sbagliato è stato autolesionistico. Per questo va guardato con tanto interesse il clima che Federico Balzaretti è riuscito a creare in queste sue prime settimane di lavoro. Iniziato con due step: il maquillage simpatia e l’apertura a dialogo con l’ambiente.

Una delle cose maggiormente mancata nel regno del Gatto & la Volpe è stata proprio la vocazione al confronto, accompagnata dalla disponibilità all’autocritica. E già durante l’operazione Teodoroczyk è stato impossibile non notare il diverso approccio. Nel tribolato triennio precedente s’erano avvicendate operazioni ai limiti del grottesco, per le quali è risultata difficile (se non impossibile) l’attribuzione di paternità. Un film di fallimenti in cui è rimasta desolatamente vuota la sedia del regista. Una pellicola a metà tra l’incomunicabilità di Michelangelo Antonioni e la smorfia omertosa del Padrino. Un’opera omnia che ha visto arruolare prima El Magico Bandolero (Scoppa), poi il Trio Meravigliao e quest’anno Los Tres Caballeros (Brosco, Calderoni e Crecco). Citando solo i titoli di testa…

Ma c’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, per dirla col Pascoli. Sull’acquisto del bomber di Zuromin (Voivodato di Masovia, non Wadowice come il Karol, che da ragazzo giocava portiere) e sull’ultimo colpo dalla Francia, il neo DS berico ha messo subito il cappello (e con lui il fido Vallone, mago dei numeri). Come dire, se il gigante dell’est e l’esterno destro transalpino si dimostreranno acquisti vincenti (e idem nel caso si rivelino una ciofeca) sarò io il responsabile. Mica poco…Ora, la scommessa diventa non solo o non tanto la scelta su chi affiancare ai primi due tasselli nell’operazione di rafforzamento, quanto come liberarsi dei vari “pipperi” destinati a lasciar liberi gli altri posti. E inoltre, va bene Lukaku Junior come esterno sinistro, sempre se l’operazione finirà con lo sbloccarsi. Però restano momentaneamente vuote le caselle alla voce difensore centrale e punta aggiuntiva, per le quali c’è si tempo fino a fine mese ma con offerte sul banco degli svincolati che non appaiono troppo solluccherose. Degno di attenzione, come detto, è il principio di new deal (salvo essere smentiti dai fatti, ovviamente).

É tornato a fiorire il sorriso sulle labbra di Sara Vivian. Paolo Bedin comunica coi comuni mortali come ai bei tempi della gioventù. Persino la famiglia Rosso appare più attenta alle dichiarazioni pubbliche. Si esprime persino meno in inglese, pig devil! Quanto a Cristian Brocchi, nonostante abbia sempre delle gran belle gatte da pelare, ha di certo portato in dote un calcio migliore (o meno peggio, fate voi) nonchè un’empatia con la stampa di cui s’era perso persino il ricordo in seguito alle conferenze stampa degli ultimi anni (passate alla storia come continuazione pallonara del teatro dell’assurdo di Eugene Ionesco). Il mister ha certo un compito ai limiti dell’impossibile. Anche perché deve capitalizzare al meglio le prossime tre gare, prima di poter sfruttare quel che il mercato di riparazione gli andrà fornendo: Lecce, Alessandria e Cittadella, prima del lock down delle contrattazioni.

Il Lane non può fare troppi calcoli. Servono almeno 6 punti, meglio se 7, per avviare la scalata verso la Grande Speranza. Il cuore dice “Mai mollare”, finchè la matematica non lo attesta. Ma il cervello smorza gli entusiasmi. In realtà se al nostro posto ci fosse un’altra squadra, la daremmo tranquillamente come defunta, non raccontiamoci balle. Il primo passo per sbugiardare la logica viene dunque dallo Stadio del Mare. Tornare a casa imbattuti dal Salento sarebbe un primo segnale importante che (detto in idioma otb) nothing is impossible.

E io, nonostante tutto, sono ottimista. Chissà, magari si svegliano contemporaneamente sia Diaw che Proia, alla faccia di Modena e Spal, che stanno proponendo le loro serenate a suon di euri. Basterà solo aspettare altri 10 giorni, tranquilli. In chiusura, restando fedeli a Cinecittà, sui cartelloni del cinema (un tempo, lo dico per i più giovani, collocati sui muri di Corso Palladio) ci starebbe a fagiolo il titolo di un capolavoro di De Sica, adattato alla nostra bisogna. Miracolo a Vicenza, non a Milano… Che film, ragazzi!

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