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Emergenza Coronavirus a Vicenza: gli angeli sono stanchi

L’immane sforzo di chi lavora negli ospedali, mettendo in secondo piano la sfera personale e familiare. La situazione al San Bortolo

Coronavirus Vicenza, 72 ore difficili al San Bortolo, c'è stato il primo decesso, in cura oltre 90 positivi. Siamo nel pieno dell'infezione e hanno portato nuovi ammalati da ospedali che non sono abbastanza attrezzati. I pazienti normali sono stati spostati dalla terapia intensiva per fare spazio ai nuovi arrivi per Covid 19. Sono stati predisposti dei posti letto per la notte in caso sia necessario chiedere al personale di fermarsi a dormire in ospedale. La situazione comunque è sotto controllo e tutti si stanno prodigando per far fronte a questa che è stata chiamata dall'OMS pandemia. Sono calate le persone che si presentano al Triage perchè hanno paura di avere contratto il virus, questo è un segno positivo di responsabilità della popolazione. Tutti i sanitari sono concentrati sulla terapia intensiva e hanno rimandato le visite normali. E' stato richiesto alla Regione nuovi macchinari per far fronte ad eventuali altri peggioramenti di pazienti, per ora sono 6 i gravissimi.

Il presidente di Opi Vicenza (Ordine professioni infermieristiche), Federico Pegoraro:

 «Sicuramente in questo periodo gli infermieri sono sottoposti a carichi di lavoro imponenti. Tutti lavorano sette giorni su sette e come è noto sono stati sospesi tutti i congedi. Da parte mia non posso che ringraziare tutti i colleghi per l’enorme sforzo che stanno facendo unitamente ai medici e a tutto il personale sanitario. Il presidente Zaia ha già dichiarato di voler procedere all’assunzione di medici e infermieri, per cui speriamo che ciò possa accadere nei tempi che questa emergenza sta richiedendo. Circa la sufficienza o meno dei presidi a nostra disposizione, ciò che posso dire come Ordine è che ci siamo già mossi per chiedere che per tutti i colleghi che operano in ambito ospedaliero e sul territorio vengano messi a disposizione tutti gli strumenti necessari per garantire e tutelare la loro salute, per far sì che essi possano essere d’aiuto a quella degli altri».

AIUTATECI AD AIUTARVI! Noi infermieri non possiamo, ma voi RESTATE A CASA
Bisogna rispettare la distanza di sicurezza, usare i disinfettanti sulle mani e le superfici, e fare attenzione ai sintomi.

 «La situazione attuale dovrebbe imporre a tutti, prima di ogni cosa, l’uso del buon senso affinché possano essere prevenute conseguenze che potrebbero avere un impatto ancora più significativo su tutta la popolazione e sui servizi sanitari. Voglio ringraziare pubblicamente tutti gli infermieri per l’immane sforzo che con abnegazione in questi giorni stanno compiendo, assieme agli altri professionisti della salute, mettendo in secondo piano la sfera personale e familiare. Non solo quanti operano nelle strutture pubbliche, ma anche i professionisti che si muovono nel territorio. In questi giorni tutti ci chiamano “angeli”, ma noi stiamo solo facendo il nostro dovere di professionisti con responsabilità e professionalità mettendoci il cuore, come sempre e in ogni situazione, nella presa in carico di persone che si trovano ad affrontare situazioni che non rientrano sicuramente nell’ambito di una “normale” malattia. Mi auguro che quando questa emergenza sarà passata le persone non dimentichino il valore che gli infermieri hanno espresso e garantito anche in questo momento, ricordando che noi, assieme a tutti gli operatori sanitari, siamo sempre al fianco dei cittadini».

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