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Tagli alla sanità, 1.200 letti in meno: cosa cambia nel Veneto

Il decreto del ministro Balduzzi rivoluziona l'assetto sanitario regionale. In attesa della conferenza Stato-Regioni giovedì 22, è previsto il taglio di 1.200 posti letto e 14 cliniche

In attesa di conoscere l'esito della conferenza Stato-Regioni, in programma giovedì 22, che dovrà prendere l'ultima decisione, la forbice del ministro della Sanità Renato Balduzzi taglierebbe in Veneto oltre 1.200 posti letto e 14 cliniche. E' quanto si evince dal decreto emesso nei giorni scorsi in materia. SANITA': TUTTE LE NOTIZIE

Come riporta Il Gazzettino, in Veneto si dovranno tagliare 1260 per acuti e 15 di neuro-riabilitazione, e andranno invece creati 741 nuovi posti letto per la riabilitazione e 63 per la lungodegenza. E questo comporterà la chiusura di 11 reparti di geriatria e di 6 oncologie. Mentre si dovranno aprire 26 strutture di lungodegenza, 17 di medicina e chirurgia di accettazione e di urgenza e 10 centri trasfusionali. Inoltre una decina di case di cura rischiano la chiusura, perché hanno meno di 80 posti letto per acuti, toccherà alla politica veneta trovare la soluzione per evitare che questo accada, ed il fatto che il "decreto Balduzzi" consideri "presidi" le strutture private e quindi non dovranno sottostare ad alcun badget imposto dalla Regione.

Novità anche sui singoli reparti, che dovranno garantire un minimo di interventi annui per poter sopravvivere: ad esempio, come meno di 250 procedure angioplastiche, si chiude. La classificazione contenuta nel decreto  non prevede strutture "monospecialistiche" (ad esempio riabilitative). Nel Veneto ce ne sono una ventina e sono classificate come "ospedali nodo di rete".

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