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Influenza aviaria: controlli in Veneto, per Zanoni "silenzio inconcepibile"

E' stata alzata l'attenzione sanitaria in Veneto sul pericolo di un ritorno dell'influenza aviaria, dopo che sarebbero stati scoperti nei giorni scorsi due focolai in allevamenti del trevigiano e del veronese

E' tornata l'influenza aviaria in Veneto. Nei giorni scorsi sono stati scoperti due focolai, nel trevigiano e nel veronese: il ceppo sarebbe l'H5N2, una sottospecie meno aggressiva dell'H5N1, responsabile della pandemia di qualche anno fa.

"Nei due allevamenti - ha spiegato ai microfoni del Tg3 Rai del Veneto Giorgio Ceser, dirigente dell'Unità di progetto veterinaria della Regione Veneto, saranno effettuati abbattimenti degli animali "a scopo cautelativo", e saranno aumentati fino a fine ottobre tutti i controlli, così come previsto da recenti disposizioni del ministero della sanità".

Dal 24 settembre è entrato in vigore il divieto di allestire fiere, mostre e mercati avicoli su tutto il territorio del Veneto, contenuto in una lettera firmata da un dirigente dell’Unità di Progetto Veterinaria (prot. n. 424939, class. E.740.20.10 del 21 settembre 2012, con oggetto “Nuovo focolaio LPAI H5 in Regione Lombardia: divieto di fiere, mostre e mercati avicoli nel territorio della Regione del Veneto”). Sono rimaste escluse dalla decisione del Veneto le manifestazioni con uccelli ornamentali. Queste ultime potranno continuare ad essere organizzate nonostante il caso di un allevamento di Forlì-Cesena, che ha riguardato proprio volatili di tipo ornamentale, dove sono stati abbattuti 936 uccelli dopo aver riscontrato la presenza del virus dell’influenza aviaria.

Secondo l'eurodeputato ambientalista dell'Idv, Andrea Zanoni, la situazione è grave: "È inconcepibile che una decisione che riguarda la salute e l’incolumità pubblica venga presa con una semplice “letterina” di un dirigente regionale - dice, riferendosi alla decisione di non sospendere un'esposizione di uccelli ornamentali - Sono provvedimenti che incidono sul comportamento dei cittadini e necessitano almeno di una delibera da pubblicare sul Bollettino Ufficiale della Regione (BUR). Non c’è stata alcuna pubblicità della situazione e la Regione ha imposto un divieto cercando di farlo passare sotto silenzio".

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