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Caracol, ridda di commenti dopo l'aggressione

In seguito al gesto vandalico che ha interessato il centro per il volontariato gli attivisti continuano a agitare lo spettro della rimozione della clausola antifascista dal regolamento comunale sulle manifestazioni pubbliche. Replica di Fdi: querelle stucchevole

Dopo il raid vandalico con tanto di striscione dato alle fiamme che ad opera di ignoti ieri 12 giugno ha interessato la sede del centro per il volontariato Caracol di via Crispi, che peraltro è pure la sede del sindacato Adl, nella città del Palladio e in provincia l'accaduto continua a far discutere. Tra le voci che più si sono fatte sentire c'è quella di Teo Molin Fop, uno dei volti più conosciuti del Caracol il quale parla di aggressione di tipo fascista legate in qualche maniera alla rimozione dal regolamento municipale per l'assegnazione degli spazi urbani per le manifestazioni della cosiddetta clausola antifascista. Un decisione maturata dalla attuale maggioranza di centrodestra che regole sorti di palazzo Trissino. Su posizioni distantissime si colloca invece Alex Cioni, consigliere comunale scledense eletto in una lista civica di centrodestra, ma soprattutto una delle figure di riferimento nel vicentino per Fdi. Cioni fa sapere che reputa stucchevole la querelle «sulla clausola» e parla «di strabismo» da parte di certi gruppi legati al mondo della sinistra accusandoli di non essere in grado di condannare la violenza tout-court ma solo a seconda della parte da cui proviene.

ASCOLTA L'INTERVISTA A TEO MOLIN FOP
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