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Rucco replica a Letta: «All’occhio di tigre risponderemo con il leone di San Marco»

Il sindaco del capoluogo berico ha commentato la scelta del segretario del Pd di candidarsi nel collegio di Vicenza

«Letta venga pure a Vicenza, scoprirà che è un territorio molto diverso da quello che gli raccontano»

In seguito alla decisione di Enrico Letta di candidarsi nel collegio di Vicenza, sfidando la Lega in una sua roccaforte, il sindaco del capoluogo berico, nonché presidente della provincia, Francesco Rucco, ha deciso di replicare al segretario del Pd.

«Premesso che se Enrico Letta vuole sfidare quelli che lui definisce i “traditori di Draghi” si dovrebbe candidare in un collegio uninominale a Vicenza e non blindarsi da capolista nel proporzionale con elezione sicura – le parole di Rucco -, lo aspetteremo volentieri e ci confronteremo con lui su ciò che si aspetta questo territorio dalla rappresentanza parlamentare e, in particolare, da un leader di partito»

«Capisco i toni e le regole della campagna elettorale – prosegue -, ma la realtà di chi amministra i territori non ha la narrazione delle elezioni politiche. Peraltro voglio ricordare che con gli imprenditori e le categorie economiche a Vicenza e ben prima che Letta scoprisse Vicenza stiamo condividendo un percorso che tocca tutti i grandi temi dello sviluppo, dalla città universitaria, di cui anche la Presidente Dalla Vecchia parla oggi sul Foglio, alle grandi infrastrutture come la TAV».

«Non pensi Letta - continua Rucco - di trovare nel Veneto o a Vicenza un territorio incapace di esprimere progettualità o modernità, comprenderà che qui siamo abituati a confrontarci su temi concreti ed a pianificare lo sviluppo di una provincia ed una regione che non per caso scelgono il centrodestra dal 1995 e che governa gran parte delle amministrazioni comunali e provinciali».

«A Vicenza sarà Letta a dover spiegare le posizioni del suo collega Orlando sul cuneo fiscale e sul rapporto con il mondo produttivo – prosegue -, noi queste contraddizioni non le abbiamo. Così come va evidenziata la favola sull’Agenda Draghi, che funziona bene come slogan ma che non ha un copyright neanche di Draghi stesso, e il sottoscritto può parlarne senza complessi perché avevo firmato l’appello per l’ex Primo Ministro, altro non è che un programma di riforme concordato con l’Europa, di cui nessuno è  monopolista, al contrario qualunque maggioranza esca dalle urne il 25 settembre, non potrà fare altro che continuare in quel solco già tracciato, salvo poche sfumature tra destra e sinistra».

«Ma sia chiaro - conclude il sindaco di Vicenza -, nessuno è il profeta di Draghi, né in Veneto né a Vicenza. Chi lo dichiara o è in mala fede o, quantomeno, manifesta l’assenza di un progetto chiaro per il Paese. Se la sua campagna elettorale è l’occhio di tigre per i traditori di Draghi ha sbagliato regione e soprattutto ha sbagliato provincia. All’occhio di tigre risponderemo con il leone di San Marco».

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