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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Tamponi rapidi? È scontro tra Crisanti e palazzo Balbi

Dopo le anticipazioni sulla puntata di Report in una intervista rilasciata al magazine Mowmag.com il noto infettivologo spara a zero contro la sanità veneta e contro il governatore Zaia parlando di «regime di intimidazione». La replica è affidata al direttore generale reggente Fasulo il quale difende l'ente regionale spiegando come le affermazioni del professore non rappresentino «la realtà delle cose»

Per il cosiddetto scandalo dei tamponi rapidi ormai lo scontro è senza quartiere. Dopo le anticipazioni deflagrate su tutte le più importanti testate nazionali dello scoop di Report (che andrà in onda oggi 2 gennaio alle 21,20) la querelle tra il professore Andrea Crisanti, direttore della infettivologia della clinica universitaria a Padova (dimessosi in polemica proprio con i vertici di palazzo Balbi la sera di San Silvestro) e i vertici della Regione Veneto in queste ore sta toccando un altro picco. Sempre oggi nel tardo pomeriggio al magazine Mowmag.com il noto docente universitario (che di recente è stato eletto senatore nelle fila del Pd) ha attaccato il presidente della giunta regionale, il leghista Luca Zaia, ritenendolo responsabile di una campagna di delegittimazione nei confronti dello stesso accademico. «Lo inseguirò fino alla fine del mondo per inchiodarlo su qualsiasi responsabilità che ha nei miei confronti. Questo regime di intimidazione in questa Regione, il Veneto  deve finire»: queste sono appunto le dichiarazioni al curaro del docente universitario di natali romani. La querelle peraltro è una conseguenza di una inchiesta della procura padovana dopo che sulla efficacia dei cosiddetti tamponi rapidi diversi erano stati gli esposti alla magistratura. Fra questi c'è anche quello redatto dalla vicentina Maria Teresa Turetta, segretaria veneta del sindacato Cub.

Il quale sempre sulle colonne di Mowmag.com non ha rinunciato ad alzare il tiro commentando le anticipazioni rispetto alle rivelazioni di Report (popolare trasmissione di approfndimento di Rai tre) su una frase attribuita a Zaia. Il quale, come anticpato oggi da da La Repubblica in pagina 24, mentre era bersaglio di una intercettazione indiretta della procura di Padova, avrebbe dichiarato: «Sono qua a rompermi i coglioni da sedici mesi, stiamo per portarlo allo schianto e voi andate a concordare la lettera per togliere le castagne dal fuoco al Senato accademico per sistemare Crisanti». Quest'ultimo intervistato da Mowmag.com commenta così l'anticipazione pubblicata da La Repubblica: «Accolgo con sgomento queste dichiarazioni. Perché poi non sono solo queste... chiaramente io ho fatto accesso agli atti e ci sono ben altre dichiarazioni in cui si dimostra che» Zaia «l'orchestratore di una campagna di diffamazione e discredito nei confronti tra le altre cose di una persona che lavora per la Regione e che tra le altre cose ha preso delle posizioni proprio per salvaguardare la Regione stessa». In questo ultimo passaggio Crisanti si riferisce agli. Evidentemente se fosse stato preso sul serio lo studio che ho fatto e che poi è stato pubblicato su Nature, chiaramente avrebbero dovuto riflettere sugli ordini che stavano facendo e gli appalti per duecento e passa milioni di euro». Costoro, scrive ancora il magazine «praticamente hanno accettato come giustificazione la dichiarazione di Roberto Rigoli», direttore della microbiologia di Treviso incaricato di confermare l'idoneità clinico-scientifica dei tamponi, «che non ha fatto alcuno studio» mentre le stesse persone «erano addirittura consapevoli che non l'aveva fatto».

Parole di una durezza inusitata rispetto alle quali Zaia non ha replicato. La replica invece è giunta stasera in un dispaccio diramato da Gianluigi Masullo nella sua veste di direttore facente funzione della Sanità presso la Regione Veneto. «Riteniamo necessario, doveroso, stabilire una serie di punti fermi a difesa di chi - scrive il reggente - ha lottato con il Covid-19 per lunghi anni, prendendo decisioni che anche i più autorevoli organi a livello nazionale e internazionale hanno decretato corrette, a tutela dei professionisti della sanità e del mondo accademico che li ha affiancati. Lo facciamo dal punto di vista scientifico, senza entrare nel merito della comunicazione politica, ma dicendo con chiarezza che quanto espresso anche quest'oggi dal senatore Crisanti non rappresenta la realtà delle cose».

Poi un'altra riflessione: «La strategia della Regione del Veneto, tesa al perseguimento dell'obiettivo ultimo di prevenire il più possibile contagi, ricoveri e decessi, si è sempre fondata, fin dalle prime fasi dell'emergenza pandemica, su indicazioni tecnico-scientifiche di livello internazionale e nazionale. Il cardine della strategia regionale è sempre stato la individuazione precoce di tutti i possibili soggetti positivi al Saras-Cov-2, anche asintomatici, per l'adozione tempestiva delle misure di sanità pubblica. È bene ricordare - aggiunge Masullo il quale ha diffuso pure un allegato tecnico - che nei periodi più critici della pandemia la massima capacità dei test molecolari» ossia quelli tradizionali, più precisi, «era di 23 mila unità al giorno. A fronte di una richiesta di prestazioni che arrivava ad oltre 170mila tamponi al giorno: considerati 30mila ospiti delle case di riposo, 54mila ai dipendenti della sanità, cui si aggiungevano tutti i ricoveri e gli accessi nei pronto soccorso. E, ovviamente, quelli richiesti dal resto dei cittadini veneti. Prendendo ad esempio il 15 gennaio del 2022 sono stati effettuati 24.832 test molecolari e 164.189 test antigenici. Con un numero di positivi di 13.094 persone, la maggioranza dei quali emersi proprio dai test rapidi. Cosa sarebbe accaduto se non fossero stati effettuati?».

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