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Tangenziale e ritardi, l'ira di Rolando

Con una interrogazione al vetriolo indirizzata alla giunta di palazzo Trissino il consigliere del Pd punta l'indice nei confronti di Anas, Ministero dei trasporti e imprese: mentre a Roma si parla di un rapporto che sarebbe finito sui tavoli della Corte dei conti nonché della procura della repubblica capitolina

Che cosa si cela dietro il ritardo inspiegabile che si sta accumulando sulla nuova tangenziale di Vicenza? Se lo chiede il consigliere comunale d'opposizione Gianni Rolando del Pd il quale ieri 15 giugno ha redatto una durissima interrogazione alla giunta comunale del capoluogo berico ma che in realtà suona come un j'accuse senza appello all'Anas, la società statale che sovrintende all'intero progetto.

«Tre anni e tre mesi sono trascorsi dalla data di consegna lavori avvenuta» il 21 marzo 2018 a palazzo Trissino con la firma del presidente di Anas Gianni Vittorio Armani e quella del governatore del veneto il leghista Luca Zaia. Il tutto scrive ancora Rolando «corrispondente ad un tempo trascorso di 1.203 giorni». Poi una seconda stilettata: «La principale opera» di infrastrutturazione pubblica «in cantiere a Vicenza - si legge - fa registrare sul suo ruolino di marcia un 45% di lavori effettuati». Il cronoprogramma iniziale fissava «in 720 giorni il tempo occorrente per ultimare i lavori. Poi via via questo termine», come è successo con la sorella maggiore dell'opera, ossia la Superstrada pedemontana veneta nota come Spv, «è stato aggiornato e posticipato».

Secondo Rolando, il quale da tempo si fa portavoce dei disagi dei residenti della spalla Ovest della città colpiti dal disagio e dalle conseguenze del traffico di attraversamento, alla realizzazione mancherebbe così il 55%. Secondo il democratico gli 87 milioni previsti per l'intervento sono già disponibili dal 2014. «Di questo passo - tuona il consigliere - vorrebbe dire altri anni di attesa per raggiungere il 100% ultimando i lavori. Occorre accelerare i lavori implementando il numero di uomini ai cantieri». In realtà l'opera da tempo ha anche dovuto patire le critiche di chi non è mai stato convinto di questo progetto: basti pensare alle intemerate dell'ex consigliere comunale leghista Franca Equizi.

Ad ogni buon conto le parole di Rolando, che conosce bene la politica veneta essendo stato in passato consigliere regionale a palazzo Ferro Fini, hanno in realtà un bersaglio ben preciso. Che è quello della catena degli degli appalti e dei subappalti, degli affidamenti e dei sub-affidamenti decisi da Anas nei confronti delle imprese chiamate sul campo a partire dalla vicentina Icm-Maltauro. Sul piano della esecuzione dei lavori alcuni funzionari a palazzo Trissino avrebbero mostrato nei mesi passati talmente tante perplessità da informare direttamente Anas e Ministero delle infrastrutture con un rapporto scritto. Informative che a Roma sarebbero poi finite per conoscenza anche sui tavoli della Corte dei conti nonché su quelli della procura della repubblica: competente quest'ultima per eventuali condotte penali sia dei dirigenti di Anas sia di quelli di Porta Pia.

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