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Stress da rientro a scuola, i consigli del pedagogista clinico a genitori e figli

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di VicenzaToday

Ritornare a scuola? «Uno stress, come ogni cambiamento che modifica il proprio ritmo di vita» spiega, a pochi giorni dal suono della prima campanella che il 12 settembre darà ufficialmente il via in Veneto al nuovo anno scolastico, il pedagogista clinico Federica Ciccanti del Centro Studi Specialistici "San Marco" con sede a Monticello Conte Otto.
Molti studenti torneranno sui banchi nelle aule lasciate a giugno, ritrovando amici e conoscendo già l'ambiente. Per altri, specialmente nel passaggio tra medie e superiori, sarà un cambiamento importante nel quale mamma e papà dovranno avere un ruolo attivo. A loro l'esperta offre alcuni suggerimenti per minimizzare gli sforzi, ridurre l'ansia e affrontare con serenità il nuovo inizio. «Ogni genitore deve ripensare a ciò che l'anno scorso ha rappresentato una difficoltà nel percorso formativo del figlio, individuando i segni di stanchezza ed anticipando le eventuali criticità» esordisce. Far tesoro degli errori, senza colpevolizzare, aiuta ad accrescere l'autostima.
L'ambiente di studio ha un ruolo chiave: «Bisogna coinvolgere i ragazzi a creare uno spazio il più possibile accogliente in cui studiare: è lì del resto che, nei prossimi nove mesi, trascorreranno molte ore della giornata». Altrettanto utile per riacquistare energie è il riposo fisico e mentale. Per rendere il risveglio meno traumatico, il suggerimento è di abituare gradualmente gli studenti ai ritmi della sveglia mattutina. Riposare non è soltanto una buona regola o un'abitudine, ma favorisce condizioni di equilibrio da applicare alle attività in generale (dallo sport alla preparazione delle lezioni fino ai momenti ricreativi) attraverso un'attenta programmazione.
Tristezza, facilità al pianto, tendenza all'isolamento e rifiuto a partecipare ad iniziative sociali sono segnali da non trascurare. Dietro al loro esordio possono nascondersi reazioni a episodi di bullismo o richieste d'aiuto per un ambientamento particolarmente difficile. Al minimo sospetto, conclude Ciccanti, è opportuno intervenire ed essere di supporto: «Ogni figlio ha bisogno di sentire che in lui e nella scuola si ripone fiducia. Sarà un anno impegnativo, ma allo stesso tempo di crescita».

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