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Il caso delle acque inquinate arriva alla procura di Vicenza

La Regione Veneto denuncia lo stato delle acque le acque superficiali di una trentina di Comuni veneti, principalmente della provincia di Vicenza, e di quelle limitrofe di Padova e Verona, sono interessate da livelli di inquinamento di diversa entità

La segnalazione della Regione Veneto è arrivata fino alla procura di Vicenza: parliamo ancora dell’inquinamento delle acque. Cita il comunicato della Regione: «le acque superficiali di una trentina di Comuni veneti, principalmente della provincia di Vicenza, e di quelle limitrofe di Padova e Verona, sono interessate da livelli di inquinamento di diversa entità da sostanze perfluoro-alchiliche (PFOA), composti utilizzati principalmente per rendere resistenti ai grassi e all’acqua vari materiali come tessuti, tappeti, carta, rivestimenti per contenitori di alimenti».


 

I dati parlano chiaro: da una campagna di misurazioni effettuata dal centro Nazionale delle Ricerche in accordo con il Ministero dell’Ambiente si evidenzia proprio l’alto tasso di inquinamento delle acque vicentine. I bacini dell’Adige-Chiampo, del Bacchiglione e dell’Agno a nord dell’autostrada sono meno inquinati con concentrazioni massime di PFOA inferiori a 100 nanogrammi/litro. A sud dell’autostrada, invece, nel bacino di Agno e Fratta Gorzone sono state misurate concentrazioni di PFOA molto elevate, spesso superiori a 1000 nanogrammi/litro, che destano una certa preoccupazione dal punto di vista ambientale. La concentrazione di queste sostanze nelle acque potabili campionate da punti di erogazione pubblici e privati ha evidenziato concentrazioni variabili. Anche in questo caso la maggior parte delle acque campionate nei bacini dell’Adige (riva destra) e del Bacchiglione (incluso Vicenza) non presentano quantità rilevabili di queste sostanze, mentre nel bacino di Agno-Fratta Gorzone vi sono concentrazioni crescenti da nord a sud, che raggiungono valori di PFOA (sostanze perfluoro – alchiliche) superiori a 1000 nanogrammi/litro.


 

L’assessore regionale alla sanità Luca Coletto, non appena informato della situazione, ha immediatamente attivato i tecnici del dipartimento regionale prevenzione che hanno richiesto un parere all’Istituto Superiore di Sanità sulle possibilità di rischio per la popolazione.

“L’Iss – informa Coletto – ha rassicurato sull’assenza di un rischio immediato per la popolazione, ma a scopo cautelativo ha consigliato l’adozione di misure di trattamento delle acque potabili per l’abbattimento delle sostanze in questione e di prevenzione e controllo delle filiera idrica delle acque destinate al consumo umano nei territori interessati”.


 

Per il momento si stanno aspettando i risultati dei campionamenti ufficiali anche dall’Ulss 5.

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