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Caso Palazzina-Spv: «Stupisce la denuncia al sindaco»

Il consigliere regionale Finco dopo le accuse di inerzia rivolte dai residenti dei cantieri lungo la Priabonese, fa quadrato rispetto all'operato del primo cittadino cornedese e alla condotta degli uffici di palazzo Balbi: ma intanto la dottoressa Lecis, consulente dei comitati, delinea in tv uno scenario a tinte fosche per quanto riguarda i metalli pesanti fuoriusciti dal sito di scavo

Il caso «disagi dovuti» dal cantiere Spv di Cornedo Vicentino sbarca a palazzo Ferro Fini. Dopo la denuncia indirizzata al sindaco Francesco Lanaro, accusato dai residenti di inerzia nei confronti di chi sta realizzando la superstrada all'origine delle doglianze, ieri 15 luglio è stato il vicepresidente del consiglio regionale Nicola Finco, del Carroccio, a prendere le difese del primo cittadino con un intervento sulla sua pagina Facebook.

PARLA IL VICEPRESIDENTE
«Stupisce la denuncia nei confronti del sindaco e del dirigente della Regione Veneto Elisabetta Pellegrini: non è questo il modo di interloquire e di trovare delle soluzioni con l'amministrazione pubblica». I concetti sono chiari anche se l'Italiano è un po' traballante: «La diffida di sospensione lavori – ricorda Finco – è giunta il 26 maggio: subito la Regione ha sollecitato Spv e Arpav per svolgere le opportune rilevazioni. Secondo quanto accertato da Spv i parametri risultavano in regola, ma le rilevazioni Arpav svolte nei giorni 19, 20 e 21 giugno all'interno delle abitazioni hanno evidenziato uno sforamento. Dati che sono giunti in nostro possesso giovedì 8 luglio: abbiamo quindi scritto al concessionario» ossia alla Spv, meglio nota come Superstrada pedemontana veneta, «di mettere in atto a tutte le procedure tecniche per ridurre i rumori legati al cantiere. Tutto questo è stato svolto di concerto con il Comune, quindi tutto si può dire tranne che la Regione e il sindaco siano rimasti alla finestra o siano colpevoli di omissioni di atti d'ufficio. Discorso diverso se l'obiettivo è strumentalizzare la vicenda».

PARLA LANARO
Gli fa eco lo stesso Lanaro, il quale ieri sulla sua pagina Facebook si è difeso così dalle accuse dei suoi concittadini: «Sul piano amministrativo mi sento in pace con me stesso: ho fatto tutto quello che potevo per dare una risposta a dei cittadini, consapevole dei limiti dei miei poteri. Non è stato il Comune di Cornedo a commissionare l'opera, né ad autorizzare i lavori con quelle modalità. Ricordo ancora una volta che l'opera è in capo alla Regione Veneto.  Ricevute le varie e più disparate segnalazioni, mi sono sempre attivato con gli enti che ritengo essere competenti: sappiamo tutti che ci sono dei procedimenti da seguire e delle regole da rispettare, non basta firmare un pezzo di carta per risolvere i problemi. Per quanto riguarda la questione da ultimo sollevata dal Comitato Palazzina, preciso che il 9 giugno, ben prima di ricevere qualsiasi diffida, ho formalmente scritto alla Regione chiedendo rassicurazioni e sollecitando un intervento di Arpav, unico ente accreditato a cui un Sindaco può rivolgersi per avere certezza circa il superamento o meno dei limiti di emissione: né le rilevazioni del Comitato Palazzina, né le rilevazioni di Sis, possono essere tenute in considerazione come fondamento per un qualche atto amministrativo». Sempre su Facebook anche il sindaco di Trissino Davide Faccio (leghista pure lui come Finco) ha difeso il primo cittadino.

RETROSCENA E BACINO ELETTORALE
Ma a che cosa si deve la energica presa di posizione di Finco? Quest'ultimo, pur essendo bassanese, durante l'ultima campagna delle regionali ha attinto a piene mani dal bacino elettorale leghista e non solo leghista della Valle dell'Agno. Tanto che, questi i boatos che circolano a palazzo Ferro Fini, sarebbero stati alcuni maggior enti del comprensorio, assai vicini al primo cittadino, a chiedere l'intervento di Finco. Ma c'è di più. Diversi esponenti di spicco del consiglio regionale si sarebbero mossi, anche su input dell'entourage della Pellegrini, affinché la giunta regionale capitanata dal governatore Luca Zaia della Lega lanciasse un messaggio alla Sis che alla grossa suona così: "evitate di opporvi se il comune cornedese dovesse varare una ordinanza di stop ai lavori, almeno nel periodo notturno, perché adesso dopo le denunce la posizione di Pellegrini e quella di Lanaro potrebbe diventare assai scomoda". Non si sa ancora se il messaggio sia partito, se sia giunto e se sia stato accolto, però se dalle parti della Sis, anche il concessionario è stato denunciato penalmente peraltro, non dovessero arrivare le barricate, è possibile che la cosa possa avere un epilogo favorevole a quei cittadini che da tempo «chiedono di poter dormire almeno la notte». Da giorni peraltro sempre nell'Ovest vicentino si moltiplicano le voci dei mal di pancia di quella parte della cosiddetta base della Lega, che Zaia e Finco non li hanno mai visto di buon occhio: una base leghista essai indispettita per una presunta inerzia da parte della giunta regionale nel risolvere una serie di problemi «che sui media stanno avendo una eco fenomenale». Tra le altre avrebbe suscitato parecchio imbarazzo tra i leghisti dell'Ovest vicentino (che ne avrebbero chiesto conto all'entourage di Zaia) un video diffuso dal Covepa, il Coordinamento da anni ipercritico verso la Spv. Nel video, divenuto virale sui social network viene immortalato un incaricato della Sis che, assai stizzito per le critiche ricevute durante le settimane passate, si scaglia contro i residenti. 

QUESTIONI GIURIDICHE
Ma la estrema prudenza rispetto ad una eventuale sospensione dei lavori predicata a più riprese da Lanaro, che di professione peraltro fa l'avvocato, ha una qualche base giuridica? Il sindaco, tra le sue prerogative costituzionali, vanta quella di essere la massima autorità sanitaria in ambito municipale. Per ragioni di salute infatti ha la prerogativa di varare ordinanze anche senza attendere i risultati di Arpav. Non è nemmeno vero, come sostiene Lanaro, che l'amministrazione è obbligata a ricorrere alla agenzia regionale perché l'amministrazione nella scelta dei consulenti esterni è libera di scegliere chiunque, ad esempio un ente terzo come una università o un laboratorio indipendente accreditato. Da un punto di vista giuridico poi l'ordinanza è uno strumento molto potente. Perché è vero che può essere impugnata davanti al Tar. Ma il sindaco ha il potere di vararla, di ritirarla dopo poche settimane e di ripresentarne una leggermente diversa per innumerevoli volte dando vita ad una sorta di fuoco di sbarramento amministrativo di fatto impenetrabile. Rispetto al quale il privato può intervenire solo ex post citando per danni l'amministrazione o altri. Tuttavia avere ragione in tribunale in casi del genere è pressoché impossibile a meno di torsioni abnormi nel vaglio dei fatti e della norma da parte della magistratura.

IL CENTROSINISTRA
L'ultimo fronte caldo riguarda poi la minoranza a palazzo Ferro Fini. Da settimane ormai l'opposizione, tranne qualche rarefatta eccezione, non prende parola sul crescendo di polemiche a scavalco tra la valle dell'Agno e l'Alto vicentino. Da giorni si mormora di un intervento dell'inter circle di Zaia nei confronti dei maggiorenti del centrosinistra affinché non si schierino «con la forza dovuta con i cittadini che lamentano i disagi» fa sapere un esponente di spicco del Pd regionale che chiede l'anonimato. Alla base ci sarebbero alcune «gravi difficoltà» che la Sis starebbe affrontando delle quali «al momento non si sa granché». Poiché da sempre l'ala «liberista-sviluppista» del centrosinistra sulle grandi opere «è uniformemente schierata con Zaia e con i comitati d'affari che sostengono la superstrada nonché il risiko fondiario che le orbita attorno» ecco spiegata «la prudente ritrosia del Pd, del M5S e di settori non trascurabili di altre forze dell'arcipelago del centrosinistra».

SCENARIO AMBIENTALE
Tuttavia dalle parti di palazzo Balbi l'inquietudine sarebbe schizzata alle stelle quando Marina Lecis (il consulente ambientale ingaggiato dal comitato Palazzina di Cornedo e da quello Vallugana di Malo) intervistata in diretta da Tv7 durante il popolare rotocalco televisivo Memento una prima volta il 2 luglio e una seconda volta il 9 luglio avrebbe riferito di una situazione a tinte fosche per quanto la presenza di metalli pesanti rilevati nelle matrici di uscita dai cantieri di Malo Vallugana: cantieri che sono chiaramente interconnessi con quelli lungo la Priabonese in zona Palazzina-Cereda a Cornedo.

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