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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica Piovene Rocchette

Valdastico Nord, nuovi no dal Trentino

Dopo le critiche avanzate a fine 2021 si completa il quadro dei pareri dei comuni interessati all'opera dove spicca la durissima contrarietà di Folgaria anche per le problematiche idrogeologiche del Pasubio: e così nel Veneto tra Lega e Pd è l'ora dei mal di pancia interni

Si è completato il quadro delle posizioni dei comuni trentini riguardo alla prolungamento dell'autostrada Valdastico in terra trentina. Le posizioni sono di grande freddezza se non di contrarietà. Gli indirizzi sono contenuti nella risposta ad una interrogazione indirizzata al presidente della giunta della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti. Ad annunciare la novità è il consigliere provinciale trentino Alex Marini con una breve nota pubblicata ieri 9 febbraio sul suo blog. Frattanto emerge anche la posizione di netta contrarietà anche del Comune di Folgaria. E adesso la grande diffidenza verso l'opera, da anni agognata da quasi tutte le forze politiche del Veneto, si è trasformata in un caso politico.

«Come Movimento cinque stelle - scrive Marini - siamo soddisfatti che grazie al nostro interessamento anche in Trentino il dibattito su opere di rilevante impatto sulla vita dei cittadini, quale di fatto è il proposto prolungamento della A31» dal Vicentino verso nord «possa essere condotto alla luce dei fatti e nel pieno rispetto della trasparenza delle posizioni assunte dai rappresentanti comunali». Marini in questo frangente usa un linguaggio sfumato ma in passato era stato molto duro nei confronti del prolungamento verso settentrione a partire da Piovene Rocchette della cosiddetta Pirubi nord. A metà dicembre un'altra legnata nei confronti dell'opera l'avevano assestata i Verdi del Trentino Alto Adige che erano riusciti a coalizzare un ampio fronte contrario grazie ad una manovra a tavolino studiata tra gli altri dal consigliere Luisa Coppola.

Per di più in questo contesto è emersa con forza la collocazione del Comune di Folgaria, che come ricorda Trentotoday.it ha espresso in modo vibrante la sua contrarietà. «Le conseguenze derivanti da tale tracciato sarebbero pesanti in termini di inquinamento ambientale, compromettendo territori ed ecosistemi di alto pregio e deturpando il paesaggio naturale della confinante Valle di Terragnolo. Andrebbe sostenuto invece - si legge sul quotidiano trentino che dà conto del punto di vista della amministrazione di Folgaria - uno sviluppo territoriale per valorizzare la montagna incontaminata, i prodotti tipici, l'agricoltura biologica e un turismo sostenibile».

E ancora: «Il tracciato risulta illogico dal punto di vista logistico. Tra tutti i tracciati ipotizzati, l'uscita a Rovereto sud risulta la più insensata; la realizzazione dell’opera potrebbe interferire con le falde acquifere... in particolare la sorgente delle “acque nere” a Terragnolo... che alimentano gli acquedotti a servizio dell'Alpe cimbra, sotto il Pasubio e il monte Maggio, zona delicatissima dal punto di vista del profilo idrogeologico».

La nuova presa di posizione che arriva dal Trentino sta mettendo in difficoltà non poco la politica veneta. La quale con la sola eccezione di M5S, Verdi e sinistra, è invece, più o meno compattamente, a favore. La cosa sta togliendo il sonno alla Lega veneta, che nel Veneto e in Trentino è a favore dell'opera, ma che a livello locale è assestata su posizioni più frastagliate. Ancor più complicata è la posizione del Pd che in Trentino sta tornando a schierarsi contro la Pirubi nord. La cosa sta mandando in fibrillazione il gruppo del Pd in Regione Veneto. Nel quale, sul versante Valdastico nord, si stanno alimentando le divisioni tra contrarietà della corrente ecologista che fa capo al consigliere trevigiano Andrea Zanoni e quella più attenta ai desiderata di Confindustria che fa riferimento al capogruppo, il vicentino Giacomo Possamai. I medesimi mal di pancia si stanno registrando nel Pd dell'Alto vicentino che sul punto sta dando vita ad un non facile confronto interno. Quest'ultimo per di più in queste ore deve affrontare una magagna di non poco conto dovuta ai cascami dell'affaire Bioman-Sesa nel quale è rimasto invischiato Giacomo De Luca, uno dei pesi massimi del Pd a Treviso, noto per le sue posizioni a favore delle grandi opere.

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