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Edilizia agevolata, il Comune rilancia

Palazzo Trissino mette in campo 242 nuovi alloggi ma in città come in provincia il numero delle abitazioni sfitte rimane altissimo nonostante le richieste per una casa alla portata dei meno abbienti cresca senza sosta: tra tabù del passato e vincoli di bilancio le per le famiglie a basso reddito ansie e incognite si moltiplicano

«Dal ritorno in house di Amcps nel 2021 ed entro la fine dell’anno in corso, sono 242 gli alloggi sfitti, già sistemati o nella fase finale di riqualificazione, rimessi a disposizione della graduatoria dell'edilizia residenziale pubblica, grazie al programma messo a punto dall'assessorato al patrimonio e dall'azienda che gestisce per conto del Comune gli immobili dedicati all'Erp ossia all'edilizia residenziale pubblica». È questo l'incipit di una lunga nota diramata ieri 20 marzo dalla giunta comunale di Vicenza nella quale si dà conto del lavoro portato avanti dalla società municipalizzata Amcps e del referato al patrimonio capitanato dall'avvocato Valeria Porelli. Si tratta di un passaggio chiave che giunge quando in città comincia il rush finale per le elezioni municipali previste il 14 e il 15 maggio rispetto alle quali il sindaco uscente Francesco Rucco (civico a capo di una coalizione di centrodestra) e Giacomo Possamai, quota Pd, candidato sindaco in un raggruppamento di centrosinistra, sono i due che senza outsider di peso si giocheranno lo scranno di primo cittadino per il prossimo quinquennio.

LA RITROSÌA
Ad ogni modo l'uscita dell'amministrazione comunale scodella sulla campagna elettorale quello che a Vicenza da decenni è un vero e proprio tabù (che spesso si traduce in ritrosia negli interventi) sia per le amministrazioni di centrodestra che di centrosinistra, ovvero il problema della casa per i poco abbienti. Il capoluogo berico, come molti comuni italiani, da tempo deve fare i conti con una contraddizione di fondo: le case sfitte abbondano, ma le persone bisognose di alloggio, anche in considerazione della crisi e della perdita del potere d'acquisto aumentano a dismisura, come da tempo immemore fa notare il sindaco degli inquilini, il Sunia. Il tutto a fronte di un altro dato: nel Vicentino dopo la II guerra il settore immobiliare privato è stato uno fra quelli più sovvenzionati dalla collettività: sia grazie ad una politica urbanistica molto lasca, sia grazie ad una politica in materia di oneri di urbanizzazione molto sbilanciata a favore dei costruttori e dei proprietari terrieri. Questo approccio, che come nel resto del Paese ha favorito l'acquisto della prima casa da parte degli Italiani si è rivelato però deleterio per altri aspetti.

UNA QUERELLE ANNOSA
Nei primi anni Duemila, come denunciò a più riprese il segretario provinciale del Sunia Fulvio Rebesani (scoparso nel maggio del 2022), tra oneri evasi o mal calcolati la municipalità avanzava dal settore privato oltre 250milioni di euro oneri cui se ne sarebbero potuti aggiungere «almeno altrettanti se le amministrazioni pubbliche che si sono succedute dagli anni '80 in poi avessero aumentato l'asticella del rigore». Di contro ora Vicenza e il Vicentino si trovano a dover fronteggiare il problema della mancanza di alloggi per gli strati sociali più deboli nonché di un eccesso di costruzione che tra civile, commerciale e industriale ha intasato di cemento la provincia berica: con tutto ciò che la cosa comporta in termini ambientali. Siccità, effetto serra, polveri sottili, gentrificazione strisciante, infiltrazioni della malavita organizzata sono solo alcuni effetti indotti da un consumo di suolo che dalla maggior parte dell'opinione pubblica peraltro «in modo senza dubbio perverso non è visto come un problema semmai come una risorsa» era uso ripetere Rebesani.

IL DIBATTITO POLITICO
Adesso la novità comunicata dalla giunta permetterà quantomeno di riportare, poco o tanto, il dibattito sul tappeto dell'agone politico: sia a livello nazionale sia a livello locale. Tanto per dirne una infatti Possamai domani al teatro civico di Vicenza presenta la sua campagna e poco ancora si sa del problema alloggi. Sullo sfondo però rimane un altro problema. Quello delle decisioni prese a livello centrale oggi come negli anni passati.

IL VENTO DI ROMA
La tassazione non progressiva sugli immobili dati in affitto (cedolare secca) avrebbe dovuto far emergere il nero, ma alla fine si è rivelata un sostegno ai ceti più abbienti. Ora a Roma il governo sta indirizzandosi a passi spediti verso la diminuizopne della pressione fiscale pure sugli immobili ad uso commerciale dati in affitto. Il minor gettito rischia seriamente, sostemgono i detrattori del nuovo corso di palazzo Chigi, di ridurre ancor più le entrate dello Stato che avrà ancor meno fondi per i comuni, che a loro volta avranno meno margini per le politiche dell'alloggio a prezzo sociale: il che «sta alimentando le ansie delle famiglie e dei singoli in difficoltà» rimarcano da mesi i sindacati. A partire da coloro che vivono in contesti di emarginazione o degrado assoluto. Basti pensare alla donna morta di recente all'albergo cittadino: una notizia che da destra a sinistra non ha avuto alcun riverbero di rilievo sulla campagna elettorale.

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