Piano casa delle giunta bocciato, Vicenza "si tiene" la versione standard redatta dalla Regione. Ieri sera è andato in scena il consiglio comunale che doveva portare all'approvazione, in extremis visto che la data limite era proprio il 30 novembre, della versione vicentina del piano casa regionale. Ad affossare il piano, che prevedeva la possibilità di ampliamenti anche in centro storico, è stato l'ostruzionismo della Lega Nord che ha allungato la discussione degli emendamenti fino a notte fonda, ben oltre il limite della mezzanotte.

Bocciata dunque la versione "personalizzata" del piano casa, stesa dall'assessore all'edilizia privata Cangini, che permetteva di ampliare, ristritturando, circa 1200 edifici non tutelati dalla Soprintendenza in centro storico. Ora entrerà probabilmente in vigore il piano "standard" regionale, che prevede ampliamenti di cubature in centro ma solo per le prime case. Altri capoluoghi come Verona, Padova e Venezia hanno invece tutelato del tutto le aree all'interno delle mura cittadine.

Per la maggioranza di Variati è un tonfo non previsto. Nella prima seduta, lunedì, era stata Cinzia Bottene di Vicenza Libera - No Dal Molin a mettere in scacco la maggioranza, presentando ben mille emendamenti al piano. La Bottene voleva escludere gli ampliamenti in centro storico. In seguito interviene il Pdl che, pur non condividendo le idee della consigliere No Dal Molin, trasforma i suoi emendamenti in ordini del giorno pur di mandare sotto la maggioranza. Ieri doveva essere la volta della mediazione di Variati, che con un emendamento "blindato" proponeva limiti alle altezze degli ampliamenti in centro. Sembrava dover andare tutto liscio, ma a sorpresa la Lega Nord ha depositato 300 ordini del giorno, facendo slittare la discussione oltre il limite.