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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica Piovene Rocchette

Chiusura Filivivi, Sbrollini: "Intervenga il Governo"

La parlamentare del Pd ha presentato un'interrogazione ai ministeri dello Sviluppo economico, del Lavoro e delle Politiche sociali: "E' un patrimonio del territorio e oltre cento famiglie finiranno sul lastrico"

Il testo dell'interrogazione della parlamentare bassanese del Pd, Daniela Sbrollini:

Premesso che:
La direzione dell’azienda Filivivi Srl, di Piovene Rocchette, in provincia di Vicenza, ha comunicato nei giorni scorsi la decisione di cessare la produzione del settore filatura;
si tratta di un’azienda storica che, per oltre un secolo, è stata una delle colonne portanti dell'economia dell'Alto vicentino; la Filivivi Srl rappresenta, infatti, le ultime “spoglie” dell´ex Lanerossi, fondata nel XIX secolo e che, da allora, ha sempre dato lavoro agli abitanti della vallata dell´Astico; l´azienda è attualmente costituita al 50% dal gruppo Marzotto e al 50% dal gruppo Verzoletto;
la causa sarebbe ascrivibile alla crisi economica del settore, che si sta trascinando ormai da parecchi anni, senza accenni di ripresa, e che avrebbe provocato perdite consolidate per 28 milioni di euro dal 2006 ad oggi; a questo si aggiunge inoltre il problema dei mancati pagamenti da parte dei clienti, che saldano anche dopo 360 giorni, aggravando ulteriormente la situazione;
l’azienda ha comunicato ai dipendenti la decisione di cessare completamente l´attività di filatura pettinata e di trasferirla nel proprio stabilimento in Romania; nella sede di Piovene dovrebbe quindi restare operativo solamente il reparto tintoria;
Il grosso delle produzioni, del resto, è già stato dislocato da tempo in Romania; nello stabilimento di Piovene si producono più che altro piccoli lotti e servizio al cliente; gli ordini attuali non sarebbero sufficienti;
La decisione dell’azienda produce un esubero di personale pari a 127 dipendenti, a cui è di fatto negata qualunque prospettiva;
l'azienda sembrerebbe indirizzata verso la richiesta della mobilità;
i sindacati, invece, chiedono di fermare la procedura e provvedere con cassa integrazione straordinaria e percorsi di outplacement, ovvero di ricollocamento e riqualificazione del personale; nel dettaglio si tratta di persone assunte da molto tempo (gli ultimi alla fine degli anni Novanta): solo una parte di essi, però, potrebbe essere accompagnata alla pensione attraverso provvedimenti speciali;
per la maggior parte dei lavoratori necessitano altre soluzioni; dai lavoratori e dai sindacati, che sono in vertenza, e hanno dichiarato già uno sciopero, arrivano forte delusione, preoccupazione e allarme; sostengono che il lavoro non manchi, ma che stia prevalendo nell’azienda la volontà di spostare le produzioni all'estero;
I sindacati chiedono percorsi di ricollocamento lavorativo per persone che, in molti casi, sono capi di famiglia con figli a carico, spesso monoreddito con mutui da pagare, e che si ritroverebbero all’improvviso in una condizione di terribile povertà;

dal Ministro se è a conoscenza di quanto sopra esposto;
se e come il Governo intenda intervenire su una vertenza spinosa, difficile, che contiene anche alcune contraddizioni, a tutela di una produzione storicamente legata al territorio e delocalizzata;
se e come il Governo intenda intervenire a tutela dei lavoratori e delle loro famiglie che rischiano di trovarsi, improvvisamente, senza reddito e senza occupazione.

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