rotate-mobile
Politica Schio

Caso Ava, ancora critiche alla multiutility

Per la questione del mancato rinnovo dei delegati aziendali arrivano le bordate di Coalizione Civica verso la spa del comprensorio del Leogra. Frattanto sempre nell'Alto vicentino i comitati scendono in piazza per la pace

Rispetto alle tensioni registrate tra la dirigenza di Ava e il sindacato Usb in relazione al mancato rinnovo delle rappresentanze sindacali di base, le questioni poste dalla stessa Usb «sono di sicuro interesse» perché si tratta di un tema «di sicuro rilievo». È questo l'incipit di una lunga nota diramata ieri da Carlo Cunegato e Giorgio De Zen, i due consiglieri comunali che militano nella opposizione di centrosinistra e che sono intervenuti sul caso della municipalizzata del Leogra fatto deflagrare appunto dalla sigla di base. Frattanto a Schio politica fa anche rima con diplomazia internazionale. Oggi alle 17,30 infatti il neonato Presidio permanente per la pace Alto vicentino darà vita ad un sit-in di protesta «contro le guerre nel mondo».

DISCUSSIONE ALLARGATA
I due consiglieri allargano però lo spettro della discussione parlando della prospettiva della privatizzazione dei servizi pubblici specie nel ciclo integrato dei rifiuti, servizio che Alto vicentino ambiente, più nota come Ava, gestisce ancora in ambito eminentemente pubblico giacché la spa di via Lago di Pusiano è in mano alle municipalità del comprensorio. «Centrale dovrebbe essere, sia nel nostro territorio che nel Paese, la questione sul tema delle fusioni future e della privatizzazione. Se le amministrazioni - si legge - vogliono contare ancora, se i cittadini che eleggono i loro rappresentanti vogliono essere ancora sovrani, deve aprirsi immediatamente un dibattito pubblico sulla scelta scellerata del governo Draghi di approvare il Ddl Concorrenza. Oggi la società Ava è in house, questo significa che rimane al 100% di proprietà dei comuni. Il Ddl Concorrenza, tuttavia, impone a tutti i sindaci di giustificare la convenienza di una gestione pubblica, o in-house, di tutti i servizi. Questo Ddl apre di fatto le porte alla privatizzazione di tutti i servizi pubblici. Per noi questa prospettiva è intollerabile. Cosa ne pensano i sindaci?».

I FENDENTI DEL PCI
Su questo versante peraltro ancora più dura era stata la nota del Partito dei comunisti italiani. Il quale non più tardi del 16 maggio  aveva diramato una nota arroventata vergata da Renzo Pietribiasi per conto della federazione della provincia berica proprio del Pci: «Apprendiamo da articoli apparsi su giornali locali e dalle comunicazioni della dirigenza Usb di una situazione sconcertante che si protrae ormai da diverso tempo all'Ava di Schio. La dilazione delle elezioni dei delegati sindacali che, da quanto si legge, investe la dirigenza aziendale e i sindacati confederali della nostra provincia è qualcosa di incomprensibile. La decisione di protrarre nel tempo, a questo punto si dovrebbe dire sine die, l'elezione dei delegati sindacali di Ava è grave perché - questo il tenore dell'accusa - lede un principio e un diritto che riteniamo inalienabili. È tutto regolare? Formalmente lo sarà ma in questa vicenda, c'è qualcosa che è sostanza, una sostanza che, di fatto, impedisce ai lavoratori di esprimersi e di eleggere i propri rappresentanti».

«IL SOSPETTO»
Appresso un'altra bordata: «È qualcosa che va ben oltre quanto segnalato dal sindacato Usb alla Prefettura di Vicenza di un comportamento al limite della condotta anti-sindacale. Qualcosa che evidenzia la necessità di una legge sulla rappresentanza che impedisca situazioni che, come che vediamo in Ava, penalizzano chi vive del proprio lavoro. Ogni lavoratrice e ogni lavoratore hanno, o dovrebbero avere, il diritto di farsi rappresentare da chi ritengono possa farlo libero da vincoli dovuti a scelte opportunistiche o a giochi di potere oggi, purtroppo, abituali. Il sospetto è che, visto il suo radicamento in azienda, si tenti di evitare - questa la chiusa del Psi - che un sindacato conflittuale come Usb possa risultare il più votato dai lavoratori di Ava. Il Pci di Vicenza esprime solidarietà ai lavoratori di Ava e appoggerà le iniziative che si riterranno opportune per risolvere quello che è di fatto un impedimento al diritto di essere tutelati nel lavoro e una ulteriore tappa in un percorso che mira a cancellare progressivamente i diritti conquistati dai lavoratori con la lotta».

LO SCENARIO
Pur con sfumature diverse quindi sia Coalizione civica sia il Pci lanciano alcune frecciate ben precise all'indirizzo del vertice aziendale. Frecciate che seguono ad una presa di posizione altrettanto severa da parte del sindaco scledense Valter Orsi di cui Vicenzatoday.it aveva parlato il 16 maggio. Ora rimane da capire che cosa uscirà dal confronto tra le parti che si sta dipanando all'Ufficio territoriale del governo. Il prefetto berico Pietro Signoriello, come previsto dalla norma ha infatti convocato le parti (il direttore generale Riccardo Ferrasin per conto dell'azienda, il segretario veneto di Usb Claudio Germano Raniero per conto di Usb) che sono state convocate già due giorni fa. Del vertice si sa poco o nulla perché poco o nulla è trapelato da palazzo Volpe. Si sa per certo però che l'incontro è durato a lungo e che il prefetto ha chiesto di conoscere fin nel minimo dettaglio i termini della querelle.

IL SIT-IN
Ad ogni modo il versante politico scledense rimane effervescente. In questo frangente però non ci sono di mezzo le multi-utility ma il tema dei conflitti bellici internazionali. Oggi dalle 17,30 alle 20,30 a Schio in piazza Duomo è in programma un sit-in per la pace. Il pensiero è alla invasione russa in Ucraina. Tuttavia gli organizzatori in una nota diffusa ieri specificano in maniera più esaustiva il proprio punto di vista: «Anche se è la situazione contingente che ci ha spinti ad agire il presidio si schiera contro tutte le guerre; sono ben oltre cinquanta le situazioni di crisi o di vera guerra che tutti noi abbiamo dimenticato, come i conflitti in Palestina, Yemen, Siria, Libia, Afghanistan, Myanmar, Etiopia, Kurdistan... Questi conflitti - si legge - vanno fermati, e noi, assolutamente coerenti col dettato della nostra Costituzione diciamo: l'Italia ripudia la guerra, fuori la guerra dalla storia». In questo contesto non manca una punta di polemica. Nel ciclostile diffuso dal coordinamento si legge infatti che al Comune di Schio era stata chiesta una ubicazione stabile per il presidio. Quest'ultimo però lamenta di non avere ottenuto accoglimento alcuno rispetto alla richiesta indirizzata in municipio.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Caso Ava, ancora critiche alla multiutility

VicenzaToday è in caricamento