rotate-mobile
Politica Sandrigo

L'invaso e i mal di pancia politici

Il bacino anti-piena sull'Astico, valutato molto negativamente dai residenti tra Breganze e Sandrigo, dove l'opera è prevista, comincia a far discutere il sottobosco dei palazzi. La querelle sta dando dei pensieri in primis al Carroccio ma non solo

La sassata del consigliere regionale Cristina Guarda dei Verdi gettata nello stagno della vicenda legata al progetto del bacino anti-piena tra Sandrigo e Breganze (ubicato nel circondario orientale thienese) non più tardi del 27 agosto comincia a far sentire i suoi effetti a livello politico. È vero che palazzo Balbi è uno dei soggetti più attivi nel chiedere un intervento che popolazione e comitati non stanno prendendo bene dopo averne enumerato criticità e incognite. Tuttavia la questione di fondo sotto questo aspetto rimane un'altra. Poiché in Regione Veneto domina la Lega del governatore Luca Zaia e poiché il plenipotenziario del Carroccio nel circondario sandricense è uno dei pesi massimi del partito nella provincia berica ossia Roberto Ciambetti (già ex assessore al bilancio regionale oggi è presidente del conisglio regionale), che cosa ne pensa l'inquilino più importante di palazzo Ferro Fini delle critiche giunte da Breganze e dalla sua Sandrigo? Questa è la domanda che tra i militanti e tra alcuni uomini di spicco a palazzo Ferro Fini circola da ore.

Ed è proprio «l'assordante silenzio di Ciambetti» che in queste ore avrebbe dato fastidio a quei pezzi del Carroccio, soprattutto alla base, che non sempre stravedono per il kombinat che a palazzo Balbi mena le danze: un gruppo dirigente che spesso nella Lega viene considerato poco vicino alla base elettorale, «fatta anche di persone semplici che patiscono le ripercussioni delle grandi opere». In questo senso non sono sfuggite alle antenne di partito, questi i rumors che hanno cominciato  circolare in primis in laguna, le dichiarazioni di Giuliano Stivan e Giovanni Rigoni (rispettivamente sindaco e vice di Sandrigo). Il primo, con una frase ad effetto sarcastica che aveva fatto molta presa anche sulla popolazione locale, aveva definito il bacino «una bestemmia idraulica». Più chirurgico e per certi versi più tagliente era stato il vice, il quale senza peli sulla lingua aveva ricordato le prese di posizione di Zaia del 2016 contro quel bacino.

E allora che cosa è successo nel frattempo? Perché la giunta leghista si sarebbe rimangiata la parola? In quale direzione volge la sua attenzione Guarda quando in qualche modo delinea un identikit politico-imprenditoriale delle forze che si sarebbero messe in campo per resuscitare un'opera che Zaia in persona descriveva come sepolta? In quest'ottica alla base leghista avrebbe dato fastidio non solo il silenzio di Ciambetti, ma pure quello dell'ex sindaco di Breganze Silvia Covolo. Quest'ultima infatti è un altra punta di diamante del Carroccio in zona, sia per i suoi trascorsi da primo cittadino ma pure perché oggi la 39enne (ne compie quaranta l'11 ottobre) non solo è deputato del Carroccio ma è anche membro della commissione finanze. Organo che ha anche dei compiti di vigilanza economica su interventi come quello del bacino la pianificazione dei quali non è in capo alla Regione bensì ad una amministrazione centrale dello Stato ossia la Autorità di bacino dell'Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave Brenta-Bacchiglione.

Quella politica è una partita tutta ancora da decifrare peraltro. Sempre il 27 agosto infatti una delle bordate più dure era giunta dal consigliere comunale sandricense Sandro Pozzato (milita nel M5S). «Che cosa succede - aveva detto quest'ultimo - se a seguito della realizzazione del bacino» una discarica collocata nei pressi «comincia a rilasciare contaminanti pericolosi tra le campagne e nei centri abitati? A quel punto qualcuno si beccherà una bella denuncia per disastro ambientale. Noi saremo risoluti nel fare nomi e cognomi di chi ha intenzione di permettere che ambiente e salute vengano messi a rischio». 

Alla luce di dichiarazioni tanto nette non è ancora chiaro che cosa intendano fare i Cinque stelle in alto loco visto che uno dei referenti del movimento in zona è la rosatese Barbara Guidolin, che siede sugli scranni senatoriali. Il M5S (formazione che sulla difesa ambientale ha accresciuto il suo consenso) peraltro tra le fila degli eletti veneti annovera pure il ministro ai rapporti col parlamento, ossia il bellunese Federico D'Incà. Anche questi ultimi due però in questi gironi sono rimasti in silenzio. Una eclissi faringea che anche in questo caso avrebbe generato qualche mal di pancia nella base.

Ad ogni modo la querelle attorno al bacino ha un portato anche tecnico, visto che le motivazioni in favore o meno della sua realizzazione hanno anche a che fare gioco forza con l'idraulica e con l'ambiente. In questo contesto Lorenzo Altissimo, già direttore del centro idrico di Novoledo, una autorità riconosciuta nel settore, ha voluto ulteriormente approfondire il suo pensiero di cui aveva dato conto giustappunto il 27 agosto.

«Relativamente al sistema dei torrenti Leogra-Timonchio, il cui bacino imbrifero montano è di circa 110 kilometri quadri - sottolinea l'ex funzionario - è già stato realizzato l'invaso di Caldogno alle porte di Vicenza: mentre per il sistema Posina-Astico-Tesina, il cui bacino montano si estende per ben 700 kilometri quadri, non è stato realizzato ancora niente. Di conseguenza - argomenta ancora il dottore Altissimo - durante gli eventi di piena la portata complessiva del Bacchiglione a valle di Vicenza, ovvero dopo la confluenza del Tesina nel Bacchiglione a Longare, è data soprattutto dal sistema Posina-Astico-Tesina, che vi concorre per circa l'80%. Ho ricordato questa circostanza - aggiunge ancora Altissimo - per ribadire la necessità di intervenire con gli invasi anche e soprattutto sull'asta dell'Astico-Tesina che attualmente non è dotata di alcun sistema di laminazione delle piene». Tre giorni fa Altissimo, ma non è il solo, si era concentrato lungamente su un altro bacino previsto in zona Meda nel Comune di Velo d'Astico. Un bacino considerato da molti più utile come invaso anti-piena proprio perché in grado di intercettare prima e con maggiore efficienza eventuali flussi in eccesso.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'invaso e i mal di pancia politici

VicenzaToday è in caricamento