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Vaccini, legge regionale divide la politica: traguardo o pasticcio?

"La questione va affrontata con decisione operando scelte chiare che non si prestino ad interpretazioni", spiega il consigliere regionale Berlato, per la senatrice del Pd Laura Puppato:"È un'assurdità"

Il dibattito sull'obbligatorietà della vaccinazione pediatrica in Veneto si fa sempre più acceso. Dopo l'approvazione della delibera da parte della Giunta regionale che introduce una serie di misure per assicurare il recupero delle coperture e garantire la salute, a fronte di un calo generalizzato delle vaccinazioni c'è chi sostiene la linea Zaia e chi la reputa un pasticcio.

“La questione vaccini va affrontata con decisione operando scelte chiare che non si prestino ad interpretazioni o al gioco dello scaricabarile. - sciega il consigliere regionale Sergio Berlato - Si tratta della salute pubblica, un argomento che non lascia spazio a tatticismi politici o mediazioni accomodanti. Occorre assumersi le responsabilità fino in fondo, sostenendo con forza la bontà delle scelte operate”.

“La diminuzione della copertura vaccinale degli ultimi anni – prosegue Berlato - ha determinato un aumento dei casi di malattie come il morbillo, la poliomielite o addirittura il ritorno della difterite che si dava per scomparsa in Europa. Per questo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha più volte richiamato il nostro Paese a prendere provvedimenti al riguardo, ribadendo che i vaccini costituiscono una delle misure preventive più efficaci, con un rapporto rischi/benefici più che positivo.”

“È sulla scorta dei dati che ci vengono forniti dalla Comunità scientifica e da eminenti esperti in materia che dobbiamo calibrare le nostre scelte – ribadisce il Consigliere regionale – non sulla base dei timori generati nell’opinione pubblica da una falsa informazione o dalle bufale che girano sul web”.

Diverso il pensiero della senatrice democratica Laura Puppato: "C'è una legge della Regione che rende la vaccinazione una libera scelta, ma una circolare dice che laddove si scenda sotto l'85% si devono vaccinare i bimbi fino a raggiungere la quota minima del 90%. Neanche la peggiore Democrazia Cristiana cerchiobottista avrebbe potuto partorire una tale assurdità".

"Immaginiamo un asilo in cui si verifichi il caso, come faremo a identificare i bimbi che si devono vaccinare rispetto a quelli che potranno non farlo? Tireremo a sorte? Decideremo per quelli con gli occhi chiari? Coi capelli scuri? E se i genitori giustamente rifiutano d'essere identificati come quelli obbligati alla vaccinazione? - si chiede la senatrice - non si può guidare una regione così e pure pretendere di avere maggiori autonomia".

"Cosa dovremmo farci con questa maggiore autonomia se nelle competenze che già abbiamo, la Regione decide di non decidere?" ha concluso.

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