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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica Altavilla Vicentina

Per il caso di via Marconi Catagini va ko in tribunale

Le opposizioni al consiglio comunale del piccolo centro della cintura del capoluogo berico non diffamarono l'ex sindaco e i proprietari dello stabile per la vicenda dell'esproprio dell'immobile della famiglia Galvanin. Ora le minoranze annunciano un esposto alla Corte dei conti per una partita che sul cui destino si addensano diverse nubi giudiziarie. Per l'avvocato dell'ex primo cittadino invece i suoi assistiti hanno agito correttamente

Per la querelle sullo stabile di via Marconi non ci fu atteggiamento diffamatorio nei confronti dell'ex consigliere comunale di Altavilla Claudio Catagini da parte delle opposizioni. La decisione del tribunale civile di Vicenza, interpellato al riguardo dallo stesso Catagini e dai proprietari dell'immobile, ha scatenato la dura reazione delle minoranze che ieri 10 marzo, forti del verdetto della magistratura, si sono trovate in un vertice per fare il punto della situazione. Durante il quale si sono dette pronte ad andare avanti nella battaglia politica e legale. Frattanto il legale dell'ex consigliere, tirato in ballo quest'ultimo per un presunto conflitto di interessi o quanto meno per una questione di inopportunità rispetto alla vicenda dell'esproprio di via Marconi, fa sapere che il suo assistito è pronto a impugnare la decisione del giudice. Tuttavia la querelle è destinata a durare anche perché sulle tracce del caso, segnalato pure alla Corte dei conti, si starebbero muovendo perfino i carabinieri.

IL PROLOGO
La diatriba in corso ad Altavilla nasce quando alcuni mesi fa l'amministrazione capitanata dal sindaco Carlo Dalla Pozza decide di procedere con l'esproprio di uno stabile in via Marconi che appartiene alla famiglia di Luigino Galvanin che come sindaco democristiano resse le sorti del piccolo centro della cintura urbana di Vicenza dagli anni '60 alla fine degli anni '80. Quando l'operazione prende quota, che ha come obiettivo quella di usare quell'area come parcheggio le opposizioni non ci stanno. E realizzano un volantino in cui parlano di operazione «milionaria», cioè dal costo eccessivo Il riferimento non è solo all'esproprio ma anche alla asserita esosità della realizzazione del parking lì previsto a corredo della operazione stessa. Di più fanno notare che lo stabile in precedenza era stato messo in vendita grazie alla intermediazione della immobiliare Catagini, riferibile a Claudio Catagini. Quest'ultimo fino al febbraio del 2022 è stato consigliere comunale di maggioranza poi dimessosi, tra le altre per dissapori interni alla stessa maggioranza. Di più, Catagini è ben noto in paese perché dal 2009 al 2019 è stato primo cittadino di Altavilla a capo di una civica moderata.

Quel riferimento alla intermediazione da parte della Catagini non era però piaciuto all'ex sindaco e ai proprietari dello stabile perché a loro dire avrebbe potuto dare àdito alla esistenza di qualche appetito inconfessabile (smentito peraltro seccamente proprio dai promotori della lite giudiziaria) alla luce del fatto che il contratto di mediazione tra i Galvanin e la Catagini era scaduto nel 2017, ossia ben prima la proposta di esproprio (poi accetatta) formulata dalla amministrazione comunale pari a 460mila euro. Si aggiunga, questa è la tesi di chi si è sentito diffamato da quel volantino, che un conto è una mediazione per una vendita mai avvenuta. Un conto è una proposta di esproprio avanzata dall'amministrazione in un contesto ben diverso.

IN TRE PER UNA CAUSA
E così si è arrivati alle carte bollate. Catagini e Galvanin assistiti dagli avvocati Nicola Alberti, Stefano Peron e Lara Formenton hanno fatto ricorso al tribunale civile berico con uno strumento speciale. Ossia con la procedura d'urgenza prevista dall'articolo 700 del codice civile. In forza del quale era stata richiesta d'urgenza «la rimozione dalle pagine Facebook Vivi Altavilla, Amo Altavilla» nonché dalla pagina Facebook personale del consigliere comunale di opposizione Massimo Conforto di quei post giudicati dai ricorrenti non veritieri e offensivi. Era stato chiesto poi il pagamento di una somma di duemila euro per ogni violazione ed inosservanza seguita ad un eventuale pronunciamento favorevole del giudice titolare del provvedimento ossia Ludovico Rossi.

IL GIUDICE ROSSI
Quest'ultimo però con una ordinanza datata 28 febbraio e registrata il giorno appresso con repertorio 563/2022 in data primo marzo 2022 ha dato torto a Catagini nonché a Donata e Maurizio Galvanin. E invece ha dato ragione a chi aveva resistito al ricorso cioè ai consiglieri d'opposizione Alessandro Ugone, Massimo Conforto e Silvia Burò. Poco dopo la minoranza ha scatenato l'inferno accusando Catagini di aver cercato di limitare la sfera della critica politica delle minoranze. «Noi non ci facciamo intimidire da nessuno» hanno detto i tre consiglieri che ieri si sono trovati nello studio della Burò (che a sua volta è un avvocato) assieme ad altri due componenti della opposizione ossia Francesco Albera e Elvio Righetto, che peraltro sono in sintonia coi colleghi. «Qui nessuno di noi aveva in mente attacchi personali a Catagini - spiegano i cinque - ma chi ha trascinato in tribunale le opposizioni sperando di spaventarci ha fatto male i calcoli». La minoranza non molla la presa. Spiega come fosse sicura «della bontà» della propria condotta. E fa rilevare come sia stato lo stesso giudice a parlare «di diritto di critica espresso» in maniera legittima.

PASSAGGIO MICIDIALE
A pagina 8 della ordinanza c'è poi un passaggio micidiale fra quelli vergati dal magistrato. «Deve ritenersi quindi sommariamente provato che nelle fasi preliminari della procedura... il Catagini abbia continuato a compiere l'attività caratteristica di svolge attività di mediazione. Ciò non vuol dire che né prova che lo stesso o i Galvanin abbiano ricevuto un indebito guadagno dalla operzione, ma dimostra la verità del nucleo storico... del messaggio contenuto nell'opuscolo diretto come detto a contestare l'opportunità della operazione anche in considerazione della circostanza che, di fatto, il Catagini espresse voto favorevole per la approvazione del progetto».

Si tratta di parole che pesano come macigni, che hanno dato alle minoranze la stura per dare conto all'opinione pubblica di un'altra novità. Il 3 febbraio infatti i consiglieri di opposizione Burò, Conforto, Ugone, Albera, Righetto assieme ad altri, hanno indirizzato alla procura della Corte dei conti di Venezia un esposto. Sei pagine fitte di dati e circostanze con le quali si chiede ai magistrati contabili di valutare ogni dettaglio della operazione legata all'esproprio al fine di evidenziare eventuali danni erariali visto che quell'esproprio, spiegano le opposizioni, «è costato uno sproposito».

INTERVENGONO I CARABINIERI
Ma c'è di più, le minoranze ieri si sono a lungo trattenute nello studio della consigliera Burò. Potrebbero decidere infatti di inviare il pronunciamento del giudice Rossi dritto alla procura della repubblica di Vicenza perché questa valutare eventuali reati. Ancora, lo stesso provvedimento potrebbe essere inviato in prefettura e al Ministero degli interni affinché siano valutati eventuali profili di nullità della delibera del consiglio comunale che diede l'ok all'esproprio. E che le cose non si stiano mettendo al bello lo dimostrerebbe il fatto che i carabinieri avrebbero proceduto ad una serie di accertamenti proprio negli uffici comunali. La cosa peraltro è stata confermata dal sindaco Carlo Dalla Pozza anche se allo stato non è dato sapere quali siano le ragioni che abbiano spinto i miliari fino al Comune di Altavilla.

GLI ATTORI
Ma come la pensano al riguardo gli attori, ossia in gergo giuridico i tre che si sono rivolti al tribunale? Ai taccuini di Vicenzatoday.it Lara Formenton (legale dei tre che hanno promosso la causa) espone con chiarezza il suo punto di vista: «I signori Catagini e Galvanin non contestano il diritto di critica politica in sé: diritto sacrosanto se esercitato senza travalicare il limite della verità. Contestano il fatto che sia stato diffuso un volantino ingannevole e di cui si è chiesto, nel presente procedimento, la semplice rimozione da Facebook: dopo una richiesta in via bonaria mai riscontrata dalle controparti».

«ONDA D'ODIO»
Poco dopo un'altra puntualizzazione: «In tale opuscolo è stato infatti effettuato dai convenuti un ingrandimento ad hoc di una parte della fotografia dell'immobile in cui era presente l'insegna Catagini vende ed è stata utilizzata testualmente la locuzione l'amministrazione Dalla Pozza acquista un immobile da demolire anziché definire correttamente l'operazione come esproprio quale invece è stata: operazione dunque subìta dai proprietari dell'immobile e non certo voluta. I convenuti - rimarca ancora Formenton - hanno quindi voluto far credere al pubblico che ci sia stata un'intermediazione dell'agenzia immobiliare Catagini tra il Comune e i proprietari dell'immobile ai fini della vendita dello stesso. Questo fatto è assolutamente falso ed è stato erroneamente riconosciuto come vero nell'ordinanza. I commenti di terzi che si sono sviluppati su Facebook a seguito della pubblicazione del volantino sono stati riconosciuti dallo stesso giudice come potenzialmente diffamatori. A nostro parere il nesso di causalità è innegabile in quanto il contenuto ingannevole del volantino è la causa diretta dell'onda di odio che si è scatenata sul web a danno dei ricorrenti». Ora non c'è alcuna decisione definitiva in merito, ma con ogni probabilità l'ordinanza del giudice Rossi, fa sapere l'avvocato Formenton del foro di Vicenza, potrebbe essere impugnata mediante uno strumento particolare del diritto civile che è il reclamo.

PARLA DALLA POZZA
Ancora diversa è la posizione del sindaco Dalla Pozza. Il quale, con un pizzico di ironia, fa sentire così la sua voce. «Le opposizioni ci criticano per quell'esproprio? Lo fanno perché lo abbiamo proposto noi della maggioranza». Il primo cittadino poi entra nel vivo della querelle. «Abbiamo deciso di espropriare quell'immobile anzitutto perché non è molto adatto al contesto urbano in cui si trova visto che copre un edificio comunale di pregio. La presenza dello stabile appartenuto ai Galvanin poi costituisce un problema per la sicurezza del traffico visto il percorso angusto che in quella porzione della viabilità cittadina i veicoli sono obbligati a seguire. Noi per di più abbiamo intenzione di guardare lungo. Una volta realizzato il parcheggio l'edificio retrostante potrebbe essere utilizzato per fornire alcuni locali alla Fondazione Cuoa che porta prestigio e posti di lavoro alla nostra comunità. Ancora, l'ex asilo potrebbe essere adibito come cinema-teatro polivalente in modo da ampliare un giorno l'offerta culturale ed aggregativa a favore della collettività».

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