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Legge contro l'omofobia, per Sergio Berlato rappresenta «un pericoloso reato d'opinione»

Dopo l'approvazione della Camera a scrutinio segreto, l'intervento del deputato europeo: «Ribadiamo con forza che bisogna difendere con forza la famiglia naturale contro l’ideologia gender»

Dopo un iter molto travagliato è arrivato il primo via libera alla legge contro l'omotransfobia, la misoginia e le discriminazioni contro le persone disabili. Con 265 voti favorevoli, 193 contrari e 1 astenuto, la Camera dei Deputati ha approvato a scrutinio segreto il testo unificato della proposta di legge “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi legati al sesso, al genere, all'orientamento sessuale e all'identità di genere e alla disabilita”. Il sì è stato accolto dagli applausi partiti dai banchi della maggioranza, mentre Lega e Fratelli d’Italia hanno esposto cartelli e bavagli in segno di protesta e urlato più volte "Libertà". La legge ora dovrà affrontare il voto del Senato.

Anche il vicentino Sergio Berlato, Deputato italiano al Parlamento europeo, ha espresso la sua opinione al riguardo: «Si viene così a realizzare quello che è un pericoloso precedente, in quanto si prospetta sempre più concretamente l’inserimento nel nostro ordinamento del reato di opinione, punendo tutto ciò che non è conforme al pensiero unico dominante, il cui scopo non è tutelare davvero le categorie citate nel Ddl Zan, ma incidere e comprimere la libertà di pensiero dei nostri cittadini. Siamo sempre convinti che il perno del nostro agire sia la difesa della famiglia naturale e oggi ribadiamo con forza come sia indispensabile difenderla contro l’ideologia gender, un’ideologia destabilizzante e pericolosa soprattutto per la crescita e lo sviluppo dei nostri figli».

Un recente report sullo stato dei diritti delle persone omosessuali, transgender, intersessuali e queer in Europa, condotto da Ilga Europe, una delle maggiori associazioni lgbt internazionali, ha rilevato nel nostro paese un tasso di intolleranza più alto della media. Secondo il rapporto Il 76% dei cittadini europei pensano che le persone lgbt dovrebbero avere gli stessi diritti degli eterosessuali. In Italia, solamente il 68%  si dichiara favorevole in materia. Il primo sondaggio sul tema, nel 2013, aveva mostrato come l’Italia fosse, dopo la Lituania, il secondo paese in Europa dove il linguaggio dei politici veniva ritenuto altamente discriminante. 

Il testo della legge approvato alla Camera modifica i reati contro l'uguaglianza previsti dagli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale, per aggiungere alle discriminazioni per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi quelle fondate “sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere e sulla disabilità”. Chi si rende colpevole di tali discriminazioni, viene punito con la reclusione fino a un anno e 6 mesi o con la multa fino a 6.000 euro; la reclusione da 6 mesi a 4 anni per chiunque istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza; da 6 mesi a 4 anni per chiunque partecipa o presta assistenza a organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi aventi tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione o alla violenza per tali motivi.

Inoltre, modificando l'art. 604-ter del Codice penale, viene disposto che quando un reato è commesso con la finalità di discriminazione fondata sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere, o a causa di una disabilità, la pena prevista è aumentata fino alla metà.

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