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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Covid-19, per commercianti e artigiani serve «un bonus da 2500 euro»

La richiesta per la erogazione di uno specifico fondo in carico alla Regione Veneto che dovrebbe almeno in parte mitigare gli effetti della serrata da coronavirus arriva da un sindaco del Basso vicentino: intanto fioccano le polemiche sulla manifestazione degli esercenti del primo maggio

Perché la Regione Veneto come hanno già fatto tra le tante «Lazio, Piemonte e Campania» non istituisce un fondo che assegni 2500 euro ad ogni impresa artigiana o del commercio che la richiederà? È questa la proposta indirizzata dal sindaco di Longare (si tratta del democratico Matteo Zennaro) al presidente della giunta regionale veneta, ossia il leghista Luca Zaia. L'appello è contenuto in una lettera che porta la data di oggi 3 maggio 2020.

Zennaro nel fare proprie le lamentele dei piccoli operatori del suo comprensorio spiega che l'effetto congiunto della mancanza di fatturato per un periodo che oscilla tra il mese e i tre mesi, «unito al forte incremento delle insolvenze da parte della clientela» in una con gli impegni già precedentemente assunti con le banche e coi fornitori rappresenta una miscela esplosiva che nessun operatore è in grado di sostenere a lungo e che potrebbe presto trasformarsi in disoccupazione.

Le parole del primo cittadino arrivano in un momento particolare in cui si avvertono ancora le eco delle proteste che il primo di maggio in tutta la provincia berica, a partire dal capoluogo sono partire proprio dai commercianti all'indirizzo del governo, accusato di ledere gli interessi del comparto a causa di una serrata troppo lunga per contrastare la emergenza da Covid-19.

Sui social network la manifestazione ha suscitato tra i vicentini un dibattito molto acceso tra i sostenitori della iniziativa e coloro che l'hanno criticata si nel merito sia nel metodo, a partire dalla possibile violazione delle regole che vietano gli assembramenti soprattutto in considerazione del fatto che al flash mob di avant'ieri in campo marzo a Vicenza c'era pure una rappresentanza della giunta comunale capitanata dal sindaco Francesco Rucco che guida un esecutivo di centrodestra.

L'iniziativa però non è passata inosservata tanto scatenare la reazione di Giovanni Rolando, uno dei volti più noti del Pd in città. In una interpellanza redatta proprio il primo di maggio e resa pubblica ieri, Rolando attacca ad alzo zero l'esecutivo cittadino chiedendo di sapere se la manifestazione voluta dai commercianti sia stata «in qualche modo autorizzata» dalle pubbliche autorità. Nel documento Rolando fa poi una considerazione di portata più generale che suona più o meno così: perché nella giornata della festa dei lavoratori viene vietato ai sindacati di manifestare per via della emergenza sanitaria mentre ci sono altri settori della società ai quali il diritto a manifestare è stato più o meno surrettiziamente garantito? Ad ogni modo nel campo democratico si muove anche il Pd di Schio che in una nota diramata ieri bacchetta il primo cittadino della città laniera criticandolo per non avere ancora convocato un consiglio comunale straordinario dedicato alla emergenza coronavirus.

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