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Bombe ad Equitalia, Quero: "Va ripensato il sistema"

Il consigliere provinciale del PD commenta le intimidazioni contro Equitalia e le reazioni politiche di Beppe Grillo: "All'origine del problema c'è un rapporto sbagliato tra Cittadino e Stato"

“Né con Grillo, né con Equitalia. Parlando di comprensione e di rispetto delle istituzioni non risolviamo il problema e si rischia di arrivare all’esasperazione sociale. La soluzione sta nella revisione di un sistema pieno di falle”. Matteo Quero, consigliere provinciale del PD, commenta così la vicenda che vede Equitalia vittima di minacce e attentati e le recenti dichiarazioni di Beppe Grillo sul tema.

“Qui si sta sbagliando il tiro – commenta Quero – il problema ha radici assai più antiche e non è spartendo colpe e responsabilità che si risolverà il problema. All’origine del problema c’è un rapporto sbagliato tra Cittadino e Stato. Per quanto riguarda il sistema fiscale – sottolinea Quero – siamo rimasti fermi ad un sistema ottocentesco, di stampo borbonico, che non ha aiutato la trasformazione della società in chiave moderna. Per dirla con le parole di John Rawls l’italiano è ancora suddito e non è mai diventato veramente cittadino".

"È un sistema – analizza Quero - in cui nessuno intende pagare per le proprie responsabilità e dove vige non un “contratto sociale”, ma la legge del più forte. Lo Stato è fossilizzato in un sistema burocratico elefantiaco, che ha creato una distanza abissale tra Pubblica Amministrazione e cittadino. In questo vortice il 30% delle cartelle esattoriali sono viziate da errori imputabili all’esattore e non vi è certezza nella soluzione delle controversie, che si risolvono in un processo lungo e costoso di mediazione tra cittadino e Pubblica Amministrazione. Sembra solo storia – ironizza Quero – ma se non teniamo a mente questo fattore difficilmente potremo uscire dal circolo vizioso. Il problema – conclude Quero – si può risolvere, ma il Governo deve impegnarsi per un rinnovamento profondo del sistema prima che i sintomi che stiamo osservando si trasformino in un’epidemia generalizzata e incontrollabile. Visto che l’autorità dello Stato è indiscutibilmente superiore a quella del singolo cittadino, è allo Stato che spetta un primo passo in fatto di responsabilità. Si potrebbe così immaginare un rimborso da parte dello Stato per gli errori di accertamento commessi con le cosiddette “cartelle pazze”. Sarebbe un gesto importante verso quell’equità sociale sulla quale si fonda un più moderno rapporto Stato-Cittadino”.

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