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Venerdì, 19 Aprile 2024
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"Chiediamo le dimissioni del sindaco di Barbarano Vicentino"

Noi di Impegno per la Comunità del Comune di barbarano Vicentino abbiamo chiesto pubblicamente le dimissioni del sindaco Boaria.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di VicenzaToday

Non si tratta di "ingratitudine" - come ha detto il primo cittadino o, come dice qualche suo assessore in assenza di argomentazioni, "l'inizio della nostra campagna elettorale" - bensì di una serie di fatti circostanziati in cui il sindaco ha mostrato più attenzione per interessi diversi da quelli della cittadinanza e del paese. Fatti precisi, ben noti e circostanziati.

Veniamo al dunque e partiamo dal problema del "Biogas" a Ponte di Barbarano. Il sindaco, come professionista, ha inizialmente condotto la trattativa con il privato per l'individuazione del sito dove insediare l'impianto del Biogas, precisamente in via Capitello, a lato del Caseificio Sociale, a ridosso del centro abitato di Ponte Barbarano. Di questo progetto però non ha informato la cittadinanza, né, tantomeno, noi consiglieri di minoranza. Il progetto è stato poi presentato per l'approvazione al VIA (Commissione Valutazione Impatto Ambientale) della Regione Veneto. Solo allora siamo venuti a conoscenza del problema, ma ormai i giochi erano fatti.

Dopo la nostra denuncia la gente del posto si è allarmata ed è iniziata la raccolta di firme per fermare l'iter delle approvazioni del progetto. A quel punto, vista la grande avversità dei cittadini, l'amministrazione, con a capo il sindaco, si è detta contraria. Questa sterile (e contraddittoria rispetto ai precedenti comportamenti) posizione è stata manifestata nelle assemblee e anche in sede di approvazione regionale. Peccato che a questa non sia seguito nessun atto formale per fermare l'impianto: ci aspettavamo iniziative come un ricorso alla giustizia amministrativa contro il progetto, delibere di Giunta o di Consiglio Comunale che esprimessero una condivisa e forte contrarietà. Invece niente: solo contrarietà a parole.

Hanno dovuto ricorrere al Tar alcuni cittadini assieme ad Italia Nostra e all'associazione Anbo, e ciò ha, di fatto, scoraggiato la partenza dei lavori da parte della ditta Agri Capital.

Veniamo ora alla Cava sul Monte S.Giorgio di Albettone, che però interessa quasi esclusivamente il Comune di Barbarano e soprattutto i cittadini di via Rampezzana. Anche qui viene applicato lo stesso sistema. Inizialmente nessuna informazione. Solo casualmente siamo stati informati che una copia del progetto era arrivata anche sul tavolo del sindaco in Comune. Poi abbiamo saputo che il sindaco Roberto Boaria aveva condotto personalmente le trattative con i privati e con la ditta Seb per trovare lo sbocco viario nel Comune di Barbarano per la cava di 4,2 milioni di mq di materiale e che il progetto, redatto in modo perfetto (così è stato definito dal Sindaco) era stato inviato per l'approvazione alla Commissione Via regionale. Nessuno si era curato di informare noi e i cittadini sulla possibilità che potesse essere attivata questa enorme escavazione. Abbiamo quindi iniziato ad informare e coinvolgere i cittadini, mentre il sindaco teneva ben nascosto quanto stava succedendo. Noi di Impegno per la Comunità ci siamo attivati per convocare una pubblica assemblea, vista la fortissima contrarietà della gente di Ponte e in particolare dei residenti di via Rampezzana (quasi duemila firme raccolte per fermare lo scempio ambientale). Solo dopo il sollevarsi dell'opinione pubblica, il sindaco si è dichiarato contrario a questa escavazione, ma la sua amministrazione non ha intrapreso nessuna iniziativa concreta per fermare l'iter di approvazione. L'Amministrazione, invece di impegnarsi direttamente, ha assegnato un "corposo" contributo di 6.000 euro al comitato sorto contro la cava. La cosa è stata possibile grazie alla presenza e ai voti del gruppo di minoranza in Consiglio Comunale, che ha garantito il numero legale, viste le tante assenze dei consiglieri di maggioranza (situazione che si è verificata in due sedute del consiglio comunale). Il Comitato ha incaricato uno studio specializzato di professionisti per analizzare e mettere in evidenza tutti i problemi di questo progetto di cava. Una bella mossa per scaricare sul comitato e sui cittadini il possibile insuccesso per l'autorizzazione imminente della cava.

Questi sono i fatti più eclatanti che questa amministrazione e il sindaco hanno compiuto: la trasparenza e l'informazione sui temi importanti non ci sono mai state. Il sindaco non ha utilizzato la sua autorità e il suo posto per scongiurare la distruzione del territorio. Non ha saputo, o forse non ha voluto, difendere il paese e fare gli interessi dei cittadini. La sua amministrazione e i suoi consiglieri, con il loro colpevole silenzio e la loro inattività, hanno avallato questo scempio e la distruzione del territorio.

Riteniamo che questo modo di fare amministrazione del sindaco, alquanto disinvolto, non sia accettabile in un paese democratico. Secondo noi non merita più la fiducia dei suoi concittadini perché ha nascosto o non ha condiviso i grandi problemi e non ha avuto la primaria attenzione al pubblico interesse. Non è più credibile: per questo chiediamo le sue dimissioni.

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