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Salute

Batterio killer, la Regione richiama 10mila pazienti: esposto in Procura del Codacons

Per l'associazione, che offre assistenza ai cittadini coinvolti per ottenere indennizzi "La vicenda è assurda, tutti i pazienti hanno diritto a risarcimento per rischi sanitari"

Sono circa 10mila i pazienti i pazienti operati nelle cardiochirurgie del Veneto che verranno contattati per valutare eventuali approfondimenti clinici in relazione al pericolo di infezione del Mycobacterium. Tutti riceveranno una scheda informativa contenente le informazioni sui sintomi e l'indicazione dei numeri di telefono da chiamare per qualsiasi evenienza e per gli eventuali approfondimenti clinici necessari. LO ha deciso il gruppo di lavoro istituito dalla Regione Veneto per la Prevenzione e la Gestione delle Infezioni da Micobatteri non Tubercolari. Ma il Codacons non è d'accordo e sta predisponendo un esposto alle Procure della Repubblica di Venezia, Padova, Vicenza e Treviso, affinché sia aperta una inchiesta sul caso.

IL BATTERIO KILLER

Il Mycobacterium chimaera è un batterio diffuso in natura e generalmente non pericoloso per la salute umana. Rari casi invasivi di infezione da Mycobacterium chimaera sono stati riscontrati in Europa e negli Stati Uniti, associati all’utilizzo di dispositivi di raffreddamento/riscaldamento necessari a regolare la temperatura del sangue durante interventi cardiochirurgici in circolazione extra corporea. Le evidenze scientifiche suggeriscono che l’infezione dei pazienti può avvenire tramite aerosol proveniente dall’acqua dei dispositivi.

La Regione del Veneto congiuntamente alla Regione Emilia Romagna ha messo in atto un monitoraggio microbiologico relativo alla contaminazione dei dispositivi in parola. "Pur essendo state messe in atto le indicazioni di sicurezza progressivamente trasmesse dalla Ditta produttrice e l’aggiornamento/sostituzione dei dispositivi nel corso del 2017 per ridurre ulteriormente il rischio di contaminazione, nel principio di massima precauzione, è stato condiviso l’invio di un’informativa da trasmettere ai pazienti sottoposti ad intervento di chirurgia cardiaca con l’utilizzo dei dispositivi di cui sopra, dal 1 gennaio 2010 al 31 dicembre 2017, al fine della presa in carico dei casi potenzialmente sospetti", recita una nota della Regione". 

Ad oggi, in Regione Veneto, sono stati diagnosticati 16 casi di infezione da Mycobacterium chimaera, di cui due con intervento cardiochirurgico eseguito in altre Regioni.
Su oltre 30.000 interventi chirurgici eseguiti dal 2010 presso le Cardiochirurgie della Regione Veneto, sono stati individuati 14 casi di infezione, di cui 6 decessi.
I pazienti potenzialmente interessati sono stimati in circa 10.000. A tutti verrà inviata una scheda informativa contenente le informazioni sui sintomi e l’indicazione dei numeri di telefono da contattare per qualsiasi evenienza e per gli eventuali approfondimenti clinici necessari. I macchinari presenti nelle cardiochirurgie di tutti gli ospedali veneti sono già stati messi in sicurezza e, in alcuni casi, sostituiti. Viene comunque data a tutti i reparti l’indicazione di collocare tali macchinari, di qualsiasi marca di fabbricazione essi siano, all’esterno della sala operatoria.

IL CODACONS 

"Una vicenda assurda che dovrà necessariamente portare ad indennizzi per i pazienti coinvolti". Lo afferma il Codacons, commentando il richiamo disposto dalla Regione Veneto per 10mila pazienti che tra il 2010 e il 31 dicembre 2017 hanno subìto la sostituzione della valvola cardiaca nelle quattro Cardiochirurgie degli ospedali di Padova, Vicenza, Treviso e Mestre, a causa del rischio di infezioni. “Ancora una volta siamo di fronte ad uno scandalo sanitario che coinvolge una moltitudine di cittadini – spiega il presidente Carlo Rienzi – Soggetti che a loro insaputa hanno corso rischi sanitari evidenti e che ora devono essere indennizzati”.

In tal senso il Codacons, con l’ausilio dei referenti locali Franco Conte e Stefano Fanini, sta predisponendo un esposto alle Procure della Repubblica di Venezia, Padova, Vicenza e Treviso, affinché sia aperta una inchiesta sul caso e siano accertate le responsabilità di soggetti pubblici e privati coinvolti, e offre assistenza legale ai pazienti interessati dal richiamo. “Tutti coloro che riceveranno l’avviso dalla Regione Veneto possono contattare il Codacons per valutare assieme alla nostra associazione le azioni da intraprendere allo scopo di tutelare i propri diritti e chiedere il giusto risarcimento anche in assenza di danni fisici e solo per i rischi sanitari corsi” – aggiunge Rienzi. Tutti gli interessati possono inviare a partire da oggi una mail all’indirizzo info@codacons.it e riceveranno istruzioni dall’associazione.

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