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Manita del diavolo, aspettando il Monza

Le prime pagelline di stagione di Alberto Belloni

Il Diavolo fa la manita al Vicenza e questo non fa notizia. Come non fa notizia l’insistenza con cui il commentatore del channel rossonero ha sottolineato l’amore eterno per il Milan sia del patron del Lane che del vicentinissimo presidente Scaroni. Si sperava di poter ammirare lo Zingaro, il quale però non è sceso in campo, rattristando i molti tifosi berici il cui cuore batte, invece che per la squadra di casa, per quella più blasonata di marca meneghina. Sulla partita, in quanto tale, sapete già tutto o quasi. I biancorossi nel primo tempo sono stati letteralmente presi a schiaffoni dai padroni di casa. Una formazione, quella di Di Carlo, che nei 45’ minuti iniziali ci ha capito poco o nulla della gara.

E’ andata sotto tre volte ma il passivo avrebbe potuto essere anche più pesante se gli avanti di Pioli avessero concretizzato le altre 2 o 3 ghiotte occasioni che si erano procurate. Musica diversa nella ripresa, dove il Vicenza ha beneficiato assai più degli avversari dei cambi in corsa. Effetto principale: il centrocampo di Mimmo, fino a quel momento surclassato dai vari Cahlanoglu, Bennacer e compagnia, ha iniziato dire la sua, trascinato dai neo entrati Cinelli e Pontisso.

Ma ecco le prime pagelline della stagione: PIZZIGNACCO 6,5; GRANDI 6,5; BRUSCAGIN 6; PADELLA 5/6; IERARDI 5/6; BERUATTO 6,5; ZARPELLON 6-; SCOPPA 5,5; RIGONI 5+; NALINI 5+; MAROTTA 5,5; MEGGIORINI 5; GUERRA 6,5; GIACOMELLI 6,5;  GORI 6+; CINELLI 6+; PONTISSO 6,5; TRONCHIN 6-; CAPPELLETTI 6; FANTONI 6+; BARLOCCO 6; VANDEPUTTE 5,5; ISSA 6-.

Più che le valutazioni dei singoli, tuttavia, che a questo punto del precampionato contano quel che contano, la partita di ieri suggerisce al vostro opinionista almeno un paio di chiose interessanti. Partiamo dalla prima linea, circa la quale ogni giudizio complessivo passa attraverso l’analisi del momento di forma di Riccardo Meggiorini, apparso ancora sottotono e pure un poco incarognito. Senza un suo ritorno ad una condizione di forma ottimale (e quindi senza il suo apporto di gol segnati) l’attuale organico offensivo non mi pare all’altezza della serie B. D’altra parte se in questo scorcio di partire di preparazione il capocannoniere resta Guerra, qualcosa dovrà pur significare, no? Metteteci come aggiunta la fase di stallo sulla sorte dell’Artigliere Marotta per capire quanto siamo legati a doppio filo ai gol dell’ex clivense.

Veniamo ora al centrocampo. Abbiamo visto (e non solo ieri) che quando la qualità degli avversari si alza e ci si confronta con tassi tecnici molto elevati, il meccanismo di gioco che in C funzionava piuttosto bene si rivela inefficace o di difficile attuazione. Nella zona nevralgica del campo, soprattutto nel primo tempo (nel quale, non dimentichiamolo, giostravano alcuni elementi che sulla carta formano la struttura del reparto berico e mi riferisco in particolare a Rigoni e Scoppa) la linea biancorossa è stata letteralmente macinata e il Lane non ha prodotto nulla che potesse lontanamente impensierire il riposo di Donnarumma. Con uno schieramento di gamba gagliarda (Cinelli, Pontisso, Giacomelli ecc.) il Milan 2 ha avuto vita meno facile ed il dettaglio numerico della frazione di gioco (2-1 per Maldini & C. ma con di mezzo il gran palo di Pontisso) hanno reso quanto meno più equilibrato il match. Nella Cadetteria il confronto con cabine di regia occupate da giocatori di alto livello sarà molto più frequente che in Terza Serie.

Vedremo squadre con valori analoghi ai nostri (Cosenza, Salernitana, Venezia ecc.) ma anche molti club che sulla carta ci sono superiori per organico. E penso non solo al Monza (che ha speso una fortuna in campagna acquisti rinforzando un telaio che era già di primordine la stagione scorsa) ma anche alle retrocesse dalla A e ad altre squadre che non nascondono ambizioni di promozione (vedi Pordenone, Frosinone, ecc.). Ma bando ai giri di parole. Cosa va migliorato nel centrocampo della Nobile ad avviso del vostro modesto interlocutore? Direi che la fase più critica è quella del passaggio tra le palle recuperate (o riavviate dalla difesa) e il lancio ad innescare la trequarti e l’attacco.

Anche ieri a Milanello, per almeno metà della partita, la gestione di questa fase è apparsa macchinosa, timida e molto lenta. Quando si ha di fronte una compagine ricca di talenti (non solum, sed etiam) perdere tempo a traccheggiare con tocchi laterali, retropassaggi o iniziative casuali, consente inevitabilmente agli avversari di rimettere in sesto la copertura e riavviare il pressing. Sto dicendo un’ovvietà, per chiunque mastichi di calcio. Il segreto, per la squadra meno attrezzata qualitativamente, è la velocità di riavvio della manovra e la precisione dei passaggi.

Proprio quello che ieri, soprattutto per 45’ minuti è stata una chimera calcistica. Ovviamente è ben più facile da dire che da fare, specie se gli antagonisti si rivelano molto bravi e preparati. Per provarci, almeno per provarci, serve secondo me un giocatore che il questo momento il Lane non ha apparentemente nei suoi ranghi. Volete chiamarlo regista? Volete chiamarlo mezzala fosforica? Volete chiamarlo piede fatato? Quello approntato da via Schio è attualmente un buon centrocampo, ricco di elementi di valore e di giovani in piena crescita.

Ma il mestiere di cui stiamo parlando più che impararlo sul campo lo si deve possedere nel proprio DNA. Pirlo (o Di Gennaro, per restare alle cose nostre) ci si nasce. Si tratta di innata rapidità di collegamento tra cervello e piede, di capacità di indovinare i movimenti di gioco una frazione di secondo prima che avvengano, si tratta di vedere gli spazi prima che si liberino, si tratta di avere quel talento naturale che ti consente, anche da trenta metri di distanza, di piazzare col metronomo il pallone giusto sulla corsa dell’attaccante, senza fargli perdere nemmeno mezzo passo. Mica li trovi all’Esselunga, certi elementi, lo so bene. Ma purtroppo sono quelli che fanno la differenza. E la farebbero soprattutto nel Lane, che di bravi geometri sul campo, di cacciatori di palloni, di cursori instancabili e di esperti gestori di tempi ne ha, eccome.

Ancora due pedine, quindi? No, forse una sola, se il Meggio tornerà presto quello che il mister ha conosciuto ed apprezzato. Per il resto la squadra c’è, ne sono convinto. Nei portieri, nelle fasce laterali basse, nelle corsie avanzate, nella panchina. Mica sempre avremo di fronte Milan o Lazio. Beh, la controprova l’avremo presto, giusto questo sabato. Il Monza è considerato la Juve della serie B, rinforzato dai vari Di Gregorio, Donati, Carlos Augusto, Barillà, Barberis, Colpani, Maric, Gytkjaer e scusate se ne ho dimenticato un’altra mezza dozzina. Vedremo come reggerà la nostra retroguardia, come funzionerà il nostro centrocampo e se le nostre punte riusciranno a dar fastidio alla corazzata del Cavaliere, alle prese, pure lui come le squadre in costruzione, con i guai di buona salute.

Ce n’è per un sabato per tutti i palati, con la partita trasmessa in chiaro e quindi alla portata di tutto il popolo biancorosso. Mi sovviene ancora qualche ruggine di vecchia data, con la sociatà brianzola, da regolare sportivamente. Peccato solo che Marchi sia andato alla Vis Pesaro…

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