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Vicentino e Trevigiano «ancora nella morsa del cemento»

Il consigliere regionale Zanoni attacca l'ultima legge urbanistica licenziata a palazzo Ferro Fini: «è la riscossa della betoniera»

«Assieme al Trevigiano, il Vicentino è una delle aree del Veneto che piú rischia dopo la recente deregulation decisa dalla maggioranza in Consiglio regionale non piú tardi di ieri quando è stato votato un disegno di legge in materia di assetto del territorio». Non usa mezzi termini il consigliere regionale veneto del Pd Andrea Zanoni nel commentare la nuova legge uscita da palazzo Ferro Fini in materia urbanistica, un provvedimento fortemente voluto dal governatore leghista Luca Zaia.

«Non dimentichiamo - rimarca Zanoni - che in relazione al passaggio della Spv o Superstrada Pedemontana veneta per le due province, anche in ragione del progetto di legge licenziato poche ore fa, ossia il 376 del 17 luglio 2019, si metteranno in moto una serie di appetiti speculativi, che sono l'opposto della tradizione e della cultura delle radici della nostra terra che la maggioranza di centrodestra, a chiacchiere, dice di voler difendere».Zanoni spiega altresì che il Vicentino, sul quale insistono numerose cave, proprio in ragione delle possibili deroghe che l'amministrazione potrà concedere alla coltivazione di queste ultime, è un'area «che potrebbe essere soggetta a pressioni ambientali pazzesche». Tuttavia il cahier de doléances continua.

«Il consumo zero di suolo - attacca poi il consigliere in una nota diramata stamani - è diventato un vecchio e sbiadito ricordo» visto che in forza della norma approvata «si consente la cementificazione di milioni di metri cubi in deroga. È la riscossa della betoniera. È come se avessimo approvato un nuovo Piano casa, ma nel disordine e nell’anarchia più assoluta, è una norma astrusa - sottolinea il consigliere - che sicuramente genererà gravi conflitti in tutto il territorio a causa di questa miriade di fabbricati in deroga, con impatti particolarmente pesanti nelle aree agricole. È una legge che nei prossimi vent'anni ci lascerà un Veneto devastato». Poi un'accusa durissima: «Come se non bastasse, vengono diminuiti i percorsi di trasparenza e partecipazione nella costruzione e nella valutazione dei provvedimenti e i controlli sono resi più complicati».

Nella sua nota Zanoni poi dedica un approfondimento alla Marca, anche se le deroghe pensate per i luoghi tutelati dall'Unesco potrebbero estendersi altrove: «Sarà consentita la trasformazione dei vari pollai, ricoveri per attrezzi, stalle, fienili, catapecchie esistenti in zona agricola in piccoli alberghetti diffusi nell’area tutelata delle Colline del Prosecco. Questa norma è stata pensata per l’area Unesco, come ha confermato in aula l’assessore al turismo Federico Caner; ma così come scritta, potrebbe interessare l’intero Veneto. Sarà la Giunta a stabilire l’elenco dei Comuni interessati e inserire eventuali paletti.

È una vera contraddizione, un attacco all’Unesco: si tratta di un’area che doveva essere preservata e tutelata soprattutto nel suo aspetto paesaggistico e che invece verrà gravemente sconvolta con la realizzazione, addirittura in deroga a tutti gli strumenti urbanistici e territoriali e ai regolamenti edilizi comunali, di edifici nuovi. In teoria ogni stalla può diventare casa, il valore di un fabbricato da pochi euro, potrà schizzare fino a 300.000 euro e oltre. Un’altra incongruenza è la previsione del mancato cambio della destinazione d’uso. Quindi, catastalmente parlando, ci saranno migliaia di turisti che dormiranno in fienili, stalle e pollai, una barzelletta, una follia. Probabilmente ci sono pure degli aspetti di incostituzionalità». Poi la chiusa: «Il Vicentino, il Trevigiano, ma anche molte aree della Regione finiscono così ancora una volta nella morsa del cemento».

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