rotate-mobile
Politica Arzignano

Arriva il mercato contadino «a zero Pfas»

La novità è contenuta in una delibera approvata dell'assemblea della città del Grifo: era stata caldeggiata dalla associazione Cillsa e propugnata poi da maggioranza e opposizione

Il consiglio comunale di Arzignano ha approvato all'unanimità una delibera che istituisce un mercato contadino «Zero Pfas» proprio nella città del Grifo. Il voto è giunto in aula due giorni fa ma la notizia è stata diramata ieri 22 dicembre con un breve dispaccio della associazione ambientalista Cillsa che assieme al resto della galassia ambientalista ha spinto molto perché l'amministrazione arzignanese adottasse un provvedimento materializzatosi con la delibera presentata dall'assessore all'ecologia Giovanni Fracasso. Delibera che tra l'altro durante il suo iter è stata ampiamente ed assertivamente condivisa dalla opposizione di centrosinistra.

PERCORSO BYPARTISAN
Un idem sentire che è stato salutato molto positivamente da Cillsa che col portavoce Donata Albiero sul blog della associazione ha così sintetizzato il suo pensiero: «Esprimiamo grande soddisfazione per un traguardo raggiunto dalla nostra associazione grazie alla fattiva collaborazione dell'assessore Fracasso e della amministrazione comunale di Arzignano che ha recepito l'importanza di dare la possibilità ai nostri concittadini di acquistare prodotti alimentari senza perfluorati», ossia i temibili derivati del fluoro, meglio noti come Pfas al centro dello scandalo Miteni, un maxi caso ambientale che da anni è assurto alle cronache nazionali.  «Sarà finalmente possibile a tutti - spiega Albiero - ma soprattutto ai soggetti a rischio come donne gravide, bambini, giovani adolescenti effettuare una prevenzione primaria su base alimentare. Si tratta di un progetto - aggiunge ancora la Albiero - ideato più di due anni fa da un nostro iscritto di vecchia data ovvero Giovanni Fazio. Sun progetto fatto immediatamente proprio dalla nostra associazione e portato avanti all'interno del movimento No Pfas del Veneto».

MOMENTO CRUCIALE: SORVEGLIANZA SULLA POPOLAZIONE
Ad ogni buon conto la novità uscita da piazza della Libertà arriva in un momento particolare. Il fronte ambientalista infatti in queste ore sta valutando con attenzione la  recente decisione dell'amministrazione regionale veneta di dare vita ad una campagna di sorveglianza medica, che dovrebbe concretizzarsi anche con prelievi sanguigni, nei confronti di alcuni campioni specifici della popolazione colpiti dal fenomeno Pfas. La novità di queste ore è che prima la sorveglianza medica, che per gli ambinetalisti comunque ancora non decolla, era stata pensata solo per i residenti della zona cosiddetta rossa, ossia quella interessata dall'inquinamento da Pfas più evidente. Adesso il raggio sarebbe stato esteso dalla zona rossa anche a quella arancione. La cosa riguarderebbe, fa sapere il fronte ecologista, anche il Comune di Trissino, dove è ubicata la Miteni, la fabbrica chimica accusata di essere il principale fattore di comtaminazione. In un contesto del genere non vanno dimenticate le pressioni, a volte condite con j'accuse a tutto tondo, che il mondo ambientalista e i Verdi hanno indirizzato a più riprese verso palazzo Balbi affinché il monitoraggio sia esteso al maggior numero di residenti del comprensorio. Ora la galassia ecologista ha sospeso il giudizio per valutare nel concreto il metodo e il merito  

LA MISSIONE ONU-OHCHR: IL VENETO BACCHETTATO DALLE NAZIONI UNITE
Si tratta di una scelta che arriva a pochi giorni dal termine della visita di una speciale delegazione dell'Onu, che sta investigando per capire se il caso di inquinamento da Pfas che ha bersagliato il Veneto centrale abbia costituito una violazione dei diritti umani. Come ricordato dal magazine «La via libera» in un approfondimento del 14 dicembre a firma di Tommaso Meo non possono essere sottaciute in questo senso le conclusioni cui è giunto il capo delegazione dell'Alto commissariato per i diritti umani Onu-Ohchr. Si tratta del professor Marcos Orellana un luminare nel campo del diritto internazionale e del diritto ambientale. Il quale senza tanti peli sulla lingua ha bacchettato gli enti pubblici italiani, a partire da quelli collegati alla Regione Veneto, colpevoli «di avere tenuto all'oscuro la popolazione» dei rischi connessi alla presenza dei Pfas nelle matrici ambientali. Uno smacco per palazzo Balbi per e gli enti collegati che accusati in passato nello stesso modo dalla galassia ecologista in questo caso hanno dovuto chinare il capo davanti al pronunciamento delle Nazioni unite.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Arriva il mercato contadino «a zero Pfas»

VicenzaToday è in caricamento