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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

No Dal Molin sui forconi: "Sospetto l'appoggio della polizia"

Il movimento vicentino esprime stupore per la "levata di caschi" durante le manifestazioni: "Spazzar via un governo per far posto a polizia ed esercito di crea disgusto"

"Che la distanza tra governi e comunità sia più ampia di quella che c’è tra il pianeta Terra e Marte non è una novità. Altrettanto chiaro è da tempo che il meccanismo che regna sui processi decisionali ha ben poco a che fare con la democrazia, ed è - piuttosto - un raffinato strumento di gestioni e controllo con una serie di ingranaggi che vedono nei potentati economici e nei media due pilastri fondamentali". E' il commento dei portavoce No dal Molin sulla protesta dei "forconi", che da giorni sta creando disagi al traffico in metà provincia di Vicenza. TUTTI GLI ARTICOLI

"In questi anni abbiamo discusso a lungo dell’"AltroComune", ovvero del nuovo spazio costituente che possa essere capace di dare un nuovo senso a un altro significato al concetto di democrazia. Il portavoce vicentino dei "forconi" afferma che tornare alle urne sarebbe inutile. Una facile constatazione a cui i gruppi che stanno animando la protesta danno una soluzione che è il metro su cui misurare quanto sta avvenendo in queste ore - proseguono - Tanto da individuare nelle forze di polizia il nodo di potere intorno al quale costruire l’alternativa. Ma proprio la solidarietà con la quale segmenti delle forze dell’ordine hanno accolto i cortei può rappresentare, in questo senso, un campanello d’allarme. Non che si voglia a tutti i costi una polizia reazionaria e votata a difendere governo e governanti; ma è un dato di fatto che – negli ultimi decenni – le forze dell’’ordine siano sempre state, bene o male, dalla parte opposta rispetto a chi lotta per diritti, solidarietà, uguaglianza. E la levata di caschi di questi giorni suona quantomeno strana, o di difficile interpretazione".

"Che in piazza vi sia la destra, capeggiata dalle formazioni neofasciste italiane e da frange di ultras, è fuori discussione; non solo nei simboli, ma anche nelle parole d’ordine: perché la piazza non è solo contro la “casta”, ma anche contro l’altro: il carcerato, l’immigrato, lo sfrattato, e via dicendo. E, francamente, non è per urlare qualcosa contro qualcuno che, in questi anni, ci siamo mobilitati. Spazzar via un governo per dar spazio alla polizia e all’esercito - come sostiene il leader vicentino di Life, una delle sigle che organizza i blocchi stradali - non solo non ci pare particolarmente interessante, ma ci crea anche un certo disgusto. Così come ci crea altrettanto disgusto il tentativo di individuare la via d’uscita dalla crisi nella "guerra tra poveri" dove chi ha qualche privilegio in più se la prende con chi ha qualche diritto in meno".

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