Acqua, Vicenza spreca meno rispetto al resto d’Italia
Uno studio condotto da Cittadinanzattiva mette in relazione prezzi e dispersione della rete idrica: la città veneta è la seconda per spesa nel 2012, ma è l'unica che sperpera 'solo' un 21%
L’acqua e il suo poco efficiente utilizzo. Le rete idriche e le fuoriuscite dai tubi, meglio dette sprechi. Qual è la situazione italiana? Ha risposto l’Indagine dell’Osservatorio Prezzi & Tariffe di Cittadinanzattiva sui costi del servizio idrico. Quel che viene fuori è un’Italia che deve migliorare
Puntando i riflettori sul Veneto, si scopre che una famiglia, nella regione, spende in media per l’acqua 309 euro l’anno, quindi assolutamente in linea con i 310 del resto del Paese, ma le differenze provinciali ci sono: si va dai ‘soli’ 235 euro di Verona ai 412 di Rovigo, passando per i 248 di Venezia, 260 di Treviso, 272 di Belluno, 309 di Padova, e i 317 di Vicenza, posizionano la città sul podio: un poco auspicabile secondo posto per costi abbastanza elevati.
La situazione nella città era migliore – anche se di poco - nel 2011, quando le famiglie sborsavano 292 euro: si è registrato nel 2012 un incremento dell’8,6%. Rispetto al 2007 invece, la situazione è peggiorata abbastanza: sei anni fa la spesa era 220 euro, ossia un 44,1% in meno. Vicenza però batte tutte le altre città venete per quel che riguarda la dispersione della rete idrica, pari al 33% nel resto d’Italia, e al 21% nella città, dell’acqua immessa nelle tubature.
L’indagine è stata realizzata in tutti i capoluoghi di provincia, relativamente all’anno 2012 e l’attenzione si è focalizzata sul servizio idrico integrato per uso domestico: acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione, quota fissa (o ex nolo contatori).
I dati diffusi dall’annuale indagine dell’Osservatorio di Cittadinanzattiva sono in netto contrasto con il problema della scarsità di acqua. In Italia, come negli altri Paesi europei e nordamericani, la maggior parte dei cittadini (con le eccezioni del caso) ritiene l’approvvigionamento idrico un fatto semplice e scontato.
Eppure basti pensare che nel Bel Paese per gli usi domestici si consumano circa 220 litri d’acqua per abitante al giorno e il consumo complessivo è di circa 2800 litri al giorno pro capite. (Fonte: Zanichelli 2010) Più spreconi di noi sono solo gli Stati Uniti d’America. Ci sono poi il settore industriale, che utilizza circa il 25%, e l’agricoltura il 60% dell’acqua totale prelevata.
I dati del dossier sono riferiti a una famiglia tipo di tre persone, con un consumo annuo di 192 metri cubi di acqua, e sono comprensivi di Iva al 10%. Le famiglie italiane sostengono quindi in media una spesa di 310 euro ed è il centro la zona dove i rincari sono stati maggiori con un +47,1% rispetto al 2007, seguita dal nord +32,1% e il sud 23,8%. Sarà forse il caso in cui una maggiore consapevolezza del problema, nazionale prima, e globale poi potrebbe dar luogo a singoli comportamenti virtuosi che invoglino le amministrazioni a cercare e mettere in atto soluzioni efficaci ed efficienti?