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«Investimenti nella sanità? Governo ipocrita»

I provvedimenti dell'esecutivo nazionale sono stati il bersaglio di una iniziativa notturna di «Mascherine tricolori», un comitato che ha anche criticato palazzo Chigi in materia di interventi pubblici dopo la crisi economica innescata dalla pandemia legata al coronavirus

Per mesi abbiamo assistito a martellanti proclami del governo sulla necessità di rinforzare il sistema ospedaliero, aumentando i posti in terapia intensiva ed investendo nell'organico del personale medico-sanitario, per scongiurare una seconda ondata Covid-19. Ma la realtà è fatta invece di annunci rimasti vuoti, proclami persi tra banchi a rotelle arrivati a scuole già chiuse, casse integrazione ancora da percepire e bonus monopattini». È questo l'incipit di una breve nota diffusa oggi 15 dicembre dal raggruppamento vicentino di «Mascherine tricolori», un comitato nazionale che da settimane contesta duramente la linea del governo in tema di risposta alla epidemia legata al coronavirus. Il comitato, che vede quale referente per il Vicentino Leonardo Stella (un giovane attivista residente a Torri di Quartesolo), rende anche noto che nella notte tra il 14 ed il 15 dicembre gli attivisti hanno affisso alcuni striscioni di protesta in prossimità dell'ospedale del capoluogo e in prossimità di quello di Santorso.

«Ora - si legge poi nel dispaccio - scopriamo che la bozza del cosiddetto Recovery plan prevede per la sanità solo nove miliardi dei 193 miliardi messi a disposizione tra sovvenzioni e prestiti alle Ue, relegandola incredibilmente all'ultimo posto dietro a voci come transizione ecologica e parità di genere che sicuramente poco hanno a che fare con l'emergenza economico e sociale attuale». Parole precise cui segue un'altra presa di posizione: «Si tratta d'uno schiaffo a tutti coloro che in questi mesi sono stati in prima linea nelle strutture ospedaliere e di assistenza nonché di una assurda marcia indietro di un esecutivo che da mesi utilizza l'espressione emergenza sanitaria per governare a colpi di decreti della Presidenza del consiglio i cittadini privandoli di libertà fondamentali e portando, grazie a scelte scellerate, la nostra economia ogni di giorno di più vicina al baratro».

Secondo il gruppo, il quale sia a livello nazinale sia a livello locale è molto attivo anche sui suoi profili Facebook, quella del governo capitanato dal premier Giuseppe Conte è una mossa la quale lascia intendere che le istituzioni europee potrebbero fare ricorso ad un altro strumento comunitario di intervento pubblico di cui molto s'è discusso in questi mesi, il Mes, come una sorta di piede di porco finanziario in salsa sanitaria: il che si concretizzerebbe in un «ennesimo attacco da parte delle istituzioni europee» a scapito della «sovranità nazionale». Istituzioni europee le quali in maniera sempre «più stringente potranno decidere e influenzare una politica di spesa in una Italia già fortemente vincolata dagli assurdi trattati europei».

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