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«Conflitto di interesse sulla giunta»: la variante al piano interventi finisce «in procura»

L'opposizione e un pezzo della maggioranza mettono sulla graticola la giunta del piccolo comune dell'hinterland berico: al centro della contesa anche un terreno del sindaco. E piovono bordate su un provvedimento che esaspera «il consumo di suolo»

L'ultima versione del piano degli interventi, una sorta di fratello minore del piano regolatore, varato dal comune di Altavilla vicentina è viziato da un conflitto di interessi così macroscopico in capo al sindaco e al suo vice che per comprenderne la portata anche sul piano della legittimità è necessario l'intervento della procura della repubblica berica. Che peraltro è stata informata puntualmente di quanto accaduto con un esposto. A sostenere questo j'accuse è un gruppo trasversale di consiglieri comunali di maggioranza e minoranza che nella mattinata di oggi 24 novembre ha protestato contro la giunta con un breve sit-in organizzato sotto il municipio.

LA MISURA «È COLMA»
«Ormai la misura è colma» fa sapere Alessandro Ugone, consigliere di minoranza per il gruppo «Vivi Altavilla», il quale ieri è stato tra i primi ad arrivare sotto la casa comunale per dare vita ad una iniziativa promossa tra anche da Silvia Burò e Francesco Albera che siedono tra le fila della maggioranza nella lista «Dalla Pozza sindaco». Con loro c'erano fra gli altri anche due volti noti della opposizione di centrodestra ossia Massimo Conforto e Giulia Busato del Carroccio. Ma di che cosa si tratta nel dettaglio? E perché i consiglieri sono così furibondi?

La chiave di lettura è appunto nell'esposto nel quale si legge che nell'ambito «della approvazione» definitiva dell'ultimo piano degli interventi «avvenuta il 25 maggio del 2020», l'allora assessore «Danilo Grignolo... attuale vicesindaco» con delega al patrimonio , l'allora consigliere Francesco Centofante «... attuale assessore alla cultura», nonché il sindaco Carlo Dalla Pozza pur astenendosi durante la votazione di punti specifici che li riguardavano direttamente o riguardavano alcuni loro parenti, prendevano poi parte alla votazione sul complessivo della delibera ignorando quindi «le prescrizioni specifiche contenute nella norma» fa sapere la consigliera Burò. Che per giunta è avvocato e che in dissenso dal sindaco si è pure dimessa da assessore alla sicurezza rimanendo semplice consigliera di maggioranza. Sempre la Burò durante il sit-in ha più volte richiamato il dettato «dell'articolo 78 del decreto legislativo 267 del 2000» che al secondo comma, sostengono ancora i consiglieri nell'esposto depositato all'inizio del mese, prevede espressamente che in casi come quello al vaglio dell'aula del comune di Altavilla il 25 maggio, l'allontanamento dalla assise poiché si è in presenza di un interesse, immediato, diretto e specifico dell'amministratore. Ossia l'obbligo di astensione «non si applica ai provvedimenti normativi o di carattere generale quali i piani urbanistici, se non nei casi  in cui sussista una correlazione immediata e diretta fra il contenuto della deliberazione e specifici interessi... di parenti e affini sino al quarto grado».

E per fare un esempio «degli interessi specifici e immediati» che avrebbero dovuto indurre alcuni amministratori a non partecipare al voto, interessi che sono finiti al centro di una polemica che si preannuncia al fulmicotone, i consiglieri parlano «di un terreno agricolo in zona residenziale di espansione» di quasi novemila «metri quadri» la cui proprietà è riferibile anche al sindaco altavillese Carlo Dalla Pozza (da anni vicino al centrosinistra) il quale terreno ha acquisito in forza della variante votata in aula «un valore commerciale significativamente maggiore di quello originario». Lo stesso vizio però i detrattori della delibera lo vedono per l'appunto anche per altri amministratori anche in ragione del fatto che l'approvazione è passata grazie «al voto determinante» di coloro sui quali pende lo spettro di questo conflitto di interessi.

LA CONSIGLIERA SPROVVEDUTA
Le bordate dei consiglieri, in questo caso frammiste ad un certa qual ironia, tra l'altro riguarderebbero anche un altro collega di scranno. Si tratta di Margherita Fusari, sempre in quota maggioranza, alla quale addirittura viene affibbiata una patente di scarsa capacità di cognizione della partita posta al volto dell'aula. Lo stesso consigliere Fusari infatti, si legge nell'esposto a pagina 2, «per una probabile non corretta comprensione del problema di incompatibilità non è uscito» dall'assise allorquando il voto riguardava terreni» riferibili alla sfera dei suoi interessi poiché i lotti erano riconducibili «a partenti entro il quarto grado».

LO SCENARIO
Rimane ora da capire se la magistratura abbia o meno già aperto un fascicolo, se ravveda fattispecie da codice penale di qualche tipo su cui indagare a partire dalla ipotesi di abuso d'ufficio. E se intenda vagliare anche l'operato del segretario comunale il quale per legge è obbligato a vagliare provvedimenti del genere anche sul piano della legittimità. E che la questione abbia un certo peso lo si evince anche da un altro aspetto. I consiglieri oggi hanno chiamato il loro esposto una «segnalazione». Il fatto però che il consigliere in ossequio all'articolo 361 del codice penale, in qualità di pubblico ufficiale, abbia l'obbligo di dare notizia al magistrato di eventuali illeciti penali rende l'esposto consegnato ai carabinieri di Altavilla il 6 novembre una denuncia de facto all'autorità giudiziaria che la procura di Vicenza sarà obbligata a vagliare con tutta l'attenzione del caso a partire da eventuali illeciti che si perseguono d'ufficio.

QUESTIONE AMBIENTALE
C'è poi un aspetto eminentemente politico che oggi è venuto a galla. «Il nostro gruppo - spiega Albéra - si era impegnato in campagna elettorale per mettere un freno al consumo del suolo che ormai è divenuto una vera e propria emergenza in quasi tutto il Veneto. Ecco di fronte a questo impegno - rincara la dose Albéra - la variante contestata mi ha visto subito contrario, e con me coloro che mi hanno sostenuto sino alla vittoria alle amministrative del 2019, proprio perché tale provvedimento non tiene nel dovuto conto le istanze di chi ha cuore la salvaguardia dell'ambiente».

IL SILENZIO DELL'ESECUTIVO
Ma come la pensa la giunta al riguardo? Chi scrive ha chiesto un parere al sindaco Dalla Pozza, da quest'ultimo però, almeno per il momento, non è giunto alcun commento. Per di più un'altra partita potrebbe giocarsi a palazzo Volpe. La prefettura infatti per legge ha la facoltà di annullare le delibere degli enti pubblici ove presentino rilievi di abnormità. Al momento però non è ancora noto se in contrà Gazzolle siano o meno a conoscenza dell'affaire Altavilla anche se per prassi in casi del genere i militari, che materialmente hanno ricevuto l'esposto (e che per legge debbono trasmetterlo in primis alla magistratura), informano l'ufficio territoriale del governo: il quale a sua volta ha obblighi precisi per quanto concerne le informative di specie al Ministero degli interni.

ASCOLTA L'AUDIO-INTERVISTA A SILVIA BURÓ
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