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Caso Ava, «nessun ostacolo per i nuovi Rsu»

Il sindaco della città del Leogra spiega come non ci siano intoppi per procedere con l'aggiornamento dei delegati aziendali in seno alla partecipata del comune dopo il precario stato delle relazioni sindacali denunciato dalla Usb. E sul tema della possibile colonizzazione della Regione da parte dei grossi gruppi del ciclo dei rifiuti aggiunge: «In tema di ambiente il Veneto manca di una vera politica unitaria»

«In queste ore mi sto attivando rapidamente per capire come stiano procedendo le cose in Ava. Le  relazioni tra azienda e sindacato esulano un po' da quello che è il nostro lavoro quotidiano fermo restando il ruolo della amministrazione comunale che è comunque un socio importante» della spa di via Lago di Pusiano che si occupa del ciclo integrato dei rifiuti del comprensorio. A parlare in questi termini è Valter Orsi. Il sindaco scledense dopo i rilievi mossi dal sindacato di base Usb rispetto alla mancata elezione dei delegati sindacali aziendali, gli Rsu, rende noto il suo punto di vista sulla querelle in corso e ai taccuini di Vicenzatoday.it spiega quali saranno i prossimi passi rispetto ad una querelle che peraltro è in corso da mesi.

Sindaco Orsi, quando è venuto a conoscenza delle doglianze espresse dalla sigla di base Usb?
«Nel caso di specie ho letto quanto hanno raccontato i quotidiani. Allo stesso tempo sono entrato in possesso della nota con cui Usb dava contezza di essersi rivolta alla prefettura per dare vita allo stato di agitazione».

Che idea si è fatto?
«Mi sono già premurato di rispondere alla Usb. Ho spiegato loro come alle brevissime mi sarei attivato per capire come mai in qualche modo è stato impedito ai lavoratori di procedere con la indizione delle assemblee per la votazione dei delegati Rsu. Nelle aziende, dopo il superamento del picco  dell'emergenza Covid-19, le attività interne sono riprese regolarmente. Pertanto non riscontro i motivi di questo blocco o differimento che dir si voglia. Insomma non vedo nessun ostacolo perché vengano eletti i nuovi Rsu».

E quindi?
«Ecco, con celerità sarà mio compito capire quali siano i motivi per cui si è giunti a questa situazione. Ovvero alla situazione per cui il sindacato si è dovuto rivolgere al prefetto affinché si dia corso a quelle consultazioni interne che sono espressione di democrazia ma che sono pure espressamente previste dalla legge».

Sindaco, l'Usb venerdì 13 maggio nel dare corpo al proprio cahier de doléances, si è soffermata su un argomento delicato. Quello dell'ingresso in terra veneta di molti colossi nazionali nel ramo della gestione del ciclo dei rifiuti. Non sono pochi coloro che ipotizzano che la pezzatura di queste società possa in qualche modo mettere a rischio la qualità o la congruità del servizio oggi reso ai cittadini. Lei come la pensa al riguardo?
«Io credo che questo sia un tema delicato sul quale è necessaria una riflessione seria ed attenta».

Può fare qualche riferimento?
«Io sono stato tra i primi a dare contezza del subentro di Hera, tramite l'acquisto del gruppo locale Vallortigara, nel progetto per la realizzazione di un impianto per il recupero e la gestione dei rifiuti nel comune di Marano al confine con quello di Schio».

E poi?
«E poi c'è un altro big nazionale che ha messo piede nella provincia berica».

Ovvero?
«Si tratta della lombarda A2A. La quale tramite una affiliata, la Eridana, ha acquisito la gestione di una discarica Safond nell'Alto vicentino».

Secondo lei l'opinione pubblica è sufficientemente informata sulle dinamiche in atto in questo settore?
«Io credo che l'opinione pubblica sia abbastanza avulsa dalla valutazione di queste dinamiche. Noi come amministrazione diamo contezza di questi argomenti quando incontriamo la popolazione, visto che si parla davvero di grandi trasformazioni in corso».

C'è qualche aspetto particolare che le viene in mente?
«Sul tema dell'ambiente il Veneto manca di una vera politica unitaria e questo apre spazi importanti all'arrivo di soggetti esterni chiaramente. E onestamente non so dire se questo sia il risultato di una certa miopia politica o il risultato di una certa inadeguatezza culturale o magari giuridica a muoversi su un terreno che è senza dubbio molto molto ostico».

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