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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Corteo del 18 giugno, la Donazzan sulla graticola di Lorenzoni

Il coordinamento «il Veneto che vogliamo» bolla come ignorante in materia di storia e di democrazia l'assessore regionale alla formazione e sulle polemiche seguite alla manifestazione organizzata dai centri sociali la settimana passata nella città palladiana usa il curaro definendo Fdi «Coltelli d'Italia»

È un attacco ad alzo zero verso l'assessore regionale veneto alla formazione Elena Donazzan e verso l'assessore al commercio di Vicenza Silvio Giovine, entrambi di Fdi. L'accusa è quella mistificare il significato della storia e di minimizzare l'eredità antidemocratica del fascismo. Una condotta che è stata messa in atto con le critiche, giudicate immotivate, nei confronti del centro sociale berico Il bocciodromo, che il 18 giugno in centro a Vicenza aveva dato vita ad una parata antifascista seguita da molte polemiche. A distillare la dura critica verso Fdi nella forma di una nota diramata ieri 24 giugno è il coordinamento per la provincia berica de Il Veneto che vogliamo, il gruppo che riusnisce la sinistra veneta che alle prossime elezioni regionali sfiderà col candidato padovano Arturo Lorenzoni, il centrodestra oggi alla guida di palazzo Ferro Fini.

«FALSIFICAZIONE»
«L'assessore regionale alle discriminazioni Donazzan definisce - si legge - la sinistra violenta e illiberale. Forse la lettura, anche rapida, di un bignamino di storia le farebbe bene. Era proprio il fascismo, che lei difende e che la sinistra combatte, ad essere illiberale, avendo abolito ogni altro partito, e violento, con le imprese vili delle squadracce. La bassanese chiede anche, insieme a suoi compagni di partito, coltelli d'Italia, la chiusura del Bocciodromo. La demonizzazione del centro sociale - prosegue la nota - è, al solito, una falsificazione. Cosa fanno questi ragazzi?».

«RAPPRESENTAZIONE DEFORMANTE»
E ancora: «In un epoca di ripiegamento individualista e di antipolitica imperante, il Bocciodromo è un circolo culturale, nel quale si organizzano concerti e si proiettano film. Un luogo di incontro e di scambio, un luogo di resistenza vivace al nichilismo contemporaneo. Un luogo di solidarietà. Lo sapete che durante il lockdown questi ragazzi hanno messo in piedi un sistema di spesa a domicilio per le persone in difficoltà. Lo sapete che hanno messo in piedi un banco aiuto e di mutuo soccorso per aiutare chi ha perso il lavoro a causa della crisi? Tutto questo sembra cozzare con la rappresentazione deformante delle destre, che dipingono questo luogo di aggregazione e di cittadinanza attiva come un covo di violenti». In realtà la nota, che vede come primo firmatario il bassanese Mauro Beraldin, giunge cinque giorni dopo un'altra piccata presa di posizione nei confronti di Donazzan e Giovine.

PARLA IL BOCCIODROMO
Si tratta del dispaccio comparso il 20 giugno sulla bachehca Facebook del «Centro sociale bocciodromo» di Vicenza. Nella nota si criticano senza mezze misure coloro che dopo la manifestazione hanno chiesto la chiusura del centro sociale. «A corto di argomentazioni politiche, gli esponenti locali del centgrodestra, dalla Lega a Fratelli d'Italia passando per la Donazzan, hanno spostato il discorso pubblico dal piano dei contenuti politici alle accuse personali al corpo collettivo del centro sociale. I consiglieri comunali di Fratelli d' Italia tuonano la richiesta di revoca della concessione dello spazio di Via Rossi 196, regolarmente vinto attraverso un bando di gara indetto dal Comune di Vicenza, per l'asserito l'ennesimo sfregio all'autorità e al comune di Vicenza stesso». Una lamentela che il centro sociale definisce inaccettabile.

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