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Nuove regole per le emissioni conciarie? «Intervenga il governo»

A parlare di soglie in materia di emissioni di acido solfidrico è il deputato leghista Pretto che ha indirizzato al ministro dell'ambiente Sergio una interrogazione parlamentare: al centro del contendere la qualità dell'aria nel distretto Agno-Chiampo

«L'obiettivo è proteggere con tutti i mezzi possibili la salute e la qualità della vita della popolazione e per questo, attraverso un'interrogazione parlamentare rivolta al ministro all'ambiente Sergio Costa, ho espresso la necessità che vengano adottati dal governo gli opportuni provvedimenti per procedere alla definizione a livello statale di valori limite di emissione in atmosfera di acido solfidrico e dare quindi risposte certe alle preoccupazioni dei cittadini residenti nei comuni del distretto conciario della Valle del Chiampo». Usa queste parole il deputato maranese della Lega Erik Pretto in una nota diramata oggi 9 novembre in mattinata.

Pretto nella sua riflessione spiega che l'interesse più volte manifestato anche dai sindaco del comprensorio Agno-Chiampo è che vengano stabiliti, con apposito provvedimento statale, i limiti massimi ammessi per l'emissione di acido solfidrico, possibilmente differenziati tra zona produttiva e zona residenziale: limiti oltre i quali sia imposta «la sospensione della attività».

È noto, aggiunge ancora l'inquilino di Montecitorio come il distretto della Valle del Chiampo «rappresenti il più importante centro nazionale ed uno dei principali poli europei nel settore della concia», attività che, comportando emissioni di acido solfidrico noto anche come idrogeno solforato, «viene costantemente monitorata per assicurare il massimo rispetto dell’ambiente, ai fini dello sviluppo sostenibile del territorio». È però necessario l'intervento del governo, sostiene il deputato de Carroccio, «per rispondere alle preoccupazioni degli amministratori locali ed assicurare in tutti i modi la salute e la qualità della vita dei cittadini».

La presa di posizione di Pretto in realtà non è un fulmine a ciel sereno perché la querelle sulla presenza dell'acido solfidrico in aria era deflagrata alla fine di luglio quando con una sorta di coup de théâtre la giunta comunale di Arzignano aveva emanato un regolamento, unico nel suo genere in vallata, che regolamentava sul piano amministrativo queste emissioni. La cosa aveva provocato il risentimento di un pezzo del mondo industriale e anche dei sindaci del comprensorio preoccupati che il perenne conflitto tra ambiente, impresa e occupazione, che da anni è latente nel distretto della concia e più in generale in tutte le attività chimiche dell'Ovest vicentino riprendesse vigore: basti pensare alle proteste andate in scena a Zermeghedo.

Il nervo è talmente scoperto che sempre in luglio, una decina di giorni prima che il Comune di Arzignano introducesse nel regolamento di polizia municipale la soglia anti idrogeno solforato, erano stati i sindaci del comprensorio a chiedere un intervento del legislatore nazionale, anche alla luce delle numerose proteste dei residenti andate in scena quest'anno. L'interrogazione di Pretto quindi arriva in un momento particolare in cui, l'argomento dell'idrogeno solforato, era passato in secondo piano anche in ragione dell'emergenza Covid-19.

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