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Dal Molin, Bottene: "Altro che rispetto ambientale!"

Cinzia Bottene ricorda che già nel marzo dell'anno scorso presentò un'interrogazione che lanciava un grido d'allarme sull'evidente nesso tra il cantiere e i fenomeni di allagamento che continuavano a registrarsi nella zona limitrofa

“E adesso che nessuno venga a dire che non si sapeva. Che la nuova base rappresentasse un danno e un rischio reale anziché un beneficio per la comunità e il territorio lo sapevamo e denunciavamo da tempo. Altri, in primis il Commissario Costa e l’Assessore Provinciale Pellizzari, hanno preferito insabbiare o eludere per troppo tempo i problemi, per evitare di affrontarli, continuando a rassicurare la popolazione ed escludendo possibili conseguenze di dissesto idrogeologico o sulla falda – afferma la consigliera comunale Cinzia Bottene, preannunciando una domanda di attualità durante il prossimo consiglio comunale e un esposto che verrà depositato nei prossimi giorni in Procura – Cosa succederà in quel quadrante in caso di piogge sostenute? Ci dimentichiamo dell’alluvione?”  IL PARCO DELLA PACE E' UNA PALUDE

Le notizie emerse in questi giorni sull’innalzamento anomalo del livello di falda nel lato est ed una depressione a ovest certifica il danno prodotto dal cantiere al complesso funzionamento idrogeologico della zona. Le palificazioni, così come l’interruzione della sapiente rete di drenaggio che aveva sempre garantito la zona da rischi di natura idraulica, hanno portato a questi risultati.

Cinzia Bottene ricorda che già nel marzo dell’anno scorso presentò un’interrogazione che lanciava un grido d’allarme sull’evidente nesso tra il cantiere e i fenomeni di allagamento che continuavano a registrarsi nella zona limitrofa.

“Pochi giorni fa un convegno embedded di Alifuoco e soci magnificava l’ecologicità della nuova base, con attestazioni e onorificenze che, purtroppo per i vicentini, fanno a pugni con la situazione reale. I danni – continua la Bottene – restano e i rischi che denunciavamo fin dal 2006 si stanno materializzando.”

“Anziché indagare i cittadini che a ragione, visti i fatti, difendevano il loro territorio e le risorse comuni, - prosegue l’esponente NoDalMolin - la Procura vicentina dovrebbe attivarsi per indagare su quel cantiere, sul rispetto delle poche e risibili prescrizioni imposte e sulla palese violazione di quella già segnalata riguardante il collettore per lo scarico delle acque, costruito e posizionato in maniera non conforme a quanto previsto dalla Valutazione d’Incidenza Ambientale. Se nemmeno le prescrizioni di minima e verificabili vengono ottemperate figuriamoci cosa succede all’interno della base, dove nessun controllo è possibile.”

“Non ci voleva certo un genio per capire il danno che la base avrebbe prodotto – conclude la consigliera Bottene - e ben l’aveva intuito Paolo Costa quando scriveva all’allora Ministro Parisi che non era il caso di far svolgere la Valutazione d’Impatto Ambientale, perché avrebbe potuto addirittura pregiudicare la costruzione della base. Adesso si capisce il perché.”

 

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