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Niente spazio alla Kersevan? «Pronti a denunciare il Comune»

Il diniego per l'utilizzo della sala municipale di villa Lattes che avrebbe dovuto ospitare una conferenza della saggista udinese ha scatenato la reazione di Rifondazione comunista che ha portato un centinaio di persone in piazza Matteotti

Si sarebbe dovuta tenere a Villa Lattes, ma l'utilizzo della sala municipale per l'incontro con la scrittrice udinese Alessandra Kersevan dedicato alla storia del confine orientale dell'Italia in stretta attinenza col dramma delle foibe era stato annullato dalla amministrazione comunale di Vicenza. Il motivo? La scrittrice viene accusata di tenere una condotta «negazionista» proprio nei confronti del dramma delle foibe. La nota autrice e il Partito della rifondazione comunista che con altre associazioni ha organizzato l'evento, però la pensano in modo diametralmente opposto tanto ieri 19 febbraio, pur con forme diverse l'incontro con la saggista si è tenuto ugualmente in piazza Matteotti davanti a palazzo Chiericati: il tutto di fronte a circa 120 persone sotto lo sguardo discreto di polizia, Guardia di Finanza, carabinieri e vigili urbani. I quali, riportano gli organizzatori, hanno evitato che alcuni provocatori vicini alla destra radicale, «portassero a compimento azioni di disturbo».

«Se la giunta capitanata dal sindaco Francesco Rucco pensava di impedirci di parlare, quanto avvenuto in piazza Matteotti dimostra ben il contrario perché noi non ci facciamo intimidire» fa sapere Roberto Fogagnoli segretario provinciale vicentino di Rc, che ha appunto dato vita al sit-in di ieri assieme ad altre forze politiche e sociali tra cui «Pci, Partito del sud, Partito comunista dei lavoratori, Usb e Collettivo Vicenza antifascista». Kersevan dal canto suo, che ha parlato a lungo delle questioni storiche legate al conflitto più o meno aperto che per decenni tra Diciannovesimo e Ventesimo secolo ha interessato il confine tra Italia ed ex Jugoslavia, è stata molto severa con Rucco. La scrittrice infatti ai microfoni di Vicenzatoday.it ha parlato espressamente di «vulnus alla democrazia».

Sullo sfondo rimane un altro aspetto di non poco conto. Il diniego opposto da palazzo Trissino all'uso della sala di Villa Lattes in via Revel era stato invocato dal primo cittadino. Ma il funzionario che si è preso la briga sul piano amministrativo di mettere nero su bianco quanto invocato da Rucco è la direttrice del settore partecipazione ossia la dottoressa Elena Munaretto. La quale non più tardi del 14 febbraio aveva inviato a Rifondazione comunista una missiva in cui venivano spiegate le ragioni, più politiche che amministrative per vero, del diniego all'utilizzo della sala.

Per i vertici di Rifondazione quella nota che riporta il protocollo 0024579/2022 costituisce un vero e proprio «arbitrio» tanto che la segreteria sta valutando una serie di azioni ad hoc comprese le vie legali. «Valuteremo se denunciare il Comune di Vicenza» ha detto poi Fogagnoli. Ad ogni modo il no dell'amministrazione all'uso di villa Lattes ha scatenato il malcontento in alcuni settori della opposizione che a palazzo Trissino fa capo al centrosinistra. Ieri peraltro sul finire dell'evento i vigili urbani hanno misurato anche la superficie occupata dalle sedie dell'uditorio improvvisato. Da quanto si apprende da palazzo Trissino gli organizzatori, che avevano preannunciato il sit-in in questura, non hanno però chiesto l'uso dello spazio pubblico che in casi di specie è necessario quando compaiono banchetti e sedie. Il che potrebbe portare l'amministrazione a multare gli stessi organizzatori.

ASCOLTA L'INTERVISTA AD ALESSANDRA KERSEVAN

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