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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica Montecchio Maggiore

Spv e ritardi, le bordate della Corte dei conti

La magistratura erariale bastona la Superstrada pedemontana veneta che non rispetta il ruolino di marcia. E le opposizioni mettono sulla graticola la Regione Veneto nella sua veste di concedente dell'opera. Frattanto palazzo Balbi spiega di non potere infliggere penali ma i Verdi smentiscono l'amministrazione

La Corte dei Conti bacchetta la Superstrada pedemontana veneta e la Regione Veneto per i ritardi accumulati in questi anni dal cantiere della infrastruttura che dovrebbe collegare Spresiano nel Trevigiano a Montecchio Maggiore nel Vicentino. E così le opposizioni di centrosinistra oggi 17 febbraio con una serie di dispacci al vetriolo hanno messo sulla graticola la giunta regionale capitanata dal leghista Luca Zaia.

La Superstrada pedemontana veneta (Spv) è una delle opere più importanti dell'intero Paese tra quelle in fase di realizzazione. Doveva essere pronta nel 2016 ma una serie di grane anche di natura giudiziaria ne hanno rallentato la realizzazione. E tra ecologisti da sempre contrari e fautori dell'opera, specie nel Pd, che però non condividono le scelte operative e di vigilanza operate da palazzo Balbi le critiche nel tempo sono diventate una costante.

L'AFFONDO DI ZANONI
Ultima in ordine di tempo c'è quella del consigliere regionale democratico Andrea Zanoni del Pd. Il quale oggi, appena saputo della ennesima bacchettata della Corte dei Conti ha imbracciato subito l'archibugio. Quest'ultima peraltro in casi del genere non vaglia eventuali danni erariali ma è chiamata a redigere una sorta di pagella sul comportamento della Regione nella sua veste di concedente e della Sis-Spv, nella sua veste di concessionario dell'opera. Gli addebiti della magistratura erariale riguardano appunto i ritardi (la Spv la si sarebbe dovuta terminare nel 2016). Tuttavia i magistrati di viale Mazzini hanno anche de facto posto l'accento sullo scarso utilizzo dell'arteria da parte degli utenti: anche questo peraltro è un problema arcinoto e più volte denunciato dai comitati ambientalisti.

IL PD DELLA MARCA
Tanto che Zanoni, che come spiega Trevisotoday.it, è spalleggiato dal Pd della Marca, spara a palle incatenate: «Chissà se questo nuovo invito della Corte dei Conti sarà sufficiente alla Regione per sanzionare le imprese responsabili dei ritardi nella realizzazione della Pedemontana e incassare quanto dovuto sulla base di un contratto. Non si tratta di pochi euro e stiamo parlando di un'opera pagata a carissimo prezzo dai veneti».

LA REPLICA
E che a palazzo Balbi alligni un certo imbarazzo oggi lo si è appreso quando la replica non è stata affidata al presidente della giunta Zaia o all'assessore ai trasporti Elena De Berti o alla dirigente responsabile della struttura di progetto che vigila sulla Spv (si tratta dell'ingegnere Elisabetta Pellegrini). La replica, nella quale si prende atto dei rilievi della magistratura, è affidata ad un più o meno fantomatico gruppo di «uffici tecnici della Regione del Veneto». I quali nel prendere atto dei ritardi evidenziati dalla Corte a Roma spiegano però che palazzo Balbi, a differenza di quanto chiede Zanoni, per legge non ha la possibilità di infliggere penali al concessionario perché, questo si legge nel dispaccio diffuso oggi, le stesse penali possono essere erogate solo ad opera terminata.

L'ADDEBITO DI GUARDA
Epperò a mettere in discussione sul piano giuridico il ragionamento della Regione (nessuno infatti si è assunto la paternità di quelle parole per vero) è la consigliera regionale Cristina Guarda dei Verdi. «Vogliamo comprendere - scrive oggi la consigliera leonicena - quali argomentazioni sfodererà palazzo Balbi a fronte dell'ennesima contestazione in ordine alla mancata attivazione sanzioni contrattuali. Eppure, anche questa volta, il percorso argomentantivo della Conte dei conti è chiarissimo: le sanzioni vanno applicate in relazione a ciascun lotto per cui vi è ritardo, non già, come precedentemente sostenuto dalla giunta regionale, a fait accompli, cioè a opera ultimata».

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